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I Delitti&Misteri; di Francesco Mura

Creato il 30 settembre 2013 da Tipitosti @cinziaficco1

Analizzare casi irrisolti, in modo scientifico, senza preconcetti e con le carte processuali in mano. Pensiamo agli omicidi di Meredith Kercher, ma anche alle vicende Parolisi, Sarah Scazzi, alla strage di Erba.

Questo è l’obiettivo di Delitti&Misfatti, una rivista unica in Italia, diretta da Francesco Mura - nato nel ’55 a Nuoro – edita da Libera Informazione Cooperativa.

«Puntiamo a studiare i delitti e i misteri – spiega il giornalista –  che in questo Paese ormai si contano a centinaia, in maniera diversa da come viene fatto nelle trasmissioni televisive, dove tutto viene trasformato in fiction. Un baraccone stracolmo di “giudici” senza toga pronti a crocifiggere chiunque in nome dell’audience.

I Delitti&Misteri; di Francesco Mura
Noi con DELITTI& MISTERI oltre a raccontare i fatti, mantenendo il giusto equilibrio, intendiamo analizzare scientificamente gli atti processuali attraverso il contributo di criminologi di grande prestigio. Un nome su tutti: Francesco Bruno, il decano dei criminologi italiani. Ma non solo lui. Il contributo arriva ogni mese anche da magistrati, avvocati, sociologi. La seconda parte del giornale, infatti, è dedicata al contributo che questi personaggi danno al dibattito sulla Giustizia nel nostro Paese. Cosa, questa, che finora non era mai stata fatta. Se qualcuno lo fa, ci prova solo per difendere i propri interessi. Insomma, credo proprio che una rivista di questo tipo, e con queste caratteristiche, sia una grande e bella novità editoriale. La particolarità sta nel fatto che analizziamo dei casi giudiziari con le carte processuali e poi facciamo un’analisi scientifica, da dove scaturiscono cose molto interessanti. Alla fine vengono fuori casi di malagiustizia o macroscopici errori. Questo potrebbe contribuire a rimediare a errori che a volte l’indagato paga con la vita..

Come è nata l’idea?

L’idea è nata proprio da questo: parlare di Giustizia in maniera semplice, coinvolgendo quelli che finora sono stati i grandi esclusi: i cittadini

Non ci sono in circolazione già tanti libri sui casi irrisolti made in Italy?

Questa è una rivista che ogni mese racconta e analizza scientificamente un caso giudiziario. I libri sono un’altra cosa. Ma non credo che quando si parla di libri o di giornali si possa dire che ce ne sono già tanti, perché i libri così come i giornali: non sono mai troppi

Tratterà anche casi di altri Paesi? 

Se ci sono delitti o misteri che arrivano dall’estero e possono aiutare il dibattito sulla Giustizia nel nostro Paese, saranno i benvenuti. Personalmente ne ho già qualcuno sottomano, che trovo molto interessante e si collega direttamente ad alcuni dei nostri misteri irrisolti più inquietanti. Ma non voglio ancora anticipare nulla.

Quante pagine ha la rivista, come è strutturata e chi ci lavora?

Delitti & Misteri è partita con 64 pagine, ora è arrivata a 100 e conta su una nutrita schiera di collaboratori tra giornalisti e professionisti di settore. Credo che siano sufficienti per un dibattito serio e costruttivo.

E’ stato  faticoso realizzarla?

Come ben sa la situazione editoriale in questo Paese non è di certo tra le più floride e i gruppi che finora hanno dettato le regole del gioco sono solo i grossi gruppi editoriali che fanno capo a grossi industriali, da Berlusconi a De Benedetti fino agli editori dei giornali regionali, tutti di proprietà di grossi industriali, molti dei quali condannati o pluri-inquisiti. Eppure sono loro che prendono i contributi statali, mentre i piccoli editori, quelli veramente liberi, devono autofinanziarsi. Le lascio immaginare le difficoltà che incontriamo e che superiamo regolarmente grazie ai lettori che ci seguono in numero sempre maggiore.

Pensa che la rivista  potrà dare fastidio a qualcuno?

