giovedì 12 aprile 2012 di Gas Giaramita
Si sono esibiti in quel di Palermo ai Candelai, locale che si trova nell’omonima via. Un posto carino, dentro, ma totalmente anonimo all’esterno, in una via che ultimamente è stata presa d’assalto dai giovani “tasci” che amano fare il karaoke o bivaccare con la musica dance a volumi altissimi in mezzo alla strada, come padroni assoluti di essa. I Candelai è il posto in cui fanno venire gli artisti della scena musicale chiamata antipaticamente “indie” e fa rabbia pensare che sia l’unica possibilità che Palermo dia a questi artisti ed al suo pubblico che ne vuole fruire.
L’acustica è pessima, lo spazio è piccolo.
I Diaframma sono stati chiamati a chiudere un programma che è stato interessante e che ha portato in questa terra nomi come Calibro 35, Vasco Brondi, Brunori Sas. Ma come si fa in questi casi, si cerca di non pensar troppo ai pregiudizi e ai malcontenti e si va, sperando di godersi un po’ di buona musica.
La mia è una visione da spettatore, non sono un tecnico e mi limito a descrivere cosa ho visto.
Il concerto inizia dopo un’ora di ritardo, ma sembra ormai un’abitudine rispettatissima qui; sembra farsi più rara l’attesa fuori dal locale, fino a qualche mese fa si aspettava, in pieno inverno, in mezzo alla strada, una viuzza a transito limitato, ma con tanto di motorini che pretendono di passare. Un’altra abitudine è quella di far aspettare la gente per creare numero, si, perché sarà che ormai si sa che questi concerti iniziano tardi.
I prezzi si aggirano attorno ai 10 euro o al massimo costano 16.50 (peraltro costano di più senza prevendita) e non c’è la possibilità di un abbonamento.
Inoltre bisogna essere consapevoli che si potrà non vedere nulla se ti trovi dietro, che non capirai un cazzo se non conosci le canzoni, che i tuoi polmoni dovranno assupparsi, senza permesso, tutto il fumo passivo di chiunque.
Ultimamente, a tutto ciò si è anche aggiunta l’organizzazione di serate “a tutta dance” che invadono l’atmosfera da post-concerto in maniera poco carina e assolutamente incoerente con ciò che si esibiva poc’anzi. Orde di ragazzi e ragazze curatissimi o vestiti a tema fanno la fila per partecipare ad una serata come si deve, il venerdì sera. Niente di più giusto, ognuno è libero di divertirsi come vuole. Ma è l’idea dell’intera serata che fa paura, visto che sembra sia stata organizzata da Dr. Jerkill e Mr. Hide.
I Diaframma hanno suonato bene, il loro concerto è stato esplosivo nonostante qualche imprecisione e un po’ di disagio da parte di Fiumani. Non sono più usciti per il bis, ma poghi, urla, deliri sono stati protagonisti assoluti di questa serata.
Dopo la fine di ogni concerto, si va a vedere se si riesce a fare due chiacchere e qualche foto col gruppo; in questo locale si sale su, praticamente dove ci sono i cessi e la puzza di piscio è invadente.
Non basta: il nuovo pubblico si aggiunge a quello già presente. L’atmosfera cambia radicalmente e la musica di sottofondo si fa assordante. Le ragazze ben vestite fanno la fila per entrare in bagno e poco dopo iniziano, come delle ossesse, a guardarsi negli specchi vicino ai camerini. Questa seconda serata sembra avere più gente del concerto dei Diaframma, cazzo! Inoltre sembrano due mondi diversi quelli che si incontrano.
Il batterista e il bassista sono già usciti, chiaccherano tranquillamente con noi e cercano di vendere il loro ultimo disco. Federico non si vede finché, ad un certo punto, non tenta di farsi largo tra le ragazze-galline ossessionate dal proprio trucco e dal proprio culo.
Lo seguiamo con discrezione fino all’uscita e si scopre che la loro auto era rimasta posteggiata proprio di fronte all’entrata del locale, e che qualcuno (lo staff dei Candelai?) avrebbe dovuto spostarla in luoghi più tranquilli. Bene, lì fuori c’era il delirio del venerdì sera, gente ovunque, tavolini ovunque.
Ad un certo punto mi ritrovo con un amico a far da guardia agli strumenti lasciati momentaneamente incustiditi.
Naturalmente il gruppo doveva andar via da quel luogo e l’auto era imbottigliata.
Ad un certo punto Fiumani si mette alla guida e i retromarcia inizierà a cercare di uscire da quel posto, con colpi di clacson pacati.
Una folle impresa da tre quarti d’ora minimo.
Insomma, un buon risultato per l’amministrazione dei Candelai. Continuate così.
ps: i cantieri culturali della Zisa che fine hanno fatto?