I Croods

Da Sambruno

Ai film d'animazione non resistiamo né io né mio padre: in pratica, due bambini di 3X e 62 anni. Così mercoledì siamo andati al cinema a vedere I Croods.
Prima di tutto il resto, io mi devo levare un sassolino dalla scarpa.
Non ne posso più dell'eterno conflitto padre/figlia! Variare un po'? Le adolescenti odiano anche la madre, eh! Soprattutto la madre, dato che il padre - saggiamente - molto di rado cerca un contatto con quello strano animale isterico in cui la sua bimbetta, che fino a ieri aveva cinque anni, si è trasformata! I padri assistono all'adolescenza delle loro figlie restando al margine del loro campo visivo, chiedendosi se sia più il caso di rivolgersi a un esorcista o a un killer; dopo tot numero di aggressioni verbali, giungono alla conclusione che il padre saggio sopravvive solo attendendo in disparte che l'aliena guarisca: è un istinto insito nella memoria genetica del maschio.
Ma non solo padre e madre: le adolescenti odiano anche i fratelli; con la stessa democraticità di un dittatore: non fanno distinzione tra maggiori e minori. E odiano le sorelle. E i nonni.
Le adolescenti odiano chiunque!
E allora, si potrebbe esplorare anche qualche altro tipo di conflitto?
Tra l'altro, com'è che si è arrivati a fossilizzarsi sulle equazioni: genitori = conservatorismo becero e bigotto, mentre giovane = fiducia nel futuro e intraprendenza e voglia di cambiamento? Non è solo così, in una famiglia, ma al cinema passa esclusivamente questo aspetto: la situazione di base è sempre la stessa, la risoluzione è sempre quella, declinata in gradazioni zuccherine in costante aumento... Ma vogliamo finirla di risolvere tutto con un abbraccio e un "ti voglio bene"? O se proprio, lo si potrebbe fare in modo meno sdolcinato? Con I Croods m'è scoppiato il pancreas! Non è che con situazioni diverse dalla crisi mortale che sfocia nel "Ti voglio bene, papà! Avrei dovuto dirtelo prima!" il messaggio non possa essere efficacemente trasmesso e altrettanto efficacemente recepito.
Ecco perché sopporto poco i film per famiglie: sono stantii.
Detto questo, passiamo alle cose belle de I Croods: ce ne sono a carrettate! :)

L'animazione è spettacolare, ma - per una volta - quello che mi ha colpita davvero non è stata la fluidità del movimento anche nelle scene più concitate, come quella della caccia all'uovo; sono stati l'attenzione al dettaglio (per esempio, le mani quando i Croods si muovono a quattro zampe) e, soprattutto, l'uso del colore nel realizzare il mondo al di là della caverna in cui la famiglia vive, segregata a causa del terrore. Il nuovo mondo da esplorare è un'esplosione di colori forti e brillanti: incantevole. E letale.
La DreamWorks Animation ha popolato questo mondo di creature fantasiose: uccelli-tartaruga, tigri con denti a sciabola dai colori... fluo, cani-coccodrillo, uccelletti piranha dallo sgargiante piumaggio rosso e becco da pellicano e capaci di spolpare in un pochi secondi una balena di terra, lasciandone solo le ossa. E ancora: elefanti-topo, altissimi fiori carnivori, struzzi con becchi da coccodrillo o corna di montone, gerbilli uniti per la coda. Insomma, una preistoria reinventata e fantastica, divertentissima e sorprendente da guardare, in cui i Croods si muovono con circospezione e meraviglia. "Avanti! Fermi! Avanti! Fermi!": così Grug, il capofamiglia, fa procedere i suoi, alla scoperta del mondo oltre la caverna: due passi e stop, due passi e stop perché, come ama raccontare alla sera, tutto ciò che è nuovo, insolito, diverso, tutto ciò che attrae e spinge a lasciare il riparo sicuro della famiglia e della casa, può portare a un'unica cosa: la morte.

È l'iperprotettività di Grug a innescare il conflitto con Eep (Hip, nella versione italiana), l'adolescente ribelle (l'ennesima) che vorrebbe vivere alla luce del sole e non nel buio della caverna. L'arrivo di Guy complicherà tutto: Guy è l'uomo nuovo, quello che usa il cervello invece che i muscoli - di fatti è magrolino persino in confronto a Eep.
Sul conflitto padre/figlia si innesta anche quello tra vecchio e nuovo, tra ieri e domani e persino quello dell'evoluzione, perché è chiaro che in un mondo pieno di promesse ma anche di pericoli ignoti, i Croods non possono sperare di vivere basandosi solo sulla forza - come hanno sempre fatto. La resistenza che Grug offre al cambiamento è scontata, ma è anche l'origine di momenti in cui si ride e si sghignazza.
Il film è pieno di gag divertenti e Grug ne è quasi sempre al centro. Nonostante come carattere sia abbastanza cliché, mi ha fatto simpatia: un burbero sfigato tutto tenerezza - e non solo per la sua famiglia. Un poco meno simpatia me l'ha suscitata Eep. Mi è piaciuta, comunque: va dato atto alla DreamWorks Animation di aver dato una bella personalità, tosta e maliziosa, alla solita ribelle. Non sfigura neanche Guy, che nel pericolo strilla come una femminuccia, quando mangia tampona la bocca usando una foglia come tovagliolo, ma che con le sue idee traghetta i Croods verso il futuro - compensando le sue mielosissime parole sull'inseguire il domani. Alla fine, tutti i cavernicoli escono cambiati dallo "schifoso viaggio" (cit.) che sono stati costretti a compiere: anche la piccola Sandy, che per tutto il film non è altro che una specie di ferocissimo botolo ringhiante, tanto che Ugga - la signora Croods - rimprovera il figlio Tonco ricordandogli che se non si sente pronto a sfidare Sandy, allora non deve guardarla negli occhi!

Ammetto che questa volta mi sono volutamente risparmiata la visione 3D: dopo aver visto un paio di trailer, avevo concluso che doveva essere spettacolare... e che pertanto non l'avrei sopportata. Del resto, anche la visione in 2D è caratterizzata da una notevole profondità della prospettiva.
Poco male, quindi: è stato lo stesso un bello spettacolo.
Nel doppiaggio, ancora una volta si distingue Francesco Pannofino: non lo conosco bene come attore, ma come "voce" - dopo North in Le Cinque Leggende e, adesso, Grug - mi piace parecchio. E, non per dire, ma ancora una volta vince ai punti contro il doppiatore originale di papà Croods. Ascoltate e giudicate voi stessi: Nicholas Grug Cage e Francesco Grug Pannofino.
E con questo, la mia wishlist si allunga ancora...

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