I Croods conquistano il mondo!

Da Paolob
Avere figli piccoli oggi offre numerose opportunità.
In particolare ti impone la visione di film di animazione che non degneresti neanche di uno sguardo, in caso contrario.
E ti perderesti qualcosa di formidabile.
Ieri, domenica uggiosa e di lavoro, con Andrea che puntualmente si è fatto venire la febbre, nel tardo pomeriggio si vede un film.
Che film?
- Io voglio 'Cattivissimo me', risponde Bianca che ha solo l'obbiettivo dio andare contro il fratello per principio visto che manifestato la volontà di vedere i Croods.
- No Asterix e Topolino, rispondono i due figli immaginari che per fortuna non esistono.
L'importante è non essere mai d'accordo, nella nostra famiglia
Visto che Andrea è febbricitante e l'ultima volta ha deciso Bianca, si opta per i Croods.
Urla, strepitii, piedi che picchiano e poi, finalmente, il temporale passa. E si passa alla visione.
È un film che i miei figli hanno già visto con la mamma e amici in vacanza. Io avevo optato per una serata meravigliosamente in solitaria.
Il film è una continua lotta per la sopravvivenza di questa famiglia di trogloditi per nulla evoluti che un giorno vengono a contatto con un giovane evoluto che di fatto scuote la loro vita inutile.
Peripezie, lotte, corse, fuggifuggi, fino al lieto fine.
Perché vi parlo di questo film?
Perché, oltre al resto - cultura, evoluzione, paura del nuovo, apertura al mondo... - il film affronta decisamente il ruolo del padre, anche se non so quanto volontariamente.
Il capo-famiglia, che per tutta la vita protegge la famiglia, gli procura da mangiare, detta la linea e di fatto frena la loro evoluzione.
Un padre soffocante, premuroso, determinato, e ostentatamente chiuso su se stesso.
Che ha solo lo scopo quotidiano di 'proteggere'.
Quanto proteggere significa di fatto chiudere le opportunità di crescita?
Quanto occuparsi di, porta alla chiusura in se stessi?
Mi ha fatto tristezza nel film, vedere il padre che si animava, si agitava, per cercare di conservare la specie, di proteggere la sua famiglia dai pericoli, a di fronte una la famiglia stessa che voleva sempre di più staccarsi dalle sue attenzioni, alla ricerca di un'evoluzione naturale e giusta.
Maledizione, qual è l'equilibrio tra la protezione e il soffocamento, qual è il limite oltre il quale l'amore per i propri figli sconfina nel soffocamento?
Ora che incominciano a muoversi nel mondo, come faccio a proteggerli senza limitare la loro libertà di crescere?


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