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I danni di una liberalizzazione mancata

Da Speradisole


I DANNI DI UNA LIBERALIZZAZIONE MANCATA
La mancata liberalizzazione dei farmaci della fascia C con ricetta ci costa 500 milioni di euro, ogni anno. Peccato, la loro vendita nelle parafarmacie e ipermercati ci avrebbe fatto risparmiare.

La concorrenza, si sa, fa bene al mercato. Se si apre la porta a nuovi attori i prezzi scendono a tutto vantaggio dei consumatori. Questa semplice logica, vale per tutti i settori. Compreso quello farmaceutico.

Il governo tecnico lo aveva capito e, per dare un nuovo impulso al mercato, aveva cercato di portare avanti la battaglia delle liberalizzazioni. Sei anni prima, questo passo era stato fatto dal governo Prodi, ministro Bersani, con i Sop (farmaci senza obbligo di ricetta)  e gli Otc (farmaci da banco),

La loro liberalizzazione aveva portato evidenti vantaggi: prezzi in discesa e apertura di parafarmacie e corner negli ipermercati. Purtroppo con il ritorno al governo di Berlusconi e dei suoi berluscones, la spinta positiva si è fermata e addirittura c’è stato un aumento generalizzato del 3,9%. Le farmacie hanno smesso di fare lo sconto, forti dell’appoggio del governo e alcune parafarmacie, senza più alcuna prospettiva di vendita, hanno chiuso.

Il governo Monti ha  provato a sbloccare di nuovo il settore, ma la sua manovra non è riuscita. Ha semplicemente aumentato il numero dei monopolisti facendo aprire (forse solo sulla carta) circa 5.000 farmacie in più.

L’apertura di queste “nuove” farmacie ovviamente non avverrà in modo omogeneo  o proporzionale ovunque, ma solo in rapporto alla popolazione. Ciò non porterà alcun beneficio in termini di diminuzione di prezzi dei farmaci, semmai per qualche consumatore, il beneficio consiste nel trovare il farmaco un po’ più vicino a casa, ma pagandolo comunque ancora molto caro.

Per i nuovi laureati farmacisti, l’apertura di nuove farmacie non porta alcun vantaggio, perché i concorsi per vincere la titolarità di una farmacia,  così come sono combinati, faranno vincere chi ha punteggi elevati, come l’anzianità di esercizio o chi è già in condizioni lavorative di vantaggio. Per esempio un anziano farmacista titolare, potrebbe vincerne un’altra e mantenere la titolarità della prima, semplicemente facendo una società fittizia con qualcun altro.

La questione più dibattuta nei decreti di Monti, questione che ha fatto imbestialire la lobby dei farmacisti titolari, era quella che riguardava i farmaci di fascia C che richiedono la ricetta medica.

Questi farmaci sono a completo carico del cittadino. Si tratta di un mercato molto importante (vale oltre 3 miliardi di euro l’anno) la cui apertura avrebbe consentito ai cittadini di risparmiare 500 milioni di euro ogni anno.

Gli interessi in gioco sono tanti e le lobby che si contendono questo ricco mercato sono molto agguerrite.

Risultato? Il governo non ha fatto alcuna liberalizzazione dei farmaci di fascia C. Ne ha aggiunti pochissimi ai precedenti Sop e Otc. I farmaci “liberalizzati”(circa 230) non portano alcuna novità sostanziale, perché sono medicinali simili ad altri già senza ricetta.

I decreti che contengono questa pseudo liberalizzazione dicono anche che le farmacie potrebbero fare sconti su tutti i tipi di medicinali a carico del cittadino.

Non credo che i farmacisti, fatta la legge che consente loro di conservare il monopolio dei farmaci e dei prezzi, raccoglieranno concretamente la possibilità di fare sconti sui farmaci.

Se facessi una scommessa la vincerei sicuramente.

Ma chi si divide il prezzo dei farmaci, qual’è la filiera?

Il prezzo dei farmaci di fascia A è fissato per legge. Ecco i margini di guadagno di tutti gli attori della filiera:

66,65%  alla CASA FARMACEUTICA

3%   al GROSSISTA

30, 35% al FARMACISTA

Per capire:

Farmaci Fascia A:

Sono quelli a carico del Servizio sanitario nazionale, con obbligo di ricetta. Se vengono prescritti su ricetta del Ssn sono gratuiti (eventualmente il cittadino paga il ticket). Se prescritti su ricetta bianca sono totalmente a carico del cittadino. Su questi farmaci il farmacista garantisce uno sconto per il Ssn, per cui il suo margine di guadagno si riduce a seconda del fatturato e della farmacia, ma non riduce di molto il margine di guadagno per la farmacia.

Farmaci Fascia C con ricetta

Sono a completo carico del cittadino. Il prezzo è libero e fissato dalla Casa farmaceutica e dalla filiera produttiva. In realtà i margini di ricavo della filiera adottano le stesse regole per i farmaci di fascia A. Il prezzo può cambiare solo negli anni dispari e non diminuisce mai.

Farmaci di Fascia C senza ricetta

Si dividono in Sop (senza obbligo di prescrizione) e in Otc (farmaci da banco). Il prezzo è deciso dal farmacista. Sono gli unici ad essere venduti anche nelle parafarmacie e ipermercati.

(Fonte: Ministero della Salute e Altroconsumo)


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