Da anni e anni, probabilmente dai tempi della loro stessa invenzione, ci si chiede se i cellulari possono nuocere alla nostra salute con il loro campo magnetico.
Le risposte a questo interrogativo non sono mai state ben chiare, c’è chi dice si e chi dice no, gli stessi studi scientifici spesso hanno portato a conclusioni opposte tra loro.
Il caso di Innocente Marcoli
In questi giorni se ne parla molto, dato che il tribunale di Brescia ha riconosciuto che il tumore di Innocente Marcoli, manager di 58 anni, è dovuto proprio all’uso del cellulare.
Attenzione ai consigli d’uso
Dopo qualche ricerca e studio approfondito della questione, cerco di fare un po’ di chiarezza con questo articolo.
Il primo controllo che ho voluto fare è stato quello di leggermi per bene i consigli d’uso presenti nelle istruzioni dei miei vecchi cellulari.
Ho trovato scritta più volte la raccomandazione secondo cui è importante evitare di tenere il telefono a contatto con il proprio corpo per tempi lunghi.
E allora viene da chiedersi, “se sono le stesse compagnie telefoniche a negare un riscontro negativo dell’uso del cellulare sulla nostra salute, come mai sono le prime a sconsigliare un utilizzo troppo prolungato e il contatto costante con il nostro corpo?”, interessante.
Il caso Apple
Vi era stato il caso in cui Apple aveva rifiutato l’ingresso nel suo App store dell’applicazione realizzata dalla società israeliana Tawkok per misurare proprio le radiazioni emesse dall’iPhone per collegarsi alle torri radio. (ma aspettate di finire l’articolo prima di buttare dalla finestra il vostro iPhone).
La ricerca di Copenhagen
L’Istituto di epidemiologia oncologica di Copenhagen ha condotto uno studio su oltre 350mila persone sopra i 30 anni per scoprire correlazioni dirette tra l’uso del telefonino e l’insorgenza di tumori o altre malattie. Il risultato della ricerca è stato pubblicato proprio in questi giorni. Lo riporto qui da Smarter City:
La risposta è no. Almeno, secondo l’ennesimo studio, a cura dell’ Istituto di epidemiologia oncologica di Copenhagen, che ha preso come campione l’intera popolazione danese: non ci sarebbe alcun legame provabile tra malattie ed emissioni dei dispositivi mobili.
Sono anni oramai che gli scienziati si pongono la domanda, ma nessuno è riuscito a dimostrare con certezza che i cellulari facciano male alla salute.Questo studio colpisce, però, per la quantità di dati elaborata e per il lungo lasso di tempo sul quale si è dipanata l’indagine: 17 anni, dal 1990 al 2007, di dati provenienti dalla rete telefonica, uniti alla storia clinica di oltre 350mila persone in possesso di cellulari scelte tra tutta la popolazione danese sopra i 30 anni. Il responso? L’utilizzatore di cellulari non si ammala né più né meno delle altre persone.
Lo studio venne pubblicato dal British Medical Journal e ricalcava un’altra indagine condotta dell’ Organizzazione Mondiale della sanità (OMS). Il problema maggiore riscontrato da tutti gli studiosi è quella di trovare correlazioni dirette tra l’uso del telefonino e l’insorgenza di tumori o altre malattie. L’ Università di Manchester, mesi fa, si era concentrata proprio su questo aspetto, esaminando con particolare attenzione le radiazioni emesse dai device portatili, senza però raggiungere alcuna certezza.
La ricerca dello Iarc
Fin qua sembrerebbe quasi che non vi siano controindicazioni, ma la nostra ricerca continua perchè proprio un anno fa l’ Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc), parte dell’Organizzazione mondiale della sanità, ha dichiarato che i cellulari devono essere ritenuti “ potenzialmente cancerogeni”. Così scrive Wired.it:
I cellulari sono stati inseriti nel gruppo di pericolosità 2B, insieme ad altre sostanze forse rischiose, forse no, come il caffè, i sottaceti e i pesticidi. [...] Solo un anno prima, il pluriennale e plurimilionario progetto Interphone, coordinato dallo stesso Iarc, era arrivato alla rassicurante conclusione opposta che “ l’uso del telefono cellulare non risulta legato allo sviluppo di tumori cerebrali”. Perché questa discrepanza? Report ha portato a galla un’oscura trama di conflitti d’interesse. Gli studi epidemiologici, infatti, sono stati cofinanziati dalle industrie dei telefonini, in deroga ai principi d’indipendenza dell’Oms. Il classico caso del controllato che finanzia il controllore. Non è l’unica critica mossa contro Interphone. I risultati della vastissima indagine, condotta su oltre diecimila utenti in 13 paesi diversi, Italia compresa, risultano clamorosamente datati e parzialmente inattendibili: si riferiscono infatti agli anni Novanta, quando l’utilizzo dei cellulari era molto meno diffuso (è considerato “ grande utilizzatore” chi trascorre più di mezz’ora al giorno al cellulare) e i protocolli di radiofrequenza erano diversi da quelli attuali (i telefonini Gsm di seconda generazione e quelli di terza Umts dovrebbero essere meno dannosi).
