La trama:
Nell’Italia di inizio ‘500, la comunità di un piccolo paese sperduto tra le colline della Val Camonica, controllato dal Duca De Baccelli e lontano dai domini della Diocesi di Brescia, vive come può dedicandosi all’allevamento e all’agricoltura, oltre che alla preghiera nella piccola chiesa gestita dal frate domenicano Orazio.
In questa valle tranquilla, seppur molto povera, vivono Agata e Giacomo, fratelli gemelli di quindici anni, con la loro balia Amelìa, una donna piuttosto anziana che li ha cresciuti dopo la morte della madre naturale, avvenuta parecchi anni prima.
Per nascondere un passato piuttosto tragico, i tre abitano isolati dal resto della popolazione, su una collina esposta direttamente sulla vallata e sul piccolo borgo. Amelìa nonostante l’età è una donna molto forte e dura, temprata da esperienze che l’hanno segnata profondamente e molto ostile nei confronti della Chiesa e dei suoi rappresentanti, pur essendo cattolica. Agata e Giacomo sono cresciuti insieme a lei dall’età di cinque anni e da lei hanno appreso la difficile arte della sopravvivenza. I loro caratteri opposti li portano ad affrontare il mondo in maniera diversa, la prima timida e dolce, il secondo duro e serio.
A causa della sua timidezza e ingenuità, Agata verrà avvicinata con facilità da un personaggio troppo lontano dal suo ambiente di vita, che con abili menzogne la convincerà a partecipare a una festa organizzata sulla cima del Pianoro, una collina poco lontana dal paese.
Ma proprio quella festa sarà l’inizio del declino. Lì Agata riceve un’amara sorpresa e capisce che vi è stata portata solo per un unico scopo, che non è quello che pensava. Inoltre una misteriosa malattia comincia a uccidere molte persone e animali, e, assieme al freddo dell’inverno e alla siccità, rende la sopravvivenza del paese sempre più difficile.
Frate Orazio viene allertato da un pastore della presenza dei resti di un falò e, una volta constatata l’attendibilità della testimonianza, non può fare altro che avvertire la Chiesa e le autorità di Brescia, pur sapendo che l’arrivo dell’Inquisitore avrebbe cambiato per sempre le sorti del paese.
Il mio commento:
E’ un libro indubbiamente lungo e con al centro una storia piuttosto impegnativa (nel senso che implica un salto indietro in un’epoca lontana come mentalità e dove esistevano ingiustizie che oggi ci farebbero inorridire), però, la Principato ha uno stile preciso e accurato e il libro è sorretto da una notevole docmentazione storica quindi se avete il tempo e la “calma” necessarie per affrontarlo io ve lo consiglierei.