Miglior film: "Argo" di Ben Affleck
Miglior regia: "Vita di Pi" di Ang Lee
Miglior attrice protagonista: Jennifer Lawrence in "Il lato positivo"
Migliore sceneggiatura adattata: "Argo" - Chris Terrio
Migliore sceneggiatura originale: "Django Unchained" - Quentin Tarantino
Miglior attore protagonista: Daniel Day-Lewis in "Lincoln"
Miglior attore non protagonista: Christoph Waltz in "Django Unchained"
Miglior attrice non protagonista: "Anne Hathaway" in Les Misérables
Miglior corto animato: "Paperman" di John Kahrs
Miglior film d'animazione: "Ribelle - The Brave" di Mark Andrews e Brenda Chapman
Migliore fotografia: "Vita di Pi" - Claudio Miranda
Migliori effetti visivi: "Vita di Pi"
Migliori costumi: "Anna Karenina" - Jacqueline Durran
Miglior trucco: "Les Misérables" - Lisa Westcott e Julie Dartnell
Miglior corto documentario: "Inocente" di Sean Fine e Andrea Nix Fine
Miglior cortometraggio: "Curfew" di Shawn Christensen
Miglior film straniero: "Amour" di Michael Haneke
Miglior sonoro: "Les Misérables"
Miglior documentario: "Searching for Sugar Man"
Miglior montaggio sonoro: "Skyfall" ex-equo con "Zero Dark Thirty"
Miglior montaggio: "Argo" - William Goldenberg
Migliori scenografie: "Lincoln" - Rick Carter e Jim Erickson
Migliore colonna sonora: "Vita di Pi" - Mychael Danna
Migliore canzone originale: "Skyfall" - Adele Adkins e Paul Epworth
Cosa avranno da dire i Cineuforici dell'ultima premiazione dell'Academy? In tutta onestà, non molto. Stavo per scatenare il solito pamphlet contro l'annuale pomposa presentazione hollywoodiana dei film ufficialmente più noiosi dell'anno, quando leggendo un post del nostro amico Kelvin mi sono reso conto che sì, gli Oscar sono una premiazione di un'industria, di una fabbrica del cinema che è hollywood, che ha le sue chiare "linee di partito", e che non dovrebbe essere vista come una premiazione della critica come per i festival europei. Eppure, eppure. Nell'ottica già conformista della giuria degli academy, ci mancava proprio il paraculismo. Negli ultimi due anni hanno vinto due film, The Artist e Argo che celebrano a viso aperto lo stesso mondo hollywoodiano; Argo, che è un bel film, non vale però la metà della precedente pellicola di Affleck; ma l'idea di Hollywood che tira fuori gli ostaggi dall'Iran di Khomeini deve aver attizzato l'eccitazione della giuria più mono-razza (tutti bianchi), mono-genere (tutti uomini) e mono-age (tutti anziani), insomma mono-tona della settima arte. Praticamente, per un membro dell'Academy premiare Argo equivale a premiare sè stesso. Premiare un Ang Lee per il suo film più mediocre fino ad ora, peraltro realizzato quasi interamente in computer-grafica, è sinonimo di cecità o demenza senile. Cecità che, matter of fact, trova per noi compimento nel non dare neanche mezzo premio all'unico, vero film interessante della serata ovvero Beasts Of The Southern Wild. L'assenza nella lista non dico dei miglior film (è chiedere troppo ahimè) ma della migliore regia con Paul Thomas Anderson, uno di quei registi che capitano una volta ogni due decenni come Orson Welles o Stanley Kubrik, si commenta da sola. L'unico altro film esterno agli schemi del conformismo yankee è Amour che però ha già vinto premi in ogni dove e speriamo sinceramente che non ne vinca più. Cioè, non è stato l'unico film uscito l'anno scorso. Adesso basta. Che dire: Arrivederci alla prossima Fiera della Vanità, ooops! dei prossimi Academy! S.U.