L'assedio delle cosche- "Il territorio di Anzio risulta fortemente infiltrato da organizzazioni criminali: in tale territorio da anni opera il clan Gallace, come testimoniato dai processi Appia e Mithos - si legge nell'interrogazione dei due esponenti Pd - L'indagine della Direzione distrettuale antimafia di Roma "Paredra" e quelle le indagini della Dia di Milano "Infinito" e "Bagliori" hanno confermato l'operatività dell'organizzazione e le sue proiezioni anche in Lombardia". Ma non solo.
"Nel territorio di Anzio risulta operativo anche il clan dei Casalesi come attestano le indagini della Dia di Roma e la recente sentenza emessa dal tribunale di Latina nei confronti di Pasquale Noviello e altri per gravi reati aggravati dalle modalità mafiose. Il tribunale di Latina ha condannato già in primo grado numerosi appartenenti del gruppo per reati gravi come il tentato omicidio, la detenzione di armi da guerra aggravati dalle modalità mafiose. L'indagine Arcobaleno coordinata della Dia di Napoli portava ad individuare consistenti investimenti immobiliari del clan camorrista dei Mallardo nel territorio di Nettuno ed Anzio". I collegamenti con l'inchiesta su Nettuno - Nel dicembre del 2005 il consiglio comunale di Nettuno (a pochi chilometri da Anzio) è stato sciolto per gravi condizionamenti da parte della criminalità organizzata.
"La decisione confermata in tutti i gradi di giudizio dalla giustizia amministrativa - incalzano Veltroni e Touadi - La sentenza del Tar di Roma del 2006, che conferma lo scioglimento del consiglio comunale, aveva evidenziato gli interessi della criminalità organizzata nel settore dell'edilizia. E affermava tra l'altro in relazione al settore dell'urbanistica che "il controllo sul territorio per l'attività di contrasto all'abusivismo edilizio si svolge quasi esclusivamente sulla base degli esposti" e che l'amministrazione aveva "rilasciato titoli concessori prevalentemente in variante al piano regolatore favorendo attività di società di costruzione vicine ad esponenti della criminalità organizzata locale, alcuni dei quali con precedenti per traffico di sostanze stupefacenti".
I business del mattone e dei rifiuti - L'indagine della Direzione distrettuale antimafia di Napoli Arcobaleno e i lavori della commissione d'accesso di Nettuno hanno dimostrato i forti interessi delle "consorterie criminali" per il settore dell'urbanistica con permessi sospetti rilasciati per l'apertura di molti cantieri. "Altre indagini della procura di Velletri riguardano la concessione di permessi ad edificare. In particolare la procura ha più volte perquisito ed acquisito documentazione presso l'ufficio tecnico. Risultano essere stati raggiunti da informazione di garanzia emessa dalla procura di Velletri i consiglieri comunali Giulio Godente, Nello Monti e il dirigente dell'ufficio tecnico Marco Pistelli. Nella giunta di Anzio siede l'assessore Pasquale Perronace fratello del defunto Nicola Perronace già arrestato su richiesta delle Dia di Roma e Catanzaro. Nicola Perronace già nel 1983 era stato attinto da mandato di cattura emesso dal giudice istruttore di Locri per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso e sequestro di persona a scopo di estorsione". Sempre alla procura di Velletri risultano pendenti anche indagini relative ad appalti per la raccolta dei rifiuti nel comune.
Dalle alleanze tra clan alla latitanza dei boss - Il territorio di Anzio appare al centro anche di importanti legami e "favori" tra gruppi malavitosi. "Le indagini dei carabinieri hanno evidenziato che Nicola Perronace avesse sostenuto in passato la latitanza di importanti boss della 'ndrangheta già negli anni Ottanta come Cosimo Ruga. Un fatto riferito anche dal collaboratore di giustizia Giacomo Lauro: "Passai il Natale e il Capodanno del 1978 a Roma, in località Falasche di Nettuno, assieme ad altri latitanti facenti parte del crimine organizzato della provincia ionica di Reggio Calabria, mi riferisco a Cosimo Ruga (tuttora vivente), Andrea Gallella (deceduto per cause di omicidio), Francesco Musitano di Platì. Facevamo la latitanza, perché durante l'inverno nelle nostre montagne fa freddo e allora il latitante va e cerca un riparo. Quindi loro a novembre e i primi di dicembre erano saliti dalla Calabria, dalla zona di Guardavalle, Gioiosa, Platì e si erano trasferiti presso Nicola Perronace di Guardavalle che aveva casa e abitazione a Falasche" (dichiarazioni del collaboratore di giustizia Gaetano Lauro, rilasciate durante l'udienza del 1o dicembre 1998 del processo per l'omicidio Pecorelli in www. radioradicale. it).
Pasquale Perronace, inoltre, risulta essere cugino di primo grado di Agazio e Vincenzo Gallace esponenti apicali del clan Gallace". E le amicizie pericolose vengono ricostruite anche dall'inchiesta a carico "del pregiudicato narcotrafficante Franco D'Agapiti ed altri coordinata dalla procura di Velletri nel 2005 risultarono contatti tra lo stesso D'Agapiti e l'allora direttore del comune di Anzio Giorgio Zucchini e attuale consigliere del PdL di Anzio - spiegano ancora Veltroni e Touadi - Il 29 marzo 2008 veniva distrutta da un incendio doloso l'autovettura del candidato Bruno Mugnai per la lista Uniti per Anzio che sosteneva l'attuale sindaco Luciano Bruschini".
di Marino Bisso per La Repubblica