Magazine Diario personale

I diavoli di Goya (una storia pasquale)

Da Chiagia

Il viaggio più spettacolare della mia infanzia è stato quando siamo andati in Spagna in macchina.
Io avevo cinque anni e non avevo diritto al posto auto perchè eravamo in sei e la Escort (una delle nostre tante Escort in un tempo in cui non era così di moda) era omologata per cinque.
Così io dovevo spesso stare ai piedi di mia mamma, nascondendomi alle blande pattuglie stradali franchiste, e ogni tanto avevo diritto di vedere fuori.
Per fortuna ero un bimbo che non vomitava in macchina.
Da quel viaggio, purtroppo, sono derivate un paio di fobie.
La prima è stata quella per le altezze, dopo che i miei mi hanno portato sulla Sagrada Familia e mi hanno fatto attraversare uno di quegli arditi archetti che secondo me nemmeno Gaudi ci passava per paura che cadessero.
La seconda, che mi è tornata in mente in questi giorni analizzando le novelle fobie di Franci, è quella dei diavoli del Goya.
Va detto che all’epoca mio papà aveva la fissa delle diapositive, in breve dia, e alla fine di quel viaggio spagnolo potemmo contare su svariati caricatori piani e circolari da scaricare sui malcapitati ospiti di casa nostra.
Una di quelle duemila dia raffigurava un quadro di Goya che mio padre aveva fotografato fottendosene dei bonari custodi franchisti.
E nel quadro c’erano, musica di suspans, i diavoli che attorniavano il pittore spagnolo sul letto di morte.
Io di quella dia me ne sono fatto una malattia.
Ogni volta – e capitava troppo frequentemente – che qualche ospite veniva a casa mia iniziava il rito della preparazione della sala proiezione: via i quadri, montaggio del proiettore e ripetizione delle stesse immagini e delle stesse battute, inclusi i commenti sulla carta da parati che faceva da sfondo ad ogni inquadratura.
Ma io sapevo che sarebbe venuto il momento dei diavoli di Goya.
Pretendevo di essere avvisato con congruo anticipo del loro arrivo per poter chiudere gli occhi o fuggire in altra stanza.
Poi me li sognavo ed erano guai.
Non servivano i Gormiti. A un bambino con troppa fantasia bastava un quadro spagnolo a creare un mondo di paure.



Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog