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I consigli per l’estate dei Serpenti (4): John Lansdale e Mark Twain

Creato il 02 agosto 2015 da Viadeiserpenti @viadeiserpenti

di Lorena Bruno

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Può capitare che d’estate, in riva al mare o all’ombra di un albero, venga voglia di libri avventurosi, magari per ricordare le letture fatte da piccoli, quando la fantasia accresceva il fascino di ogni particolare della storia; oppure per distrarsi da libri più impegnativi, che si divorano meglio sotto plaid caldi. Da piccola Il giornalino di Gian Burrasca mi divertiva, ma mi appassionavano di più le storie di Louise May Alcott; in seguito ho scoperto quanto possa essere piacevole un libro sulle avventure di ragazzi cresciuti in mezzo ai boschi.

Per questo consiglio In fondo alla palude di Joe R. Lansdale, pubblicato da Fanucci editore. Ambientato in Texas negli anni Trenta, racconta di Harry e della sorellina Tom (sarà un omaggio a Mark Twain?), che si inoltrano nel bosco per seppellire il proprio cane e si imbattono nel cadavere di una donna di colore. Tornando verso casa, nel buio scorgono l’Uomo-Capra, figura leggendaria di cui tutti parlano ma a cui credono in pochi. Raccontano tutto al padre che inizia a indagare su quell’omicidio. L’autore introduce così il tema del razzismo di quegli anni, quando il divario tra bianchi e neri non era questione che si potesse affrontare facilmente con il criterio dell’uguaglianza. Con uno stile scorrevole e con piacevoli punte di ironia, Lansdale conduce la narrazione senza esitazioni, attraverso gli occhi di un ragazzino che sta per diventare adolescente e che si scontra con la violenza, il razzismo e la morte. Il testo è molto ricco di suggestioni, l’ambientazione efficace è fatta della descrizione di fiumi e stagni, di ponti malandati e di case con i portici, di tensioni razziali, lavoro nei campi e chiacchierate dal barbiere, colorandosi di un’atmosfera noir.

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Può capitare anche che dopo aver letto In fondo alla palude venga la curiosità di approfondire la conoscenza di uno di quegli autori cui Lansdale deve molto, come Mark Twain. Il filone in cui il romanzo di Lansdale si iscrive fa riferimento a capolavori come Le avventure di Tom Sawyer o Le avventure di Huckleberry Finn, per cui al lettore curioso può venire in mente di spulciare lo scaffale della libreria dedicato allo scrittore americano; in tal caso potrebbe imbattersi in uno di quei libri che si discostano molto dal genere avventuroso dei personaggi come Huck o Tom e trovare Il diario di Eva (Feltrinelli). Tra queste pagine la voce femminile di Eva descrive i suoi primi giorni nel Paradiso terrestre, alla scoperta degli animali, delle stelle, dell’acqua e del fuoco, nonché del suo amore per Adamo. Si tratta di una voce molto consapevole, per essere quella di una donna nata solo da un giorno, che si nutre di mele e che si distingue dall’uomo per la sua sete di conoscenza, per il suo entusiasmo nella scoperta e per il suo acume. Eva si sente un esperimento e ragiona di conseguenza, sperimentando gli elementi, la gravità e sentimenti come la paura, quando scopre il fuoco, che la porta alla malinconia. Con un linguaggio semplice e uno stile che a tratti si fa molto poetico, Twain tratteggia i pensieri di una donna che si ritrova in vita da un giorno all’altro, consapevole dell’esistenza di Dio, che osserva il creato e che fa supposizioni sulla scomparsa della luna al mattino; in questa sua tensione verso la conoscenza e nell’entusiasmo verso le creature del Paradiso, Eva si sente molto distante da Adamo, da cui è comunque molto attratta. Le pagine del diario sono alternate alle illustrazioni d’epoca di Lester Ralph.

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