Le radiofrequenze dei telefonini non hanno la capacità di modificare direttamente il dna. L’unico effetto accertato al 100% dell’emissione elettromagnetica dei telefonini è il calore. Dopo un certo tempo, il telefonino scotta. “ L’aumento di temperatura dei tessuti a diretto contatto con la pelle non supera 0,1-0,2 °C”, specifica Polichetti. “Una variazione molto inferiore a quelle fisiologiche, che non costituisce un rischio sanitario. Ancora più basse sono le variazioni all’interno del cervello”. Si possono quindi escludere danni alla salute dovuti ad effetti termici di tipo immediato. [...]
E sul lungo periodo? [...] Alcune ricerche di segno opposto, hanno suggerito un piccolo aumento di tumori cerebrali imputabile all’utilizzo massiccio, per oltre dieci anni, del cellulari. In particolare, secondo il panel indipendente di Radiation Resarch, per ogni cento ore al telefonino il rischio di neoplasie del cervello crescerebbe del 5 per cento e dell’8 per cento su base annua. Un altro studio shock ha riscontrato un aumento del 40 per cento. I sospetti – come specifica lo Iarc – riguardano due patologie: il glioma (una rara forma di tumore maligno al cervello) e il neurinoma acustico (un tumore benigno del nervo uditivo). Entrambi hanno un’ incidenza bassissima: colpiscono circa cinque persone ogni 100.000. Negli ultimi vent’anni non c’è stato un aumento considerevole di queste due patologie. E in ogni caso, “ trattandosi di malattie rare e con esordi tardivi, l’ipotesi di una responsabilità dei telefonini, se c’è, è difficile da verificare”, aggiunge Polichetti.
La ricerca dell’Università Svedese di Orebro e Umea
Ancora, secondo uno studio svedese condotto da due ricercatori dell’Università di Orebro e Umea fare uso del cellulare per un’ora al giorno per dieci anni aumenterebbe il rischio di contrarre un GLIOMA del 30% e un NEUROMA ACUSTICO del 20%.
Su questo risultato è d’accordo anche L’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) che ha realizzato un test sugli animali per comprendere quanto fossero dannose le onde emesse dal telefonino e altri dispositivi wireless.
Il funzionamento dei cellulari
Non capendo nulla di elettronica e magnetismo ho letto qualcosa su albanesi.it riguardo il funzionamento del cellulare:
Il funzionamento dei telefoni cellulari è basato sulla trasmissione di segnali attraverso onde di tipo elettromagnetico; tali segnali vengono ricevuti e ritrasmessi da stazioni radio base (SRB) su bande di frequenza che variano dai 900 ai 2.100 MHz a seconda di quella che è la tipologia tecnologica che viene utilizzata (GSM, DCS e UMTS).
Le stazioni radio base sono capillarmente diffuse sul territorio nazionale. Nelle grandi città le distanze fra stazioni radio base sono relativamente brevi (alcune centinaia di metri).
La porzione di territorio servita da una stazione radio base viene denominata “cella”; le dimensioni della cella variano in funzione di diversi fattori. La potenza di una stazione radio base è tarata in modo che non vi siano sovrapposizioni di segnale e quindi non può essere aumentata oltre un certo limite.
Tutti, più o meno, siamo esposti ai campi elettromagnetici generati dalla telefonia cellulare; il livello delle esposizioni relative alle stazioni radio base è generalmente molto basso (si stima che il livello di esposizione dovuto a un telefono cellulare sia dalle cento alle mille volte superiore rispetto a quello delle stazioni radio base).
Il mio parere personale
Mi fermo poichè non è mia intenzione scrivere un saggio sulla telefonia e le sue controindicazioni, e penso che nemmeno voi abbiate voglia di leggere un papiro per togliervi una semplice curiosità: sappiamo entrambi che qualunque sia la risposta a questo mistero, per cause di forza maggiore nella nostra vita non possiamo far a meno del cellulare!
Da quello che abbiamo scoperto si evince che una risposta veritiera alla domanda “il cellulare nuoce alla salute?” ancora non esiste. Al momento non è quindi possibile usare questa scusa per obbligare i figli far un minor uso del cellulare, perchè a loro basterà poco per fare una ricerca su internet e leggere queste stesse parole!
Secondo il mio parere personale finchè esisterà una lobby industriale in cui è lo stesso controllato a finanziare il controllore sarà difficile avere una risposta decisiva. Ma già l’esistenza di alcuni singoli casi come il manager di Brescia, il comportamento di Apple, la presa di posizione dell’Oms e parte delle ricerche svolte da Università e organizzazioni sanitarie dovrebbero aprirci gli occhi: il cellulare di certo non può far bene.
Ovviamente non possiamo eliminare l’uso del cellulare dalla nostra esistenza: è uno strumento che oggi sta alla base del funzionamento della nostra società e della nostra organizzazione sociale. Con piccoli accorgimenti riusciremo però a garantirci un minimo di protezione dalla possibile nocività delle onde elettromagnetiche dei nostri telefoni.
L’oms consiglia di fare uso del cellulare il meno possibile per lunghe conversazioni, alternare spesso l’orecchio utilizzato, preferire l’auricolare, il viva-voce e gli sms.
Dopo avervi espresso il mio parere personale, sono curioso di ascoltare il vostro. Quindi fatevi sentire nei commenti.