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Partiamo dal morale della favola che in qualche modo potrebbe ben adattarsi ai giorni difficili che molti italiani, me compreso, stanno passando in questi anni. L'insegnamento che la pellicola dedicata alla famiglia dei cavernicoli Croods ci propone è quello di non avere paura. Sembra un concetto semplice, quasi scontato, ma soprattutto oggi non lo è. Anche un film come questo può essere un incentivo a non lasciarsi travolgere e schiacciare dagli eventi negativi e a guardare al domani con maggior fiducia. A vivere anziché a sopravvivere, roba sempre più difficile.
Difficile come doveva essere la vita all'epoca preistorica, i pericoli erano molti per gli uomini, belve di ogni tipo erano sempre pronte a spacciarli. Così Grug, il capofamiglia dei Croods, tende a essere troppo protettivo con i suoi cari costringendoli a rifugiarsi sempre più spesso in buie caverne e raccontando loro storie di morte in modo da aumentare la soglia d'attenzione in tutta la famiglia. Hip, la figlia maggiore, odia però il buio delle caverne ed è un carattere curioso per natura, cosa che la porterà a spingersi in territori inesplorati dove incontrerà il positivo Guy, un ragazzo testafine con molte idee e una gran voglia di andare dritto dritto verso la luce del domani. Ma andarci non sarà così semplice, gli sconvolgimenti dovuti ai movimenti della placca terrestre complicheranno la situazione.
E' un film piacevole questo prodotto targato Dreamworks, con delle sequenze ben realizzate (davvero divertente la scena della caccia al cibo) e scenari colorati e fantasiosi che ci mostrano un mondo preistorico popolato da molte creature decisamente diverse dai soliti dinosauri ai quali ci siamo abituati. Non male anche lo studio dei personaggi e le dinamiche tra gli stessi che propongono un difficile rapporto padre/figlia adolescente, un simpaticissimo e quasi innocente (?) odio per la suocera che sarà fonte di numerose e divertenti gag, e la rivalità tra l'uomo più anziano e quello più giovane. Non mancano neanche il figlio scemo (Tonco), la moglie pacata e ragionevole (Ugga) e la piccolissima figlia minore, più simile a un mastino che non a una bimbetta (Sandy). Dopo la visione del film vi ricrederete sulla data reale in cui è stata inventata la fotografia. E ne riderete.
Ancora una volta la Dreamworks, tra alti e bassi, dimostra di aver numerose buone frecce al suo arco e di potersela giocare degnamente con avversari del calibro di Pixar e Disney.
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