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I cavalieri che fecero l’impresa – Pupi Avati

Creato il 09 ottobre 2011 da Maxscorda @MaxScorda

9 ottobre 2011 di Lascia un commento

I cavalieri che fecero l'impresa
Produzione internazionale, internazionali anche gli attori, si esce dalla provincia bolognese e si varcano tante frontiere, anche quelle economiche, per questo "I cavalieri che fecero l’impresa".
E’ il 1271, le crociate sono agli sgoccioli negli intenti e nelle motivazioni ma forse un ultimo colpo di coda e’ necessario per recuperare la reliquia piu’ significativa della cristianita’: la Sacra Sindone.
Cinque giovani uomini, di stirpe diversa e diverse esperienze, inizieranno un comune cammino per la missione piu’ importante che possa capitare ad un credente e ad un cavaliere.
Il medioevo e’ nelle corde di Avati come "Magnificat" ha dimostrato, per quanto qui tralasci l’intento educativo e documentaristico per immergersi in un Medioevo piu’ maturo ma anche piu’ eroico e leggendario, una dimensione fantastica nella quale pero’ non si rinuncia alla ricerca della giusta iconografia ricreata nei luoghi e nelle situazioni dell’epoca.
La distanza piu’ importante dal suo predecessore e’ pero’ definita dal diverso rapporto con Dio, protagonista indiscusso nelle due opere, imperioso e silenzioso nella prima, guerriero ed ispiratore nella seconda, padre e padrone in "Magnificat", qui capo condottiero.
La gloria di Dio illumina le azioni di questi uomini e ne esalta le gesta, amplifica la valenza religiosa con la determinazione e il sacrificio che non e’ sottomissione ma coraggio, la forza della spada decuplicata dalla fede e lo spirito del credente finalmente fortificato dall’azione per vincere, non dalla quiete passiva.
Sara’ nel momento finale, il piu’ drammatico, che l’amore per il prossimo, per il proprio amico e fratello, raggiungera’ l’espressione piu’ alta e nobile alla quale un uomo degno possa e debba aspirare. 
E’ una lezione importante nella storia dei cattolici, spesso ignorata, piu’ volte fagocitata nell’abisso di una carita’ che assomiglia ad una resa incondizionata e sarebbe bene ricordarsene ogni tanto, magari con l’aiuto di questo film che racconta non tanto una cristianita’ di altri tempi, quanto una Fede coraggiosa ed audace che la Chiesa per prima tende a dimenticare.

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