È cosi profondamente immersa nella lettura dei Demoni che quasi non si accorge che il treno sta entrando in stazione. Dostoevskij fa questo effetto. Le porte si aprono. Lei trasale, raccoglie le tante cose sparse sul sedile di fronte, le getta nelle due enormi shopping bag e si avvia verso l’uscita. Scende dal treno e si riversa nel fiume di gente che riempie la banchina. Lei, una giovane donna matura che col suo abbigliamento gitano-borghese dimostra meno anni di quanti in realtà ne abbia. Lei, che con i suoi libri etichettati e la catenella attaccata agli occhiali da lettura, ha l’aria di un’austera ma cordiale bibliotecaria universitaria.
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