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Sapete bene che sono alla perenne ricerca di nuovi telefilm che mi facciano battere il cuore. E il buffo è che proprio quando sono lì lì per rassegnarmi all’idea che l’ultimo che ho visto è anche l’ultimo che potrà piacermi davvero, ne scopro un altro che mi tiene incollata allo schermo.
Mentre navigavo di qua e di là, mi sono ritrovata a leggere di una serie tv della CW, iniziata da poco. Così decido di vedere il Pilot, ho voglia di dargli una possibilità e poi il titolo mi incuriosisce: The 100.
Scopro che si tratta dell’adattamento di un romanzo omonimo, scritto da Kass Morgan e pubblicato nel 2013 (che acquisterò, ho deciso!)
L’universo in cui la storia è ambientata è distopico: siamo nel 2110 e la Terra è ormai soltanto un pianeta apparentemente disabitato e radioattivo. Più di cinquant’anni prima, infatti, una terribile guerra nucleare aveva raso al suolo ogni forma di vita, rendendolo un luogo invivibile e costringendo i pochi e fortunati superstiti, circa quattromila umani, a rifugiarsi in una grande stazione spaziale, chiamata “L’Arca.” La vita nello spazio è dura, poiché le riserve di cibo ed ossigeno iniziano ad esaurirsi a preoccupante velocità ed è anche per questo che, sull’Arca, chiunque commetta un reato viene punito con la morte, fatta eccezione per i minori di diciotto anni che, invece, vengono arrestati.
Tra gli scienziati e i medici che lavorano alla stazione, si fa via via strada la convinzione che la Terra possa essere di nuovo abitabile e che le radiazioni che l’hanno flagellata si siano, in qualche modo, riassorbite.
L’unico modo per scoprirlo è tornare, e tornare diventa di vitale importanza visto che la vita e la sopravvivenza della razza umana sono in serio pericolo di estinzione senza la presenza di risorse rinnovabili. Il Consiglio dell’Arca decide di “sacrificare” i giovani cento detenuti e di inviarli sulla terra in avanscoperta, anche a rischio di perderli, visto che non c’è certezza che l’aria sia respirabile.
La missione prevede che i Cento sbarchino sulla Terra e sondino il terreno, in cerca di forme di vita e di possibilità di sopravvivenza.
Ora, voi immaginate cento adolescenti, tutti o quasi ribelli per giunta, che si ritrovano liberi dopo anni di prigionia e senza la supervisione di “adulti”, in un luogo in cui possono fare ciò che desiderano, autogestendosi, e in cui vige l’anarchia. In poche parole, il delirio totale.
Tra chi cerca di sabotare l’arrivo di quelli rimasti sull’Arca e chi cerca, invece, un modo per comunicare con loro per far si che li raggiungano, i Cento scopriranno ben presto che, in un mondo in cui non ci sono regole, in cui spuntano cervi a due teste e in cui nebbie tossiche possono bruciarti la pelle, non sono da soli come credevano: alcuni superstiti della Guerra sono riusciti a sopravvivere, non si sa come, e non hanno affatto intenzione di accoglierli a braccia aperte, al contrario.
Incominciato da pochissimo(siamo solo al quinto episodio, per ora!), ho la sensazione che questo telefilm mi piacerà sempre di più. Fatemi sapere cosa ne pensate voi!