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I CENTO VELI di Massimiliano Comparin

Creato il 01 marzo 2011 da Paolo Franchini

I CENTO VELI di Massimiliano ComparinÈ un esordio che convince quello del varesino Massimiliano Comparin, un debutto che si spinge ben oltre i confini del romanzo.

Accanto a una trama strutturata come si deve, ci sono ambientazioni reali e personaggi verosimili, tutte figure con i piedi ben piantati nel presente e lo sguardo rivolto al passato. Perché serve guardare indietro per non perdere di vista il futuro, soprattutto quando l’autore decide di confrontarsi con il passato che appartiene a chiunque ed è identico all’orrore che si accompagna alla parola foibe. Storia di qualche decennio fa, pagine e pagine scritte col sangue di tanti innocenti, fogli zeppi di atrocità che abbiamo iniziato a leggere con la dovuta attenzione solo da poco.

Comparin racconta la sua storia in prima persona e si lascia coinvolgere dal romanzo per prenderci per mano e farsi seguire dove è giusto.

A volte, va detto, l’impressione è che ci conduca con troppa decisione, descrivendo anche quello che il lettore preferirebbe, forse, immaginare senza troppi vincoli. Lì fra le righe, magari, proprio dove l’anima vera di un romanzo, talvolta, si nasconde all’insaputa dell’autore stesso. Sono sfumature, comunque, tratti che caratterizzano lo stile narrativo e non mancanze. Un po’ come i tanti dialoghi che, talvolta, Comparin utilizza per narrare, monologhi indispensabili affidati spesso a protagonisti diversi perché ne «I cento veli», va detto anche questo, non è solo chi racconta la vicenda a essere il primo attore: è chi la vive al suo fianco.

Testimone, vittima o colpevole che sia.


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