Sempre più spesso si sente parlare di bullismo nelle scuole, insegnanti, alunni più deboli (spesso anche disabili) sono le vittime preferite di ragazzi che non trovano niente di meglio da fare che maltrattare altri individui, spesso questi maltrattamenti hanno anche causato il suicidio di diversi ragazzi, che pur di non dover tornare a scuola ed essere picchiati e derisi hanno preferito togliersi la vita.
Purtroppo i comportamenti dei bulli non si limitano all’interno delle mura scolastiche, spesso le vittime sono barboni che a volte vengono bruciati mentre dormono. A volte, invece, il passatempo diventa lanciare pietre dai cavalcavia, questo simpatico gioco a già causato la morte di diverse persone.
Ma le campagne sociali scarseggiano, a mio giudizio soprattutto i governi si dovrebbero impegnare a sensibilizzare i cittadini verso questo importante problema.
Spesso i bulli non sono ragazzi di famiglia povera, come spesso erroneamente si pensa, anzi provengono da famiglie ricche, i genitori sono spesso fuori di casa per lavoro, i figli hanno quasi sempre troppi soldi in tasca, non lavorano fino ad età molta avanzata e non hanno un minimo di senso civico.
Infatti, a mio giudizio i maggiori responsabili del bullismo sono gli stessi genitori, basta uscire di casa per vedere una miriade di bambini viziati, i genitori non hanno un minimo di polso nel gestire i comportamenti della loro prole; pur di non sentire i figli piangere e lamentarsi sono disposti ad accontentare qualsiasi capriccio, di conseguenza i figli sono pieni di giocattoli ma non hanno un minimo di cuore e mostrano sempre più raramente affetto verso la loro parentela.
I rari spot di comunicazione sociale sul bullismo sono girati nelle scuole, il livello non è elevato in quanto sono puramente amatoriali, ma comunque servono a sensibilizzare i pochi fruitori, che li possono vedere solo tramite internet.
All’estero, soprattutto nei paesi anglosassoni, il problema è vissuto in maniera più intensa, gli spot sono mandati anche nelle tv nazionali. Però bisogna sottolineare che ogni tanto nei telegiornali italiani la tematica è affrontata, anche se a volte in maniera totalmente inadeguata, ad esempio nel 2006 il telegiornale del canale Mediaset Italia1 Studio Aperto, mostrò un servizio dove veniva spacciata la promessa che fanno i lupetti (gli aspiranti scout) come una legge del “branco”, tale giuramento, secondo i giornalisti di Studio Aperto, porterebbe al subire violenze da parte degli altri membri del gruppo, la bugia fu smascherata dal tg satirico Striscia la notizia.
La tematica dovrebbe essere affrontata in maniera sicuramente più decisa, educando soprattutto i genitori a non essere troppo remissivi con i figli, perché avere dei ragazzi migliori porterà ad avere una società migliore.