Da diversi anni coloro che vogliono smettere di fumare possono usufruire dei cerotti anti-fumo o transdermici, non sempre questi oggetti fanno il loro dovere, in percentuale solo la metà di coloro che li usano riesce veramente a togliersi il vizio del fumo ma secondo una recente ricerca, anche se non raggiungono l’obiettivo, i cerotti posso ugualmente essere utili.
Le Università di Burlington, Nashville, San Diego, Durham e Wahington hanno pubblicato sulla rivista Neurology una ricerca secondo cui la nicotina rilasciata dal cerotto nell’arco di 6 mesi migliora le funzioni cognitive di tipo attentivo, la memoria e i processi mentali, tutte quelle funzioni attaccate da malattie come l’Alzheimer.
Il rapporto tra fumo e memoria comunque è molto ambiguo, da un lato ci sono ricerche che sostengono che per chi presenta alterazioni cognitive lievi la nicotina sia un tocca sana per la memoria operativa, quella che ospita informazioni recenti, dall’altro sembra che le sigarette abbiano un effetto assolutamente negativo per il cervello di soggetti con un certo corredo genetico.
Ovviamente i risultati di entrambe le ricerche vanno presi con le pinze, infatti anche se il fumo aiuta alcune funzione della memoria è anche vero che di fronte a un compito di programmazione e di decisione motoria i fumatori sono risultati più lenti dei non fumatori.