Un decalogo per scrivere un buon Noir. Come non dare retta a uno scrittore del livello di Elmore Leonard? Eccovelo qui sotto:
- Niente descrizioni ambientali, di solito il lettore passa direttamente ai personaggi.
- Niente prologhi, infastidiscono chi legge.
- Usare il dialogo tra virgolette e introdurre le battute esclusivamente con “dice”.
- Non accostare nessun avverbio al verbo “dire” (vietato “dice improvvisamente).
- Fare poco uso di esclamativi, la giusta misura è 2 o 3 ogni 100mila parole.
- Non usare l’avverbio “improvvisamente”.
- Utilizzare con misura frasi di gergo, straniere o dialettali.
- Niente descrizioni dettagliate dei personaggi (modello di sinteticità, Hemingway).
- Condensare al massimo luoghi e situazioni per non rallentare il pathos dell’azione.
- Eliminare senza scrupoli le parti che il lettore salterebbe.
Punto 6... ecco a me capita di usare quella maledetta parola. So che è una bestemmia letteraria. La sensazione di imprevisto non va detta, va dipinta. Scrivere "improvvisamente" è come spezzare una catena magica. Gli eventi si susseguono nella narrazione e non è necessario spiegare che accadono all'improvviso. Accadono e basta. Dovrebbe essere sufficiente descrivere la sorpresa del personaggio colto alla sprovvista per eliminare quell'improvvisamente. Eppure... mi scappa. In alcune sistuazioni non riesco a farne a meno. Devo ancora crescere parecchio. Devo ancora crescere parecchio.
Grazie a Lara Manni per avermi ricordato il decalogo.
(l'elenco delle lezioncine di scrittura pubblicate fino ad oggi lo trovate qui).