Evviva, mi dico, Centostorie compie tre anni e sabato ci sarà l’annuale festa in libreria ( a cui tutti i lettori di questo blog sono ovviamente invitati). A parte le migliaia di milioni di miliardi (esagero eh….) di persone che ho visto, incontrato, sfiorato in questi anni vorrei dedicare questo post un po’ pop un po’ melò ai miei amatissimi clienti e a ciò che ho scoperto di loro.
Perciò seguirà breve decalogo di cose che ho imparato e che devo tenere a mente.
1) Ci sono molti libri che sostengono che i bambini dal naso tirano fuori le idee, ma io credo tirino fuori caccole con due fondamentali obiettivi: mangiarsele e/o attaccarle alle pareti di Centostorie
2) I bambini sono clienti esigenti e schietti, se un libro li annoia hanno mille maniere per fartelo notare mentre tu ti spertichi per coinvolgerli. La più frequente nella mia libreria è “ma quando cominci a raccontarci la vera storia?”
3) Esistono molte case editrici per bambini per molte tasche e molteplici gusti. Ma sono sicura che esistono ben poche che fanno davvero un buon lavoro pensato sui bambini. Esistono alcuni responsabili commerciali davvero simpatici e altri no.
4) Per aprire una libreria per bambini servono mille ingredienti, di cui uno non scontato sarebbero i soldi. Ad averlo saputo tre anni fa…
5) Le mamme sono assolutamente fuori di testa. Possono amarti neanche fossi il samaritano salvifico o odiarti con una follia simile a quella di un sadico omicida seriale. Dipende da una serie di coincidenze, umori, stati d’animo e sintonia. Tuttavia per quanto siano incredibilmente complesse, la maggior parte darebbe organi sani per veder sorridere il proprio pargolo. La cosa mi emoziona terribilmente e mi convince ogni volta che all’interno delle mura del mio negozio si compia ogni volta un piccolo miracolo di amore fra due esseri umani. Cosa rara in questi tempi (e mi perdonino i papà se non li ho citati, ma sono quasi sempre più dimessi nella dimostrazione di sentimenti).
6) Mio nonno deve ancora capire che lavoro faccio, non si spiega come mai una con una laurea e un signor master abbia un negozio. Tutte le volte mi approccia nel tentativo di partecipare alla mia soddisfazione e carpire informazioni sul motivo per cui sono caduta in un tal baratro.
7) Non accoppiare mai pizzette e libri. Le prime servono come frisbee durante le feste di compleanno, i secondi come porte attrezzate a pararle.
8 ) Chi l’ha detto che bisogna avere un’aria snob e retrò e intellettuale per avere una libreria? Io rivendico l’animo popolare e periferico della mia. Diffidare sempre di chi è troppo dentro a qualsiasi settore per rendersi conto di dove va il mondo.
9) La volta migliore non sono ancora riuscita a deciderla, mentre le peggiori ce l’ho tutte davanti agli occhi. Messe sul piatto della bilancia non pesano quanto il sorriso soddisfatto di mia figlia che ama i libri fra cui sta crescendo, le parole sincere di affetto e stima che riceviamo, la voglia e il coraggio di cambiare delle donne che mi scrivono, i miei libri per bambini preferiti, i dibattiti sulla dragologia, sulle principesse i maghi e gli stregoni che ogni piccolo cliente porta con se varcando la soglia arancione della mia Centostorie.
10) Echecavolo…me so commossa pure stavolta…
Certo che si può fare un mondo migliore, ma certo che si può.
Ben Harper – Better way
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