In parlamento si assiste alla moltiplicazione dei gruppi parlamentari, a sostegno della maggioranza e tutti si definiscono la terza gamba del centrodestra.
Dopo i Responsabili, sono nati i Coesi. Col PDL, fanno tre gambe. Ma hanno sempre detto che i tavoli a tre gambe sono traballanti, e tutt’al più servono per le sedute spiritiche.
Tre fuoriusciti dal Fli Pasquale Viespoli, Maurizio Saia, Giuseppe Menardi (quello che dà retta alla mamma), insieme a 4 prestati dal PDL, (Cardiello, Nessa, Palmizio e Piscitelli) hanno formato, al Senato, il gruppo dei Coesi, un gruppo che si chiama “Coesione nazionale”.
A questo gruppo si è unito anche Adriana Poli Bortone, che lascia l’Udc-autonomia (era la leader di Io-Sud) e si ritrova insieme a Riccardo Villari, ex Pd, il tutto per fare gruppo sufficiente in modo da avere le proprie rappresentanze dappertutto, nelle commissioni come nell’ufficio della Presidenza.
Ma cosa ci costa tutto questo andirivieni? Si dirà parlamentari erano e parlamentari restano, quindi non aumentano le spese. E invece no. Perché ci vogliono le strutture, le attrezzature alla rappresentanza del presidente del nuovo gruppo, le auto blu, il personale di assistenza e i gettoni di presenza nelle commissioni.
Anche la terza gamba dei Coesi si dice saldamente attaccata al centrodestra, lontana da velleità alternative al PDL. Ma allora che bisogno c’è di moltiplicarsi? Semplice, per avere la maggioranza in tutte le commissioni.
Una pallina bianca ed una nera a ciascuno dei gruppi parlamentari presenti nelle commissioni, più gruppi sono nella maggioranza, più sono le palline a favore. Hanno inventato una nuova manfrina per vincere.
Al Senato, restano senza casa, per ora, i 6 finiani che hanno votato contro il Milleproroghe. Ma fino a quando dureranno?