I dieci comandamenti del bassista

Creato il 19 gennaio 2013 da Scribacchina

Arrivano dallo straordinario bassista Igor Saavedra i dieci comandamenti e i sette peccati capitali del bassista professionista. Ve li giro volentieri: tornano sempre utili, che siate professionisti o (come la sottoscritta) semplici manovali dal basso elettrico.
Attenzione perché la traduzione che ho fatto è adattata alla lingua italiana, giusto per mantenere alcuni giochi di parole.
En passant mi sono concessa anche un paio di commenti

I dieci comandamenti del bassista professionista
1) Non avrai altro Dio al di fuori del Beat
2) La tua dèa sarà la fondamentale (io aggiungerei anche la quinta e la settima, un po’ perché non mancano mai nel mio suonato, un po’ perché più che di un’unica dea preferisco parlare di tre Muse ispiratrici)
3) Investi più nella tua formazione che nella strumentazione (per la serie: non è il basso che fa il bassista, ma è il bassista che fa il basso – Pastorius insegna)
4) Non esagerare con le note
5) Tieni il basso SEMPRE pulito, calibrato e intonato… e cambia le corde 3 giorni prima di ogni concerto importante, non il giorno stesso
6) Prima di salire sul palco, accorda il basso e rilassati
7) Regola la qualità di ogni anello della tua personale “catena del suono” (quindi basso, cavo, testata, cassa…): se c’è un anello debole, influenzerà sicuramente la qualità del suono finale
8) Non pensare mai di essere tanto bravo da non aver nient’altro da imparare
9) Sii sempre puntuale, che siano semplici incontri, prove o concerti
10) Sii responsabile, gentile, sorridente, comprensivo e disponibile con i tuoi colleghi, ma al tempo stesso richiedi che anche loro lo siano verso di te.

I sette peccati capitali del bassista professionista
1) Stravolgere il pattern alterandolo e disperdendone il senso, riempiendo la parte di orpelli e abbellimenti (come detto più sopra, mai esagerare con le note)
2) Slappare quando non necessario
3) Nello slap, strappare più che percuotere
4) Non ascoltare quello che stanno facendo i colleghi mentre si sta suonando
5) Passare più tempo suonando dal 12° tasto in su che dal 12° tasto in giù
6) Suonare sotto l’influenza di alcool, droghe, rabbia, furia, dolore e stress (non sono troppo d’accordo, caro Igor: mi è capitato di suonare sotto l’influenza di rabbia e dolore: riuscire ad esprimerli suonando è stato liberatorio – e ti assicuro che il risultato, da orecchio esterno, è stato giudicato «efficace» )
7) Pensare che “suonare il basso” significhi soltanto suonare uno strumento “chiamato basso” (non so cosa intendesse Igor, ma per come la vedo io essere bassista significa avere una certa consapevolezza del proprio ruolo, nella band come nella vita).


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