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I DELITTI DEL MACELLAIO DI CLEVELAND. - Conclusione.

Creato il 09 giugno 2014 da Nickparisi
Le due precedenti parti sono state pubblicate  QUI e QUI.
Attenzione: i contenuti e le immagini molto forti presenti in questo articolo potrebbero offendere la sensibilità di alcune persone. 
I DELITTI DEL MACELLAIO DI CLEVELAND. - Conclusione.
"La storia non è forse, in ultima istanza, il risultato della nostra paura della noia, di quella paura che ci farà sempre prediligere il piccante e la novità del disastro, e preferire qualsiasi disgrazia al ristagno?"
Emil Cioran.

Le cose si complicano.
Il Cleveland Torso Murderer continua ad uccidere indisturbato praticamente fino al 1938.
Cambiano alcuni dettagli,  ad esempio le ultime vittime non muoiono più decapitate però i loro corpi continuano ad essere smembrati, svuotati di tutto il sangue in un luogo sconosciuto, ripuliti e depositati in altri posti.
Dal contro tra le file degli investigatori sorgono i primi pericolosi dissensi.
 -  ENTRA IN SCENA PETER MERYLO 

Elliot Ness comincia a sentire il fiato dell'opinione pubblica sul collo, per anni non è riuscito a  portare nessun risultato e adesso il sindaco Burton gli impone di chiudere al più presto il caso.
Diversi esponenti dell'opposizione del Partito Democratico cominciano anche a reclamare ad alta voce la testa del responsabile della Pubblica Sicurezza.
Per non parlare dei giornalisti.

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Il Detective Peter Merylo.

Come detto in precedenza il volto simbolo di questa fase dell' inchiesta diventa quello del Detective Peter Merylo.  
Merylo monopolizza le indagini, interroga centinaia di sospettati, si dimostra instancabile ed è sempre il primo ad accorrere sui luoghi del delitti.
Però Peter Merylo si dimostra anche il primo disposto a parlare con la stampa, svela dettagli importanti riguardo alle indagini, si fa fotografare in pose da  stella del cinema.
In parole povere, pur non essendolo, si comporta come se fosse il portavoce ufficiale della polizia di Cleveland.
In più essendo una persona estremamente omofobica si convince che gli omicidi siano maturati all'interno della sotterranea (e all'epoca illegale e poco tollerata) comunità omosessuale della città perseguitando ed arrestandone diversi esponenti.
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In più Merylo adotta metodi d'indagine inconsueti : a volte di notte si apposta in mutande sulle strade di Kingsbury Run convinto che questo possa attirare su di se le attenzioni dell'assassino per poterlo poi catturare.
Insomma l'uomo si dimostra una forte fonte di "colore", di notizie gustose e di folclore per i mass media ma poco più.

Peter Merylo non è comunque l'unico ad intrattenere forti rapporti con la stampa locale, prima di lui lo ha fatto il Capo della Omicidi David Hogan e lo fa anche il nuovo coroner Samuel Gerber.

Ness compie un atto disperato: parla con gli editori e con i columnist cittadini e chiede, se non un silenzio stampa totale, perlomeno di abbassare i toni sui delitti del Macellaio per aiutare il corso delle indagini.
I giornalisti accettano, decidono di buon grado di collaborare; lo stesso non si può dire di tutti gli investigatori.
Gerber  in particolare che ha ambizioni politiche reagisce particolarmente male alla richiesta, comincia così una lunga faida tra l'ufficio del Coroner ed il distretto della Polizia di Cleveland.


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Essendosi alienato il sostegno di molti suoi collaboratori, Ness tenta una seconda sortita disperata per riconquistare perlomeno il sostegno dell'uomo della strada; convintosi da tempo che il mostro  sia anche lui un abitante del distretto di Kingsbury Run e che lì sia anche l'ambiente dove le vittime vengono ammazzate e smembrate Elliot Ness ordina una perquisizione in massa con conseguente sgombero della bidonville del quartiere.
Col senno di poi si rivela l'errore più grande di tutti.
Non solo non viene trovato niente, ma alcuni poliziotti dimostrano uno zelo eccessivo nello sgombrare i disperati della baraccopoli. Tutte le baracche vengono bruciate mentre decine di diseredati vengono accompagnati brutalmente nelle centrali di polizia per essere identificati.
I giornali ne parlano paragonando l'azione della polizia alle malefatte che i Nazisti stanno compiendo in Europa, l'opinione pubblica solidarizza con gli sfrattati e gli avversari politici rialzano la testa.
Elliot Ness è un uomo finito, bruciato politicamente e -cosa peggiore- sa di esserlo.
Mentre altri litigano c'è però un poliziotto che indaga in silenzio.
Il tenente David Cowles si ritrova a lavorare ai delitti del Macellaio di Cleveland  quasi per caso.
Però nelle sue indagini s'imbatte nel Male.
E, scopre che il Male in realtà potrebbe avere il volto miope di un buon  padre di famiglia.

- TROVARE IL MOSTRO: IL PRIMO SOSPETTO.
David Cowles  è una persona profondamente diversa da Peter Merylo e dagli altri investigatori coinvolti, tanto per cominciare è uno che rispetta le regole,  poi da autodidatta s'interessa di scienze investigative, inoltre è una persona molto testarda e quando trova una pista difficilmente la molla.
C'è un nome in particolare che attrae la sua attenzione, il nome di una persona che la polizia aveva indagato all'inizio dei delitti, un uomo che risponderebbe al profilo dell'assassino e che avrebbe avuto tutte le carte in regola per essere l'assassino ma che aveva fornito un alibi ritenuto credibile.

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Una rara foto del
tenente David Cowles
scattata molti anni dopo
gli eventi di Cleveland.

Il sospettato si chiama Francis E. Sweeney, la sua famiglia è originaria di Kingsbury Run, è un uomo dal fisico massiccio ed è un chirurgo.
Non basta: Sweeney durante la Prima Guerra Mondiale ha esercitato la sua professione in un ospedale da campo dove si è specializzato nell'eseguire amputazioni d'urgenza.
Ma sono altri elementi ad insospettire Cowles:  Sweeney è descritto come una persona intelligente e solitamente gentile, eppure dal 1934 , lo stesso anno del ritrovamento del corpo della Dama del Lago è diventato un alcolizzato soggetto a frequenti attacchi di violenza. Per finire pur essendo felicemente sposato si rivela un bisessuale represso abituato ad abbordare sconosciuti sia maschili che femminili.
E quest'ultimo particolare spiegherebbe come mai le vittime del Cleveland Torso Murderer -a differenza del modus operandi di altri serial killers- appartengano ad entrambi i sessi.


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Francis E. Sweeney.
Che sia questo Il volto del mostro?

Come detto, almeno inizialmente il dottor Francis E. Sweeney , sembra presentare un alibi di ferro, al momento della maggior parte degli omicidi il chirurgo è stato ricoverato presso una clinica privata di un altra città per veterani di guerra  per disintossicarsi dall'alcol.
Alibi di ferro, dunque?
Non proprio. Il tenente Cowles verifica meglio e viene fuori un altro particolare interessante.
Dalla clinica dove Sweeney sostiene di essesi curatosi può entrare ed uscire come e quando si vuole e Sweeney si è sempre allontanato per almeno un paio di giorni in corrispondenza delle date ipotetiche degli omicidi.
Cowles si convince di aver finalmente trovato l'assassino e lo comunica ad Elliot Ness.

-" HAI PAURA DEL BUIO ELLIOT?" *

Sweeney si rivela sin da subito un osso duro,
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depista in continuazione la procura, fa perdere le sue tracce a tutti gli agenti che lo pedinano finché, stanco di tutti questi giochetti Ness non si decide a convocarlo di persona.
Per l'occasione il capo della polizia fa arrivare a Cleveland uno dei primi esemplari di poligrafo**
assieme al suo inventore Leonard Keeler.
Francis E. Sweeney per ben due volte fallisce il test, non confesserà mai, continua a giocare al gatto col topo con la procura, si dimostra mellifluamente più intelligente di tutti si suoi avversari.
Eppure in cuor loro sia Ness che Cowles e Keeler
sono sicuri della colpevolezza di Sweeney, il problema è il poterlo provare.

A questo punto avviene un altro fatto, uno di questi eventi per cui la Storia si trasforma in leggenda: per un momento, un breve e veloce momento Francis E. Sweeney ed Elliot Ness  si ritrovano da soli nella stessa stanza.
E poi si sentono risuonare le urla spaventate di Ness.
Nessuno saprà mai cosa si siano detti in quel breve momento privato i due uomini, le fonti divergono e lo stesso Elliot Ness negli anni successivi darà versioni diverse.
L'ipotesi più verosimile è che il grande e gigantesco chirurgo chieda al Responsabile della Sicurezza se pensa di aver trovato il Macellaio di Cleveland e che domandi a Ness se abbia paura di lui,  che Ness gli risponda di essere convinto della sua colpevolezza e che non ha paura di lui . A quel punto, sempre secondo la leggenda Sweeney si alza, guarda negli occhi l'uomo di legge ed avvicinandosi lentamente a lui gli dica che in realtà  di paura a trovarsi solo con lui ne deve avere molta.
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L' Elliot Ness che esce da quella stanza è un uomo distrutto,  non sarà mai più la stessa persona di prima.
Ha scrutato  l'abisso. E l'abisso ha guardato lui.


Sorgono però altri problemi, le prove contro Sweeney sono puramente indiziarie,  non reggerebbero in nessun tribunale, inoltre il sospettato è parente di un congressista, un deputato del Partito Democratico - che è anche un noto avversario politico di Ness,  uno tra quelli che più frequentemente lo ha attaccato in passato; incriminare il medico sembrerebbe una sorta di vendetta politica.

Francis E. Sweeney non sarà mai formalmente incriminato.
- IL SECONDO SOSPETTO: L'IPOTESI DOLEZAL.

Non tutti però credono nella colpevolezza di Sweeney, non ci crede Peter Merylo ad esempio.
Un altro che sembra non crederci è lo sceriffo Martin O'Donnell.
Nel 1939 O'Donnell arresta uno sbandato, un uomo di nome Frank Dolezal , un cinquantaduenne che confessa l'omicidio di Florence Polillo

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Frank Dolezal

Naturalmente viene data grande pubblicità all'arresto, ma Dolezal in seguito ritratta la sua confessione sostenendo di essere stato costretto e poco dopo muore in circostanze misteriose in carcere.
Una successiva autopsia dimostra che Dolezal è stato picchiato a morte.
Particolare interessante: anche lo sceriffo O'Donnell é imparentato con Francis Sweeney.
Il dubbio che Frank Dolezal sia stato solo un capro espiatorio rimane.

- FINALE DI PARTITA.


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Francis E. Sweeney non fece un solo giorno di prigione, ufficialmente non venne nemmeno accusato di nessun omicidio. Accettò però di essere ricoverato in una struttura sorvegliata per una decina di anni .
Per tutto questo periodo ebbe atteggiamenti da stalker nei confronti di Elliot Ness e della sua famiglia, gli spedì cartoline e lettere minatorie, deridendolo in continuazione e giungendo in alcuni casi a minacciarlo di morte. Sweeney morì di morte naturale nel 1964 all'interno di un ospizio.
Peter Merylo  non volle mai credere alla colpevolezza di Sweeney, per almeno altri sei anni (mentre poco alla volta tutti gli altri detectives venivano assegnati ad altri casi) continuò a investigare nel tentativo di giungere alla soluzione del caso. Convinto che il vero assassino fosse ancora libero da qualche parte, per tutta la durata degli anni 40s volle attribuire alla mano del Macellaio diversi crimini avvenuti un pò ovunque per gli Stati Uniti.
La sua ossessione non lo portò da nessuna parte.
 David Cowles, invece ebbe una lunga e proficua carriera, praticamente fu l'unico tra i personaggi coinvolti in questa macabra storia ad uscirne bene. Rimase sempre convinto di avere avuto tra le sue mani l'assassino responsabile di almeno 12 omicidi e rimpianse sempre di non averlo potuto arrestare.
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Elliot Ness in definitiva fu la vera vittima di tutta la vicenda: non solo si ritrovò con la credibilità completamente rovinata ma  riuscì mai a riprendersi psicologicamente. Negli anni 50s un suo tentativo di candidarsi come sindaco di Cleveland fallì miseramente. Ness morì alcolizzato ed abbandonato da tutti,  al punto tale che molti giornalisti parlarono di lui come della quattordicesima vittima del Macellaio di Cleveland.
Pochi mesi dopo la morte uscì un libro che svelò al grande pubblico i suoi meriti nella cattura di Al Capone fornendo così a Ness almeno una sorta di rivalutazione postuma.
I Delitti del Macellaio cessarono ufficialmente nel 1938, anche se il caso non venne mai realmente chiuso ed è tutt'ora adesso considerato "insolved".  Nel 1947 si tornò a parlare del Macellaio di Cleveland in occasione della morte della Black Dahlia (già, quella Black Dahlia di cui abbiamo parlato anche noi) molti esperti tentarono di attribuire l'omicidio al killer dell' Ohio, ipotesi affascinante ma difficile da provare.
Gli crimini del Cleveland Torso Murderer cessarono improvvisamente così com'erano cominciati, l'assassino  sembrò essere tornato nelle stesse nebbie da cui era uscito, la città di Cleveland lentamente tornò alla normalità.
Rimasero i ricordi, restarono le dicerie, perfino la paura.
Restò anche qualcosa d'altro.
I corpi delle vittime.


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A Cleveland c'è un Museo della Polizia che ricorda quei giorni, ma quel museo in fondo ricorda anche il più grande fallimento della Polizia cittadina.  A distanza di oltre settant'anni non si è riusciti a trovare né un colpevole  e nemmeno un nome per la maggior parte delle sue vittime: persone senza nome che sicuramente prima della morte avevano sogni, desideri e paure, individui colpevoli probabilmente solo di aver incontrato la persona sbagliata.
In fondo ogni città ha i suo fantasmi e Cleveland non fa eccezione.
Fine.
* Ho usato la Frase "Hai Paura del Buio Elliot?" semplicemente come drammatizzazione letteraria, ma  Sweeney non l'ha mai detta, vero invece il particolare di Elliot Ness che rimane solo nella stanza degli interrogatori col sospettato, con diverse fonti che raccontano della successiva paura di Ness dopo uno scambio di parole con Sweeney

** La Macchina della verità, era stata appena inventata e non era ancora ammessa come prova nei tribunali americani.

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