I cristiani d’Oriente contro l’ingerenza occidentale

Creato il 24 ottobre 2011 da Eurasia @eurasiarivista
Siria :::: Thierry Meyssan :::: 24 ottobre, 2011 ::::  

Fonte: “Voltaire Net

La guerra contro la Siria, pianificata da Stati Uniti, Francia e Regno Unito per metà novembre 2011, è stata bloccata in extremis dai veti di Russia e Cina, al Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Secondo Nicolas Sarkozy, che ha informato della questione il Patriarca maronita durante un burrascoso incontro all’Eliseo il 5 settembre 2011, il piano prevede l’esclusione dei cristiani mediorientali da parte delle potenze occidentali. In questo contesto, in Europa ha preso il via una campagna mediatica che accusa i cristiani d’Oriente di collusione con le dittature. Madre Agnès-Mariam della Croce, madre superiora del monastero di San Giacomo il mutilato, a Qara (Siria), risponde a questa propaganda bellica.

Thierry Meyssan: Lo speciale sinodo per il Medio Oriente affermò il carattere arabo dei cristiani di questa regione, sottolineando la rottura con il ventesimo secolo in cui la cristianità, nata in questa stessa regione, appare però come la religione dei colonizzatori.

Questa svolta ideologica ha portato la Santa Sede e tutte le Chiese d’Oriente a supportare la causa palestinese e le forze di Resistenza anti-Sionista, incluse quelle siriane. Questa evoluzione è stata anticipata in Libano dal Generale Michel Aoun e dalla sua alleanza con Hezbollah. I cristiani d’oriente sono diventati nemici di quelli d’occidente?

Madre Agnès-Mariam della Croce: Sì, il sinodo affermava categoricamente il carattere arabo dei Cristiani d’oriente, attraverso l’immersione e la simbiosi con questo ambiente storico e culturale.

Non dimentichiamoci che i cristiani d’oriente furono i pionieri del rinascimento arabo, il Nahda, insieme ai colonizzatori ottomani.

Furono loro, insieme ad alcuni musulmani eminenti, a ravvivare il linguaggio arabo e la sua universale influenza attraverso le traduzioni, da o verso l’arabo, di grandi intellettuali come ve n’erano ad Aleppo, Damasco e sui monti del Libano.

Le prime presse tipografiche del mondo arabo, furono portate dai cristiani, come Adballah Zakher. Comunque, con i movimenti pan-arabici agli albori del ventesimo secolo ed alcune tensioni all’alba dell’indipendenza, le fazioni cristiane si allontanarono ideologicamente dai fratelli arabi di altre confessioni.

Questo cambiamento fu evidente durante la guerra in Libano, quando alcuni cristiani libanesi rinnegarono a gran voce la loro appartenenza al mondo arabo, affermando di avere, tra le altre, origini fenicie o cananee.

La sconfitta cristiana nella guerra libanese riportò i cuori delle persone alla giusta misura, ricordandogli storia ed identità. I cristiani riscoprirono la loro missione nella terra dei loro antenati – dalla Mesopotamia al Mediterraneo, attraverso le sponde del Nilo – di trasmettere la speranza ai fratelli musulmani, che li avevano accolti come liberatori contro i colonizzatori bizantini, durante le guerre islamiche.

Dobbiamo ricordare il lavoro del defunto Padre Corbon, autore di un libro che ebbe grande influenza per i Pastori delle Chiese cristiane nel convincerli ad abbracciare la causa araba ed identificarvisi. Il titolo del suo lavoro, con cui sono in disaccordo, è “La Chiesa degli Arabi”.

Il Vaticano ha sempre supportato la causa palestinese, non per un qualche allineamento politico, ma per un senso di giustizia. Oggi questa posizione è stata adottata da tutti i cristiani d’oriente, inclusi gli ex-militanti anti-arabi.

Comunque, l’ingiusta interferenza degli occidentali – Stati Uniti e Francia su tutti – nei nostri affari regionali, che abbiamo già sufficientemente e amaramente sperimentato durante la guerra in Libano, e che prevale ancora in Iraq, ha portato i cristiani, ed i pontefici su tutti, ad essere estremamente prudenti.

