I Crostoli in video per il Carnevale di Trieste

Da Lacucinadiqb
"Sei già partita?" "Ciao, dammi 5 minuti e sono a Padova est." "Ferma! Bisogna fare i crostoli!" "Ora?!" "No, quando arrivi. Ti prendi un'ora, facciamo un video dove fai vedere come si preparano e poi torni in ufficio." "Certo, così come entro in sala riunioni mi mettono l'arbre magique per cappello....ok, porterò un cambio, oltre alla planetaria e al mattarello."

E' il bello di una vita multitasking dove si passa dal controllo dei documenti per una gara nel Gabon a friggere i crostoli nella cucina di Veronica per le Cooperative Operaie di Trieste e le pagine del loro sito dedicate appunto al Carnevale Triestino. Detto, fatto! Confesso che è stato molto divertente anche se, visto i tempi molto ristretti dettati dalle esigenze dei tempi "televisivi" non ho potuto raccontare la storia delle "fritelle piene di vento" ovvero il modo in cui i crostoli, o galani, venivano chiamati a Venezia, la cui ricetta comparve per la prima volta nel XIV secolo nel "Libro de arte coquinaria" di Maestro Martino da Como (che era stato pubblicato anni prima, e per la prima volta, in Inghilterra) con il nome di "frictelle piene di vento, che pareranno piene et saranno vote." La ricetta venne poi ripresa nell'Opera Nova chiamata Epulario (Venezia, 1518), scritta da Giovàne de Rosselli, plagio dell'opera di Maestro Martin, da Cristofaro da Messisbugo e da Bartolomeo Scappi. E successivamente da ogni golosone sparso lungo la penisola con il nome di frappe, sprappe, nastri delle suore, bugie e via friggendo!

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