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I cambiamenti climatici e la vulnerabilità del territorio
Con l’inizio dell’autunno 2013 è ricominciata l’allerta maltempo e purtroppo anche le tragedie che frane e alluvioni continuano a seminare sul nostro territorio. Toscana, Puglia e in questi giorni la Liguria sono le regioni più colpite ma i numeri sono destinati ad aumentare. Sono infatti più di 5 milioni, secondo una recente indagine di Legambiente, i cittadini italiani che ogni giorno vivono o lavorano in aree considerate ad alto rischio idrogeologico e 6.633 i Comuni che hanno all’interno del territorio aree ad elevato rischio di frana o alluvione.
Precipitazioni – sempre più intense e frequenti per i cambiamenti climatici in atto -, un territorio che ogni anno è reso più vulnerabile dal consumo di suolo e una politica di prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico che continua a basarsi su pochi interventi di somma urgenza invece che su un’azione di prevenzione e manutenzione diffusa su tutto il territorio sono da considerare come problemi da risolvere.
Il contesto climatico sta trasformando in ordinario quella che prima era considerata un’eccezionalità. Se infatti le frane e le alluvioni non sono una novità nel nostro Paese, negli ultimi anni questi eventi sono diventati sempre più frequenti. Analizzando le banche dati oggi disponibili sul rischio idrogeologico a partire da metà del scolo scorso, risulta evidente come negli ultimi dieci anni l’area di territori coinvolti da frane e alluvioni è raddoppiata, passando da 4 regioni coinvolte annualmente alla media attuale di 8. Ulteriore conferma arriva anche dai dati pubblicati da Ispra relativi alla quantità di pioggia caduta nei principali eventi alluvionali. Come quelli di Messina nel 2009, della Liguria nel 2010 e 2011, della Toscana (in Lunigiana nel 2011 e in Maremma nel 2012), dove la concentrazione di pioggia caduta al suolo nelle 24 ore più critiche corrisponde spesso a circa un terzo, o a volte alla metà, delle precipitazioni medie annue della regione.
L’elevata frequenza di questi fenomeni meteorologici e un territorio sempre più vulnerabile alle frane e alle alluvioni fanno registrare ogni anno danni in termini sociali, ambientali e purtroppo anche di vite umane.
I cambiamenti climatici, il rischio idrogeologico e la vulnerabilità del territorio sono quindi questioni da affrontare con urgenza e non devono per niente essere rimandate.
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