Non vogliamo diventare nemici degli occidentali, ma dobbiamo renderci conto una volta per tutte che la sopravvivenza dei cristiani d’oriente non può più dipendere da qualche protettorato o da qualche Cancello Celeste; il nostro futuro dipende dall’onesto matrimonio tra i cristiani e i loro fratelli con cui convivono in Medio-Oriente, che riconoscono come loro fratelli di sangue al di là delle differenze di confessione, che non sono così grandi come possono sembrare.

I cristiani sono sempre stati usati come frangivento culturale verso l’oriente. Quando gli Ottomani, il malato dell’Europa,non avevano altra alternativa che accogliere i vari consoli occidentali che arrivavano con i loro missionari verso Aleppo ( Francesi, Italiani, Veneziani, Olandesi, Austriaci, Inglesi, etc…), i cristiani erano il tramite che permetteva loro di adattarsi al misterioso Oriente.

Alla fine, i cristiani non sono nemici di nessuno. Hanno accolto gli occidentali come i musulmani. In ogni caso, dopo così tanti ostacoli, hanno guadagnato il diritto di criticare gli errori, la poca lungimiranza, o l’infausta rabbia dell’occidente, che promuove i suoi interessi a scapito della presenza secolare dei cristiani e di altri componenti etnici e culturali del tessuto socio-demografico orientale. Possiamo accettare i principi democratici, facendo loro prendere in considerazione il nostro punto di vista, oppure dobbiamo accettare che stiamo affrontando ancora una volta un sistema imperialistico che ci richiede di rimanere in silenzio e obbedire.

Thierry Meyssan: La stampa cattolica occidentale sta mettendo su un energico attacco contro il nuovo Patriarca Maronita e la sua reazione ostile ad un intervento internazionale a favore di un cambio di regime in Siria. I suoi detrattori lo accusano di collaborazione con la “dittatura di Assad”. E’ vero che la minoranza cristiana in Medio Oriente ha paura della democrazia?

Madre Agnès-Mariam della Croce: Io sono delusa dalla stampa cattolica che segue ciecamente gli andamenti dettati dai padroni del mondo e che ripete come un pappagallo ciò che viene detto dai principali media. E’ triste che in tempi così difficili dobbiamo innanzitutto spiegare noi stessi ai nostri fratelli cristiani che sono stati riempiti di concezioni erronee, incomprensioni e disinformazione su di noi; a parte poche eccezioni di cui apprezzo il coraggio.

L’occidente è abituato ad essere il giudice, l’autorità, il sostenitore ed il guardiano dei cristiani d’oriente. Questo è dovuto alla troppa compiacenza che c’è nei confronti di una cultura alternativa che è stata adottata troppo ardentemente.

Una cosa è parlare francese, un’altra è permettere ai francesi – o ad altri occidentali – di comportarsi da educatori e guardiani dei cristiani d’oriente. Il Patriarca maronita ha detto ciò che pensava, insieme ai suoi colleghi, gli altri Patriarchi del Medio Oriente. Non lo ha fatto in complicità con una dittatura, ma in armonia con il suo pensiero sulla giustizia e nell’interesse delle comunità cristiane.

Certo, le parole del Patriarca contrastano, in modo molto autorevole, con le manovre della comunità internazionale che punta a stabilire in Siria a qualunque prezzo un regime fantoccio come hanno fatto in Libia. Il fatto che siano così interessato agli affari siriani – oh! se solo fossero stati così interessati durante la guerra in Libano quando fummo massacrati in silenzio! – al punto da mettere in risalto nei media le notizie del Nuovo Totalitarismo quotidianamente, dovrebbe attrarre l’attenzione di ogni individuo realmente libero e critico.

Affermare che i cristiani d’oriente ed i loro Pastori esitino ad unirsi alle rivoluzioni arabe perchè temono la democrazia è una chiara denigrazione.

