"Che se cado una volta, una volta cadrò, ma da terra, da lì m'alzerò" come cantavano i Negrita, è una frase appropriata per altri corridori che si apprestano a vivere una seconda carriera. Danilo Di Luca (Katusha) torna a 35 anni per dimostrare di poter vincere ancora e lo stesso accadrà tra poche settimane per Davide Rebellin, 39 di anni, stoppato dopo aver fatto sognare i tifosi azzurri all'Olimpiade di Pechino 2008, con una medaglia d'argento poi revocata in seguito. Ivan Basso (Liquigas) ha dimostrato di potercela fare che il ritorno alla competitività è possibile: dopo un anno di purgatorio nel 2009, è arrivata la consacrazione delle sue ritrovate potenzialità con la vittoria del Giro d'Italia 2010. Michele Scarponi, quest'anno in Lampre con l'obiettivo Maglia Rosa, fu coinvolto nell'Operacion Puerto per poi tornare ed essere più determinato e vincente di prima. Alexandre Vinokourov (Astana) stesso dopo vari alti (vittoria di Liegi Bastone Liegi e tappe alla Gran Boucle) venne sospeso per 2 anni e poi resuscitò cogliendo importanti piazzamenti nella stagione passata.Chi non ha vissuto esattamente una di queste situazioni e sta pagando certamente oltre misura, è Franco Pellizzotti (Movistar) bloccato ad inizio 2010 per la questione del passaporto biologico con dati fuori norma. Il tutto però sembra essere smentito e a marzo il Tas si pronuncierà definitivamente sul ricorso apportato dal "delfino di Bibbione". Lui continua ad allenarsi e ad aprile se sarà reintregato farà parte del team Movistar, compreso nel circuito ProTour con Marzio Bruseghin e Mauricio Soler, corridori che in salita e nelle grandi corse a tappe hanno sempre dato filo da torcere. Insomma tante storie di corridori risultati sempre tra le regole - obbligatorio citare Damiano Cunego e Vicenzo Nibali, esempi della gioventù onesta e pronta al sacrificio, sulla quale si esprimono sempre poche note di merito - corridori che sono stati "pizzicati" i quali poi sono tornati a lottare e battersi dopo aver giustamente pagato, corridori che non memori della lezione subita, cercano nuovamente di passare per la strada più rapida e tortuosa, corridori che non sono più tornati, come Iban Mayo o Floyd Landis o Tyler Hamilton.Si può sbagliare, ci si può redimere, si può tornare, si può dimostrare con i fatti. Non si può però perseverare. A costo che tutti ma proprio tutti i ciclisti vengano trovati positivi, il ciclismo deve andare avanti e fino a prova contraria ci sarà sempre qualcuno che proverà a vincere con sacrificio, dedizione e...acido lattico nelle gambe da farle tremare anche a riposo.
"Che se cado una volta, una volta cadrò, ma da terra, da lì m'alzerò" come cantavano i Negrita, è una frase appropriata per altri corridori che si apprestano a vivere una seconda carriera. Danilo Di Luca (Katusha) torna a 35 anni per dimostrare di poter vincere ancora e lo stesso accadrà tra poche settimane per Davide Rebellin, 39 di anni, stoppato dopo aver fatto sognare i tifosi azzurri all'Olimpiade di Pechino 2008, con una medaglia d'argento poi revocata in seguito. Ivan Basso (Liquigas) ha dimostrato di potercela fare che il ritorno alla competitività è possibile: dopo un anno di purgatorio nel 2009, è arrivata la consacrazione delle sue ritrovate potenzialità con la vittoria del Giro d'Italia 2010. Michele Scarponi, quest'anno in Lampre con l'obiettivo Maglia Rosa, fu coinvolto nell'Operacion Puerto per poi tornare ed essere più determinato e vincente di prima. Alexandre Vinokourov (Astana) stesso dopo vari alti (vittoria di Liegi Bastone Liegi e tappe alla Gran Boucle) venne sospeso per 2 anni e poi resuscitò cogliendo importanti piazzamenti nella stagione passata.Chi non ha vissuto esattamente una di queste situazioni e sta pagando certamente oltre misura, è Franco Pellizzotti (Movistar) bloccato ad inizio 2010 per la questione del passaporto biologico con dati fuori norma. Il tutto però sembra essere smentito e a marzo il Tas si pronuncierà definitivamente sul ricorso apportato dal "delfino di Bibbione". Lui continua ad allenarsi e ad aprile se sarà reintregato farà parte del team Movistar, compreso nel circuito ProTour con Marzio Bruseghin e Mauricio Soler, corridori che in salita e nelle grandi corse a tappe hanno sempre dato filo da torcere. Insomma tante storie di corridori risultati sempre tra le regole - obbligatorio citare Damiano Cunego e Vicenzo Nibali, esempi della gioventù onesta e pronta al sacrificio, sulla quale si esprimono sempre poche note di merito - corridori che sono stati "pizzicati" i quali poi sono tornati a lottare e battersi dopo aver giustamente pagato, corridori che non memori della lezione subita, cercano nuovamente di passare per la strada più rapida e tortuosa, corridori che non sono più tornati, come Iban Mayo o Floyd Landis o Tyler Hamilton.Si può sbagliare, ci si può redimere, si può tornare, si può dimostrare con i fatti. Non si può però perseverare. A costo che tutti ma proprio tutti i ciclisti vengano trovati positivi, il ciclismo deve andare avanti e fino a prova contraria ci sarà sempre qualcuno che proverà a vincere con sacrificio, dedizione e...acido lattico nelle gambe da farle tremare anche a riposo.
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