Non mi è mai piaciuto lasciare i libri a metà, tanto meno quando sono libri che sto leggendo volentieri, ma può capitare che, all’improvviso, un altro interesse si infili nel tempo che stai dedicando ad una lettura, quindi la molli lì, salti altrove e sai che, prima o poi, tornerai dove hai lasciato. Allora ho imparato a tollerare questa imperfezione, non ad abusarne, a tollerarla, saltuariamente, solitamente mi sforzo di finire ciò che ho cominciato, è una deformazione a cui faccio fatica a rinunciare, come se non mi sentissi a posto con la coscienza.
E’ successo questo con “I cani là fuori”. Ho cominciato a leggerlo più di un anno fa, poi non ricordo perché, ma l’ho mollato lì, sul comodino, e c’è rimasto fino a qualche giorno fa, infilato sotto una pila di altri libri che, nel frattempo, si sono alternati e sovrapposti.
Poi è successo che Gianni Tetti ha pubblicato un altro libro, non molti giorni fa. Sono stata al Salone, anche quest’anno, e ho acquistato il suo ultimo lavoro. Allora mi sono detta “ennò eh, prima finisci di leggere quell’altro e poi passi a quello nuovo, se no non vale”.
Così l’ho ripreso, anzi, l’ho proprio ricominciato da capo, che ormai avevo perso il filo.
Undici racconti. Slegati? Manco per niente. Tutti perfettamente incastonati in un titolo che non poteva essere diverso. Tutti legati tra loro, a parte la cosa dei cani, da un filo decisamente viscerale, una questione “di dentro” che io proprio non ve la so dire a parole.
Gianni Tetti scrive secco e tagliente, come deve essere. Un altro che non ci gira tanto intorno.
“E per il resto niente”, quello che mi è piaciuto di più.
I CANI LA’ FUORI – GIANNI TETTI
NEO. EDIZIONI
PREZZO: € 12,00
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