I cristiani ovunque nel mondo sono sempre stati pionieri di libertà di parola, uguaglianza tra cittadini, e dignità della persona.

È falso affermare che culturalmente ignoriamo il significato della democrazia, che le nostre famiglie sono autoritarie e che in generale non c’è democrazia nella Chiesa.

Questo è semplificare e leggere superficialmente la realtà: perchè non parlare dell’amore che regna nelle nostre famiglie? Grazie a questa armonia, non abbiamo bisogno di una maggioranza per governare, visto che il consenso è la nostra realtà quotidiana, che unisce tra loro i vari membri di questa congregazione. Come per la Chiesa, è la comunione che sostituisce le relazioni tra i membri.

Per trattare la Chiesa e la famiglia in modo democratico, si devono politicizzare realtà che sono infinitamente più profonde degli interessi della Polis. Sono sorpresa che i preti che organizzano seminari di preghiera e digiuno siano in realtà legati ad una visione della famiglia, della Chiesa, della società a senso unico, al punto da diventare consulenti volontari che impongono, come i vecchi colonizzatori, le loro opinioni perfette come oracoli, dall’alto alle povere masse siriane, viste come inferiori, incolte, cieche e senza potere.

L’Occidente è così orgoglioso che non può immaginare che possa esistere un diverso ordine civile, anche se il suo sta affrontando una crisi sociale, economica e morale insolubile.

Nelle società tradizionali leali al sistema ancestrale ereditato dai tempi biblici, ci sono altre maniere, altri parametri per organizzare la vita quotidiana di una società. Sto pensando al sistema patriarcale.

Sto pensando al sistema basato sulle alleanze tra famiglie, tribù, regioni, e paesi; un sistema federale basato sulla libertà e sugli interessi particolari della famiglia, o tribù, legata alla terra degli antenati.

Sfortunatamente, l’occidente ha spazzato via il concetto di fedeltà alla terra, alla famiglia, al gruppo etnico, in pratica all’identità ontologica. Il modello occidentale non è basato sulla conoscenza dell’individuo, ma sugli interessi esterni. È in nome di ciò che è economicamente conveniente che sacrificano – a beneficio delle multinazionali – i principi della propria terra, della famiglia e l’identità personale. Noi non ci rendiamo conto che siamo vittime di un totalitarismo molto più sfrenato e malvagio di quello dei piccoli regimi autoritari che cercano di rovesciare.

Questi ultimi quantomeno hanno il merito di valersi di reti d’identità sociale, familiare e tribale presenti nel nostro misterioso Oriente.

Sono cosciente del fatto che, vista da lontano, la nostra vita felice è completamente incomprensibile per l’Occidente.

Thierry Meyssan: Il Concilio Nazionale di Transizione siriano (CNTS), che fu costituito in Turchia, è dominato dai Fratelli Musulmani. La Fratellanza è sempre stata severamente repressa a Damasco e le loro storiche roccaforti sono ora il centro delle proteste. I Fratelli Musulmani vogliono imporre una versione moderna della Sharia. La loro preoccupazione di reintegrare i valori morali coincide con l’aspirazione di molti movimenti cristiani?

Madre Agnès-Mariam della Croce: Biasimo il fatto che i cosiddetti oppositori non accettino l’invito del Presidente Bashar Al-Assad a dibattere con lui riguardo le riforme che vuole portare avanti.

Invece, questa opposizione ha rifiutato tutti i negoziati, non solo con le sue dichiarazioni, ma prendendo le armi, perpetrando attentati terroristici e altri attacchi violenti. La CNTS non rappresenta la naturale emanazione delle aspirazioni del popolo siriano per i suoi diritti legittimi, ma è un prodotto artificiale frutto della collaborazione segreta con interessi che finiscono oltre il confine della Siria.

L’alleanza tra Fratelli Musulmani e Occidente è uno scandalo per i cristiani ed i musulmani che non vogliono che le questioni religiose si intromettano nei loro diritti civili.

