(The ten commandments)
Visto in DVD.
Il film è diviso in due parti. Nella prima c’è l’effettivo episodio biblico della fuga degli ebrei dall’Egitto a partire dalla decima piaga fino alla distruzione delle tavole della legge. Nel secondo è narrata la vicenda di due fratelli, uno credente ed uno ateo (ma ateo in maniera bizzarra, sembra essere assetato dall’iconoclastia verso i dieci comandamenti affermando più volte cose tipo “Perché dovrei crederci? Cos’hanno fatto i dieci comandamenti per me?”), il primo è un bambacione che lascia la donna amata (anche lei così maledettamente senza dddio) al fratello, l’altro è uno che vuole fare successo infrangendo ad uno ad uno i dieci comandamenti… io non so, dalle mie parti in bocciofila le bestemmie volano come fagiani nella stagione di caccia (e diversi altri comandamenti vengono infranti) eppure son tutti agricoltori con le pezze al culo lo stesso… comunque sia lui invece ce la fa. Ma vuoi che i nodi non vengano al pettine? Nel momento in cui infrangerà l’undicesimo comandamento “Non mischiare il cemento con la sabbia quando fai una cattedrale!” tutto quello che avrà costruito gli cadrà addosso (anzi, cadrà addosso alla madre). Lui sarà troppo oltre per essere salvato, ma la ragazza inizialmente contesa sarà ancora recuperabile…
Ok diciamolo subito, per essere un film muto si lascia guardare senza noia o momenti di stanca; ma la seconda parte è idiota sotto molti punti di vista (i personaggi, la storia, i personaggi di nuovo) e per questo divertente, la maestosità è lasciata nella parte finale. La prima parte invece è stupefacente.
Nella prima parti la pesante manona di De Mille si vede; scenografia pantagrueliche, un uso delle masse impressionante e alcuni degli effetti speciali migliori di tutti gli anni venti (dall’apertura del Mar Rosso, alla rappresentazione di Dio). Il tutto è giostrato perfettamente dal gusto estetico del regista che rende memorabile quasi ogni scena. La prima parte è storia del cinema.