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I Boschimani della Repubblica

Creato il 20 dicembre 2015 da Albertocapece
Foto Fabio Cimaglia / LaPresse Roma 11-06-2015 Politica Incontro del Presidente Renzi con il Primo Ministro del Canada, Stephen Harper a Villa Pamphilj Nella foto Maria Elena Boschi Photo Fabio Cimaglia / LaPresse Rome 11-06-2015 Politic Meeting between President Renzi with the Prime Minister of Canada, Stephen Harper In the photo Maria Elena Boschi

L’ultima cosa che potrebbe stupire è la prossimità  personale e familiare di un ministro in una malversazione bancaria. Ma la prima cosa che dovrebbe indignare è la prossimità immorale allo stesso ministro che anzi viene grottescamente  esaltato da un milieu di valletti di regime, di vecchi culi al caldo e onanisti per ogni stagione, i quali fanno di una smorfiosa di paese, equivalente femminile del guappo di Rignano, una specie di Giovanna D’Arco. Ma evidentemente ci si è talmente assuefatti al vuoto pneumatico dell’etica pubblica e all’assenza della politica, sostituita da etichette e brand privi di senso, che non si è più nemmeno capaci di indignazione.

Quasi lo stesso parlamento di nominati che ha certificato l’augusta parentela di una lolita marocchina con Mubarak, oggi certifica che la Boschi non c’entra nulla perché non c’entra nulla, accodandosi al lucido e ficcante argomento del premier. Così non soltanto i piccoli risparmiatori sono stati derubati del loro, ma si vedono sbeffeggiati da gente che farebbe premier Landru se questo gli consentisse di avere il lauto stipendio e il posto sicuro.

In un Paese normale dove pure queste cose accadono si ha almeno l’accortezza di salvare la faccia e la forma, espellendo da posizioni di potere chi si trova troppo vicino all’esplosione dello scandalo, sia colpevole o meno, indagato o testimone o formalmente estraneo all’inchiesta. Ne va della credibilità di un sistema ormai tarlato. Tanto più che in questo caso il pm che indaga sui fatti e che ha lasciato finora intonse le posizioni di papà e fratello Boschi, è un consulente del governo, nominato. guarda gli scherzi del destino, proprio nello stesso mese in cui Banca Etruria è stata commissariata. Però da noi non c’è alcun bisogno di nascondere di che lacrime grondi il passaggio all’oligarchia: l’impotenza morale è giunta a tal punto che non solo non vengono tenute in nessun conto considerazioni di opportunità, ma addirittura alcuni trovano insospettate risorse di faccia tosta per plaudire ai conflitti di interesse. Con argomenti, quali l’assenza dalle riunioni ministeriali per doveri di coiffeur, che in realtà trasformano l’adorato ministro in una specie di oca giuliva.

Ma che ci si può aspettare  da un Paese che si è fatto vent’anni di Berlusconi e che ha accolto Renzi come un salvatore? Di certo non esiste un pillolina blu per l’impotenza morale o la salvezza da quella condizione di arci italianità longanesiana che ha segnato la borghesia italica nel Novecento e che prosegue nel terzo millennio lungo una via di declino inarrestabile. Una cosa è certa però: che in questo caso le colpe dei padri ricadranno sui figli.


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