Nei regimi secolari, stabiliti dopo il colonialismo tra la frenesia pan-arabica, tutti furono sollevati nel veder nascere una certa distanza tra la religione e lo Stato.

Ora, mentre gli occidentali giustamente rifiutano la sovrapposizione tra Stato e Chiesa a casa loro, sembrano disposti a promuovere qui l’abbattimento dei regimi secolari! È questo che spaventa la maggioranza della popolazione siriana. L’adozione della legge della Sharia nella sua interezza, come vorrebbero i Fratelli Musulmani, porterà a regimi teocratici, obsoleti e oscurantisti, come quello dell’Arabia Saudita. Come possiamo accettare questa regressione nel ventunesimo secolo? E quale tipo di modernizzazione possono portare alla Sharia i Fratelli Musulmani visto che, essendo di emanazione divina, non può essere mitigata o rettificata da nessun potere umano?

Sospetto che ci sia una collusione nascosta tra gli interessi del neo-colonialismo dell’Occidente e la violenza mentale esercitata nel nome della Sharia. Nonostante le loro pretese democratiche, i poteri occidentali sfortunatamente devono affidarsi ad un sistema che li aiuta a soggiogare le masse col pretesto della pietà o della fedeltà alla religione. In breve, i poteri occidentali hanno paura dei cristiani che, seguendo gli insegnamenti della Dottrina, sono liberi di agire secondo il Bene o secondo il Male e hanno ancora la loro dignità di esseri umani ragionevoli, responsabili dei loro pensieri, delle loro azioni e delle loro parole, contrariamente ai fondamentalisti musulmani.

Thierry Meyssan: Alcuni ecclesiastici occidentali che vivono nel mondo arabo, hanno ferventemente sposato la causa della “Primavera Araba”. Sostengono che gli europei non devono essere privilegiati, ma che tutti dovrebbero poter accedere agli standard di vita occidentali e beneficiare della democrazia.

Eppure, lei ed il Patriarca sembrate preoccupati per la rivoluzione siriana. Alla fine, i cristiani hanno un punto di vista comune o sono politicamente divisi?

Madre Agnès-Mariam della Croce: Penso che gli ecclesiastici occidentali che vivono nel mondo arabo siano votati alla causa della “Primavera Araba” mentalmente; sono rivoluzionari solo sulla carta.

Spesso non si rendono conto dello sforzo – essendo estranei alla rete sociale e alla costruzione dell’identità orientale – di ascoltare i veri desideri dell’enorme maggioranza silenziosa dei cristiani e dei musulmani.

Questi ecclesiastici occidentali sono i primi ad essere stati sviati e per dimostrare il loro disprezzo dei valori orientali che affermano di voler difendere, attraverso il potere della loro irrefrenabile convinzione, cercano di introdurre standard occidentali come se fossero le uniche norme universali e attuabili per il benessere e la dignità dell’essere umano.

Guardiamo questi standard con occhi orientali: dov’è l’importanza data alla famiglia, che si è sbriciolata al punto che l’identità di genere viene discussa all’ONU? E cosa ne è della morale occidentale che gli orientali trovano assolutamente ripugnante e, visto che possiamo parlare liberamente, perché non menzionare che in Oriente non avremmo mai accettato la banalizzazione degli aborti o l’isolamento degli anziani fuori dalle loro famiglie.

È ovvio che gli standard occidentali sono un riferimento soltanto per quegli orientali che sono alienati dalla loro stessa identità e che vivono in un mondo virtuale che gli permette di essere simili alle immagini dei loro idoli. Non è la rivoluzione che spaventa il Patriarca o i cristiani, ma l’interferenza dell’Occidente che suggerisce che stiamo affrontando una cospirazione o un movimento di dirottamento piuttosto che un evento completamente spontaneo.

I cristiani possono essere politicamente divisi, è un loro diritto. Sono sempre stati pluralistici, è un loro merito. Grazie alla libertà della loro formazione religiosa, sono gli artefici e, aggiungerei, un punto di riferimento per tutte le rivoluzioni degne di questo nome.

(Traduzione di Valentina Bonvini)

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