Un senso di stupore di fronte all’idea di spazio e infinito che viene fatto balenare fra ciò che noi crediamo possibile e ciò che invece è in realtà.
La differenza sostanziale fra un essere umano e l’idea di Dio.
Il divino è riconosciuto laddove uno schema inoppugnabile si manifesta e le molteplici domande che questo stupore (cfr. 51) fa nascere nell’intelletto umano, rendono comunque nettamente inferiore il livello delle risposte certe.
Quando si parla di Dio nulla è certo.
Dio, inteso come un’entità superiore che tutto comprende e provvede, non sta necessariamente a significare che da qualche parte, non si sa bene dove ma le teorie sono molte, ci sia un tizio con un triangolo fosforescente in testa che passa tutto il suo tempo seduto su una nuvola a fare il voyeur. Un dio che, con un cannocchiale di precisione in mano, intento osserva in modo speciale ognuno di noi per preservarci dal male e concederci tutto il bene quando pregando glielo chiediamo per favore. Un dio insomma che sarebbe una specie di super portiere, guardiano, medico, antifurto, baby sitter, posteggiatore, infermiera, analista etc., pronto ad esaudire tutte le nostre personali necessità. Se solo rispettiamo la forma e gli concediamo le 4 o 5 stracchiate preghierine quotidiane che il credo religioso a cui apparteniamo indica. Ovviamente.
E' un'dea molto semplicistica non vi pare?
Si spera che Dio, se esiste, abbia almeno una personalità divina.
O no?
Dio, per sua stessa definizione, è al di sopra del bene e del male.
Dio è tutto.
Dio è bene e male. Dio è Yin e Yang. Dio è On e Off.
Dio è il tutto.
Dio siamo noi.
E noi, esseri coscienti e liberi di vivere seguendo i precetti del nostro libero arbitrio personale, abbiamo la possibilità di scegliere quale posizione assumere nel mondo e di quale meccanismo fare parte.
Ci si potrà accontentare di molte cose oppure non trovare mai requie.
Perchè in realtà non esiste una regola definita nelle manifestazioni dell’atto sincronico con cui il “divino” si rivela, e il momento in cui ci rendiamo conto della necessità di un preciso cambiamento personale.
Più è cristallino lo stato di coscienza individuale (l’essere consapevoli delle connessioni implicite ed esplicite del proprio Io con l’Ambiente/l’Altro da Sé), maggiore è l’influenza positiva che esercitiamo sull'ambiente. Ed è in questo modo che si viene a creare il presupposto energetico-sincronico, Qi (clicca sul link per approfondire), per cui la normale soluzione dei problemi quotidiani risolve nodi ad altri livelli.
Per questo si parla di Etica.
Chi non è etico subisce l'Ignoto, cioè la paura, come momento doloroso, una punizione ingiusta e incomprensibile per cui o piange, o si arrabbia.
O lobo destro o lobo sinistro.
O troppo razionale o troppo emotivo.
Chi è etico ne trae invece un insegnamento. Non piange e non si arrabbia. Acquieta le due esigenze come è possibile in quel momento e procede in ciò che riconosce come proprio.
Nel riconoscere il Tao (clicca sul link per approfondire) riconosciamo che il mondo intorno a noi è insondabile.
L’Altro da Noi infatti si manifesta quanto noi e, nel movimento del tutto personale che segue quanto noi, è perfetto quanto noi. Siamo solo e soltanto noi che possiamo decidere se disturbare questo movimento, o inserircisi con naturalezza.
L’etica interiore di ogni uomo, lo stato di coscienza che ognuno manifesta al proprio grado e alle proprie possibilità, è ciò che istintivamente muove verso alcune scelte di vita piuttosto che altre.
Per la grande bellezza che deriva dal nostro manifestarci essendone all’altezza. Da quanto noi ci aspettiamo e sappiamo di poter ottenere da noi stessi.
In questo processo l’etica è l'unica misura a nostra disposizione per poterci auto-valutare, ma purtroppo far coincidere al concetto di etica il tedioso criterio del sacrificio, contrapposto al carpe diem moderno, è il più grande errore di valutazione che la investe.
In realtà il sacrifico maggiore che un uomo possa fare è rendersi conto che i propri desideri non sono necessariamente gli unici obiettivi al mondo. A volte è davvero doveroso e necessario rinunciare a qualcosa di esclusivamente personale per favorire invece l'altro da sè. Il desiderio è infatti spesso momentaneo e legato a un preciso lasso temporale. Inseguendo il desiderio, che nel tempo si rivelerà superfluo, si tende a dimenticare le connessioni più importanti.
Quello che accade in questo processo è solo lo stato di coscienza personale a poterlo supportare e questa riflessione si manifesta sul piano delle azioni. Pensiamo all’esempio banale del famigerato bisogno di petrolio che tante guerre politiche, sociali e reali provoca. Su questo pianeta stiamo agendo sconsideratamente da più di un secolo e per ognuno di noi è oramai arrivato il momento di sedersi a un tavolino per prendere coscienza del riflesso delle proprie azioni nel mondo: capire cosa davvero riteniamo lecito desiderare.
In quest’epoca di grandi incertezze è sempre più chiaro che dobbiamo iniziare ad avere desideri che provochino un minor sfruttamento delle risorse fisiologiche del pianeta e permettano invece una condivisione della ricchezza in modo più equo per tutti gli esseri umani.
L’Ignoto è la bellezza del Mistero laddove l’uomo non ha parole per descriverlo.
Noi dimentichiamo spesso che la nostra vita è quotidianamente a contatto con l'Ignoto e il Mistero, tendendo a costringere il nostro pensiero in gabbie pre-costituite da chi, non potendo essere libero lui stesso, desidera che gli altri siano prigionieri degli stessi desideri che prova per sè stesso.
Il Nobile riconosce le dinamiche che corrispondono all'Etica del Tao e se ne appropria.