Spero proprio di no, visto che noi non vogliamo alimentare polemiche su qualcuno, ma  analizzare scientificamente i casi giudiziari che più di tutti hanno scosso e spaccato l’opinione pubblica, mettendola, a volte, in contrapposizione con gli stessi apparati dello Stato. Questo non è certamente positivo. Così come non è positivo sputtanare e processare le persone prima in televisione e poi nei tribunali. I processi si fanno in Tribunale e da nessun’altra parte. Meno che mai in televisione. Ma se qualcuno si sentirà infastidito, beh, mi perdoni, ma non so proprio cosa farci. Siamo ancora un Paese libero, almeno apparentemente, e quindi fino a quando lo saremo, noi faremo il nostro lavoro onestamente e con serenità. Il numero in edicola è dedicato al satanismo.

Che idea si è fatto e cosa potrebbero scoprire i lettori?

L’idea che mi sono fatto è scritta nelle pagine del giornale. In poche parole posso dire che quello del satanismo è un fenomeno reale e, che piaccia o no, esiste e prolifera. Molti dicono che non ci sono casi di rituali con esseri umani. Io, invece, dico che esistono, eccome. Ci sono testimonianze che, sebbene spesso e volentieri vengono trascurate o bollate come non credibili, hanno confermato che i rituali con sacrifici umani ci sono. Inoltre non credo che, se qualcuno faccia un rituale con sacrificio umano, poi sul corpo ci scriva: questo è stato sacrificato durante un rituale satanico. Inoltre c’è un altro dato inquietante, di cui si parla poco e niente:

Prego

In Italia, questo è certo, scompaiono circa cinquemila bambini che nessuno trova. Che fine fanno?

Nello scorso numero, invece, di cosa vi siete occupati?

Nello scorso numero abbiamo analizzato la storia del mostro di Firenze, dall’omicidio di Barbara Locci e Antonio Lo Bianco, il primo della lunga serie, fino alla vicenda del medico perugino Francesco Narducci. Una storia, anche questa, con tantissimi lati oscuri e molti misteri ancora irrisolti

Secondo lei c’è una regione italiana che custodisce il numero più alto di  misteri?

Credo che i misteri, nel nostro Paese, siamo, ahimè, equamente distribuiti, anche se è innegabile che alcune regioni, dove esiste un tipo di malavita organizzata più radicata, abbiano più di un mistero da svelare. Ma credo che ci siano anche numerosi misteri di chiara marca statale a chiedere che venga fatta luce.

L’inchiesta che sogna di fare?

Ho fatto tantissime inchieste e francamente credo che ognuna di loro, personalmente, abbia avuto la stessa importanza. Un’inchiesta giornalistica, a prescindere dall’argomento, è sempre qualcosa di molto importante e quindi ha sempre un grande valore.

L’Italia è un Paese particolarmente “noir”? 

Il nostro Paese è particolarmente noir perché la giustizia vede sempre più noir ovvero funziona sempre meno. Credo che a questo punto sia fondamentale una riforma che dia credibilità al nostro sistema giudiziario e che fissi delle regole chiare. Trovo assurdo che un magistrato possa scendere in politica e poi, come se niente fosse, a fine mandato, torni  a vestire la toga.

Qual è secondo lei il caso che non conoscerà mai la verità? 

Credo che i misteri che rimarranno irrisolti saranno tanti e sempre di più.Questo proprio perché la Giustizia non funziona come dovrebbe. Credo che la magistratura, così come le forze dell’ordine, siano soggette ad errori. Ma come in tutte le categorie chi sbaglia deve pagare. Vede, se un giornalista scrive qualcosa che offende una persona viene processato e condannato, troppo spesso e volentieri, a pagare pesantissimi risarcimenti. Se un giudice condanna all’ergastolo un innocente,.beh,  questo non accade: la vicenda si chiude tutto con una pacca sulle spalle e il solito “sbagliare è umano”. Io dico che è troppo comodo. Idem per quanto riguarda le forze dell’ordine e anche su questo potrei citare decine di casi di poliziotti condannati e ancora in servizio.Trovo tutto questo assurdo e vergognoso. Forse se qualcuno cominciasse a pagare con il posto di lavoro i propri grossolani errori, comincerebbe a riflettere e fare il proprio mestiere con maggiore attenzione.

Dove è possibile trovare la rivista? 

In tutte le edicole d’Italia,nelle librerie Feltrinelli, nelle librerie del nostro canale distributivo che sono per lo più giuridiche

                                                                                                                          Cinzia Ficco


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