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I Cani: Sorprendenti e Misteriosi

Creato il 03 novembre 2011 da Dietrolequinte @DlqMagazine

I Cani: Sorprendenti e Misteriosi«I gruppi hipster, indie, hardcore, punk, electropop». Così cantano I Cani in una delle loro canzoni meglio riuscite, ovvero, “Velleità”. Sottolineando le classificazioni che in genere si accostano ad ogni formazione musicale o sociale. In verità, I Cani più che un gruppo sono una one man band, perché il cantante è l’unico che scrive i pezzi e gli arrangiamenti con un utilizzo di synth, tastiere ed effetti. Solo successivamente si avvale della collaborazione di altri ragazzi, così da formare un vero e proprio gruppo ed evitare di mostrare sul palco una laptop band che risulterebbe scenicamente molto poco rock ‘n’ roll. Sulla nascita e la crescita di questo ensemble (indie?) si sono spese molte parole, giudizi e premature sentenze. Infatti, il progetto de “I Cani” per molti è soltanto un progetto da cani, e neanche di razza. Una band che ha trovato grande risonanza grazie alla rete e che forse verrà dimenticata proprio partendo da quest’ultima. Andiamo per gradi. Tutto comincia lo scorso anno o giù di lì. Un anonimo ragazzo pubblica su YouTube due pezzi electropop con dei contenuti molto intriganti. Le canzoni portano i seguenti titoli: “I Pariolini di 18 anni” e “Velleità”. L’interesse degli internettiani è più che notevole, e quindi si registra un principio di popolarità. I Cani vengono dunque chiamati a suonare al MiAmi Indie Rock Festival, importante evento che dà spazio a band alternative ed emergenti. Ne seguono interviste per conoscere la mente del progetto, e da qui in poi si alza tutto un polverone su ciò che si nasconde dietro questi/o ragazzi/o. Si parla di un lavoro di marketing studiato a tavolino da un’etichetta discografica, di grandi cantanti che da dietro hanno creato e manovrano questo nuovo fenomeno musicale. Ogni singola mossa sarebbe il frutto di un’operazione ben studiata e mirata. Dalla pubblicazione dei primi due pezzi su internet senza svelare l’identità dell’autore, al mostrarsi davanti le telecamere col volto nascosto da una busta di cartone o semplicemente mettendo fuori fuoco il viso, impedendo una chiara e nitida visuale di quest’ultimo. I quadrupedi romani, ancora cuccioli, già da subito devono affrontare quesiti di matrice machiavellica che gli vengono rivolti.

I Cani: Sorprendenti e Misteriosi

I Cani smentiscono da subito la possibilità che dietro il loro progetto vi sia una chiara operazione di marketing, affermando molto semplicemente che un bel giorno si pubblicano due canzoni su YouTube e non si indica l’identità dell’autore perché quest’ultimo non è sicuro del gradimento che le tracce possono ottenere (molto chiaramente vuole evitare figure di merda). Non solo. Oltre quelle due tracce non ve ne sono ancora altre ed il consenso arriva inaspettato ed anzi suscita un po’ di soggezione. C’è soltanto un ragazzo capitolino poco più che ventenne, la sua passione per la musica ed un interessante modo di scrivere e descrivere il mondo che lo circonda, raccontandolo e fotografandolo via via con nuove e diverse sfaccettature, inducendo l’ascoltatore alla riflessione e soprattutto all’immedesimazione. Insomma, questi randagi fanno proprio parlar di se, nel bene o nel male. Sono indie o electropop? Post punk o alternativi? Veri o effimeri? Fuoco di paglia o duraturi? Innovativi o retorici? Certo è che a sentirli viene voglia di ballare, sono piacevoli pur tendendo melodicamente a ripetersi. Utilizzano sonorità intrise di effetti e tastiere con contorno di basso e batteria, questi ultimi danno quel tocco in più, creando atmosfere molto post punk, alla Cure per intenderci. Ma il pezzo forte, quello che fa la differenza è il contenuto. La forza de I Cani sta nell’analisi a tratti irriverente di questa gioventù italiana, ma in generale occidentale, la quale punta all’immagine; vi è critica dei luoghi comuni, degli ambienti indie, della borghesia capitolina, vengono citati nomi di marche e registi internazionali, si descrivono i particolari dell’abbigliamento. I Cani raccontano il mondo che li circonda, le contraddizioni di chi dice di stare fuori dalla massa, come il post giovane presente nel pezzo “Post Punk”, il quale scrive su Blow Up ed afferma: «Vedi Niccolò la gente non è il mestiere che fa, o i vestiti che porta, le scarpe che mette, la roba che ha. Ed è per questo che non mi riconosco in questa società. Per me contano i dischi, i bagni nel mare, l’umanità». Ma alla fine racconta di essere benestante, più che benestante, e che la famiglia possiede un casale a Orvieto.

I Cani: Sorprendenti e Misteriosi

Però il punto di forza, cioè il contenuto dei pezzi, potrebbe rivelarsi il tallone di Achille del progetto. Come per qualsiasi cosa, vi è il rovescio della medaglia. I Cani sono estremamente attuali, ed in effetti trattano temi d’attualità, i quali potrebbero creare interesse e curiosità nel 2011, ma può accadere la disgrazia che rimangano incastrati in un certo periodo storico mettendo a rischio così la loro longevità. Insomma, vi è la possibilità di dare vita a dei lavori con una data di scadenza, che possa portarli ad essere etichettati come testimoni di una certa generazione e di certe mode appartenute ad una certa decade. Ai posteri l’ardua sentenza. Per il momento è d’uopo ballare, pensare ed identificarsi nelle canzoni de I Cani con il loro disco di debutto, distribuito dalla 42 Records, “Il sorprendente album d’esordio de I Cani” (un titolo che non vuole prendersi troppo sul serio, ma risultare ironicamente pretenzioso); prestando attenzione a tracce come “Hipsteria”, la quale è l’esatta descrizione di ciò che sono gli hipster, cioè ragazzi alla moda, che ascoltano musica indie, vestono indie, guardano film sperimentali, fanno foto in bianco e nero e sognano di andare a lavorare da American Apparel. I Cani forse sono un po’ hipster, forse lo sono ma non vogliono sentirselo dire. Ciò che c’è di sicuro è che bisogna evitare di dirgli che la loro è musica per ragazzine, sennò gli roderà il culo di brutto.


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