Carolyn Jess-Cooke;
Carolyn Jess-Cooke è nata nel 1978 a Belfast, nell’Irlanda del Nord, e vive in Inghilterra col marito e i tre figli.
È autrice di una raccolta di poesie e di diversi saggi sul cinema e su Shakespeare.
Sito dell’autrice: http://www.carolynjesscooke.com/
Titolo: I diari dell’angelo custode (isbn 9788830427891)
Autore: Carolyn Jess-Cooke
Serie: #
Edito da: Longanesi
Prezzo: 18.60 euro
Genere: Romanzo Fantasy
Pagine: 368 pag
Voto:
Trama: Margot ha quarant’anni e la sua vita è stata tutta un errore. Cresciuta senza genitori, oggi è una donna incapace di ricambiare un grande amore, una madre incapace di salvare il proprio figlio da un destino di infelicità. Il giorno in cui muore in circostanze misteriose, Margot è sola. Ma la sua vita non si conclude. Ciò che sembrava la fine è in realtà una trasformazione: Margot diventa un angelo custode e dovrà proteggere una vita mortale.
Scopre però che per volere divino, o forse del fato, l’essere umano che le è stato affidato altri non è che se stessa. Costretta a tornare sulla terra per rivivere la propria vita, dovrà così assistere nuovamente alla vertiginosa altalena dei suoi giorni, fatti di molti dolori e rari momenti di felicità. Da angelo custode di se stessa, Margot dovrà capire quanto e come potrà intervenire per cambiare il corso degli avvenimenti e sostenere quella fragile bambina, poi ragazza e infine donna nelle mille scelte, a volte felici, più spesso tragiche, della sua esistenza. Fra i tanti dubbi e rimpianti ha solo una certezza: è disposta a tutto pur di cambiare almeno un evento, uno solo…
Recensione:
Ci sono quelli che tornano sotto forma di angeli custodi,
con il compito di proteggere i propri famigliari, i propri figli, le persone che avevano più care.
Io invece sono destinata a proteggere me stessa.
Sono il mio angelo custode.
Ed é così che mi trovo a incespicare nei miei stessi ricordi,
nel turbinio di una storia che non so se sarò in grado di cambiare.
I diari dell’angelo custode è il romanzo d’esordio di Carolyn Jess-Cooke e sembrava destinato ad essere uno dei best seller dell’anno.
Fin dal primo momento in cui mi è capitata davanti agli occhi la copertina di quella che sarebbe stata una prossima uscita, ero decisamente scettica.
Non mi convinceva per niente: quella bambina che posava su di me quello sguardo malinconico, non mi attirava assolutamente, anzi aveva l’effetto opposto. Se ad essa aggiungevo poi il tema, gli angeli, già temevo il modo in cui sarebbero stati trattati (ormai temo qualsiasi figura paranormale, visto come vengono presentate, personalizzate e di conseguenza distorte dai nuovi autori) e a peggiorare le cose entrava in scena la forma del “diario” contenuta nel titolo (è uno stile narrativo che non preferisco, e che suonava troppo simile ai “diari del vampiro“…).
Tutto il mio scetticismo era quindi fermo alle apparenze.
Eccomi qua, a lettura ultimata, senza riuscire a capire se posso rientrare tra i lettori entusiasti che hanno apprezzato e osannato il libro, o tra quelli che l’hanno disprezzato e trovato noioso e pesante.
In effetti credo che il mio umore durante la lettura sia riuscito ad oscillare tra i due stati d’animo, e che tuttora si altaleni tra le due opposte considerazioni.
Partiamo dalla trama, che propone un’idea abbastanza originale (abbastanza perché qualcosa del genere credo di averla già vista in qualche film, ma mai trovata in un romanzo).
Protagonista della storia è Margot, che sembra volerci abbandonare fin dalle prime pagine, perché muore praticamente subito. Si ritrova però sotto forma di Angelo Custode (nessun essere paranormale tipico dei nostri urban fantasy, ma un angelo vero e proprio, come la religione o la tradizione ci hanno insegnato), Ruth, alla quale viene affidata la vita di un essere umano, che sta per nascere proprio in quel momento. Quell’essere umano non è altri che Margot, e Ruth - che da angelo custode non ha perso memoria della sua natura umana – si ritrova a vivere di nuovo la sua vita fin dalla nascita, seguendo ogni passo, ogni scelta, ogni dolore che questa le ha riservato. Margot ripete perciò tutto ciò che Ruth già sa, e Ruth vorrebbe riuscire a indirizzarla, ad aiutarla, a guidarla verso delle scelte che non le daranno anni di infelicità, come sono stati per lei. Non è facile, perché sembra che nonostante i tentativi di interferenza dell’angelo custode, la vita proceda per lo stesso binario, fino a raggiungere lo stesso identico inaspettato finale.
Non posso raccontare troppo, altrimenti il libro perderebbe quel pizzico di suspence che ogni tanto si crea. Posso dirvi, però, cosa mi ha portato a non saper esprimere un giudizio univoco su questo romanzo. Spesso la narrazione diventa ahimé noiosa: Margot è la prova vivente di una vita infelice e sfortunata. Degna di rientrare tra i più sfortunati eroi dickensiani: seguire ogni passo e vedere che la situazione non migliorerà mai, rallenta e appesantisce la lettura in maniera impressionante.
Si legge sperando di finirlo al più presto per mettere fine a quella vita di sventure ma quando iniziamo a cadere vittime della noia accade qualcosa durante la lettura: il nostro cervello lavora e mette in moto una serie di riflessioni e considerazioni che fanno sì che la storia non ci abbandoni una volta chiuso il libro, ma ci faccia compagnia finché non si è trovata una soluzione alle nostre riflessioni. Sì, questa storia ci fa porre delle domande, e non riusciremo a rilassarci finché non avremo trovato la giusta risposta ad ognuna di esse.
Se alla fine di tutto, se alla nostra morte, avessimo il potere di tornare indietro, rifaremmo tutto uguale? Cosa cambieremmo?
Accetteremmo di seguire i consigli di chi cercherà di non farci sbagliare?
Non sono solo queste le domande che mi sono posta, ma non sto qui a scriverle tutte perché sarebbero troppe. So che per ogni domanda mi sono data più risposte, mai uguali, perché non è facile sapere come si agirebbe se…
Però queste domande hanno cambiato la mia percezione e considerazione del romanzo: è vero, ci saranno stati momenti noiosi, ma hanno il merito di avermi regalato interrogativi che sembravano banali ma si sono rivelati interessanti; a volte la narrazione sarà sembrata pesante, ma anche la vita lo è molto spesso e non per questo la abbandoniamo mentre accade.
Mi ha fatto ricordare che non bisogna mai dimenticare che tutto può accadere, nel bene o nel male.
Le stelline che avrei dato al libro da due sono salite a tre, e la scrittrice ha acquistato un punto ai miei occhi. Sarò una sua lettrice quando deciderà di scrivere un secondo romanzo, sperando la prossima volta di poterle dare qualche stella in più!
Booktrailer: