I bollettini parrocchiali del 1957 sono una figata (ma mettono ansia)

Creato il 18 marzo 2015 da Amina De Biasio @aminavagante

Così, di punto in bianco, mi sono trovata per le mani un paio di copie digitalizzate dei bollettini parrocchiali di un piccolo paese di montagna.
Non sono i bollettini del mio paese, ma il fatto che fossero stati pubblicati nel 1957, unito al fatto che mio padre è proprio di quell’anno, mi hanno incuriosita e così – senza precauzioni – li ho letti.

Ecco cosa ho trovato/provato:

1) tanti, tantissimi consigli supercattolici per genitori 
Leggendo alcuni di questi consigli ho ringraziato di essere nata trent’anni dopo… In queste pagine si consiglia vivamente di non lasciare che i figli escano di casa senza comunicare un dettagliato programma dell’uscita stessa, si mette in guardia da possibili incontri con il male (che tra l’altro è sempre lì che ci aspetta). Si consiglia di leggere solo la buona stampa, perché i figli capiscano qual è la cattiva stampa e se ne tengano lontani (nessun esplicito riferimento ad Avvenire).
Si mettono in guardia i genitori da alcuni tipi di Cinema, Stampa, Sports, Teatro, Ballo, Letteratura e Filosofia che vengono descritti (testuali parole) come “esaltazione morbosa del sesso e dei sensi, esasperandoli alla ricerca del sempre più raffinato, del sempre più eccitante”.
Quando il discorso passa in mano ai figli, non si parla che di fare la comunione tutti i giorni (che delusione!).

Questa della gallina non credo di averla colta al 100%, ma lascio a voi…

2) della sana e cattolica (sì, di nuovo) educazione al pudore

A parte il poco originale fatto che appena ho letto questo aneddoto ho subito pensato alla Lavazza, un po’ su tutti i numeri del bollettino si tratta dell’abbigliamento adeguato per le donne. Com’è cambiato il mondo in sessant’anni!
In ogni caso, leggere queste righe mi ha ricordato di quanto pochissimo tempo fa fossimo noi, quelli che “copriti per l’amor del cielo”/”Dio ti punirà per questo tuo oltraggio!”…
Mi sono anche chiesta come diamine è venuto in mente al parroco di un piccolo paesino della montagna bellunese a farsi venire in mente il nome Carmencita. Chissà da dove l’ha preso, quella volta… e Cristobal poi…
Eccovi 10 buoni e validissimi motivi per non esporre troppo la vostra mercanzia durante l’estate. In caso contrario, Dio ha detto che fareste meglio ad annegare (risata malvagia).

3) lo sconforto (cattolico) di non essere stati i primi ad avere le campane elettrizzateEro letteralmente elettrizzata da questo articolo sulle campane elettrizzate. Ve lo giuro. Io sono una grande sostenitrice della tecnologia e del progresso in ogni campo, per questo mi ha fatto sorridere leggere queste parole leggermente risentite del parroco che non ha potuto comprare le campane elettriche. Già le vedo, le persone che in osteria inveivano contro quel giocattolo del demonio. Se penso che adesso, se si sbaglia a programmarle, suonano la macarena…

4) pubblicità progresso per evitare che i fedeli cadano nel vizio della bibita

Negli anni 50 a Caprile doveva esserci un parroco troppo ganzo, oggi sarebbe tipo Fratello Metallo, credo. Già me lo immagino, mentre impagina il bollettino e dice a sagrestano: “Hey zio, adesso metto i tipi di ubbbbbriachezza per riempire sto buco malefico. Tu intanto butta un po’ di sangue di Cristo che ho la gola secca yo”.
Poi sono andata a controllare, e l’Accademia della Crusca dice che va bene anche con due B (così mi è cascato il palco).
C’erano anche delle barzellette più o meno divertenti sul tema, e ve ne lascio una che non mi ha fatta granché ridere se non per il Mar Sala:

5) ANSIA ANSIA E ANCORA ANSIA

Argomenti ricorrenti e martellanti in quasi ogni pagina sono la morte, l’inferno, il male, il demonio, la tentazione. Minacce e frasi ansiogene come “Tocca a ciascuno scegliere e bene!” mi hanno un pochino messo in ansia. Non so se andrò in paradiso dopo questo articolo così blasfemo… aiuto.

Oltre a questo c’erano le consuete statistiche parrocchiali con nati, morti, maritati… Gli aneddoti storici, che letti su un’edizione storica sono ancora più storici e uno può prendersi male… e su una copia ho trovato tanta di quella autoreferenzialità tipica di alcuni pastori che non sono riuscita a leggerla.

Ringrazio Lino De Bortoli per avermi fornito questi preziosi bollettini. Gentilissimo!



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