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I dolori del giovane Euro, lo spread ed il futuro delle famiglie italiane

Creato il 06 luglio 2012 da Goodmorningumbria @goodmrnngumbria
I dolori del giovane Euro,  lo spread ed il futuro delle famiglie italiane

Stefania Verruso

Intervista a Stefania Verruso Segretaria regionale La Destra

di Francesco La Rosa

Stefania, prima di entrare nel core business della nostra conversazione puoi raccontarci in sintesi la nascita de La Destra? E la storia di Storace che ha voluto andare alle elezioni da solo.

La Destra è nata prima del Pdl, nel 2007, era una corrente (destra sociale) all’interno di An in dissenso con Fini.

Ma perché ha preferito andare da solo?

Al momento della costituzione della Destra Berlusconi la benedisse, quindi era implicito che il partito avrebbe fatto parte di una futura coalizione elettorale.

Invece che successe?

I dolori del giovane Euro,  lo spread ed il futuro delle famiglie italiane

Con la caduta del governo Prodi e la nascita del Pdl, con Fini che decise di sciogliere An e confluire nel nuovo partito, cominciò l’ostracismo finiano nei confronti de La Destra di Storace.

Nel 2013 ci saranno le lezioni politiche quale è il vostro progetto?

Solo quello di voler tornare a lavorare per i cittadini con programmi pensati per ricreare sviluppo e giustizia sociale, programmi veri di una Destra di governo, che oggi è non è più identificabile nel PDL, programmi che condivideremo con chi vuol tornare a far politica seriamente. Parlare di alleanze con un PDL che governa insieme al PD e a Casini ora è assolutamente fuori luogo, nonostante con Berlusconi abbiamo sostenuto coalizioni e abbiamo avuto un rappresentante de La Destra nel passato governo.

Con il governo Monti però tante cose sono cambiate, riuscirete a ritagliarvi uno spazio politico significativo?

Siamo in una posizione assolutamente critica nel confronti del governo tecnico di Monti appoggiato da Pd Pdl e Udc.

Perché siete critici? Di cosa accusate Monti?

Monti per noi rappresenta solo la politica del rigore volto a rispettare i parametri europei, una politica di sottomissione ai poteri bancari intollerabile che invece non si preoccupa di crescita e sviluppo, né tantomeno si risanare i conti dello Stato.

Proviamo ad entrare nel merito?

Ci troviamo a dover registrare livelli di inflazione alta, spread ai massimi storici, tasse spietate, riforma del mercato del lavoro iniqua, esodati, Imu, una tassa che consideriamo assolutamente incostituzionale, la vecchia Ici non si pagava sulla prima casa e nemmeno sulla seconda se era usata dai figli in comodato gratuito, Per noi è tassativa la richiesta di abolizione dell’IMU. A tutto questo si aggiunge che il governo attraverso Equitalia sta esercitando un accanimento fiscale senza precedenti, un meccanismo vessatorio che produce morte e disperazione dei contribuenti. Ora anche i famosi tagli per l’abbattimento della spesa pubblica che incidono sempre e dove è più facile, senza mai toccare i privilegi di caste e politica, ma provocando un vero e proprio massacro sociale.

In questo quadro di grande difficoltà economica, sociale e di crescita dell’antipolitica c’è anche l’Umbria, ti senti di dire qualcosa agli elettori?

Vogliamo presentare in particolare in Umbria una forza politica che avendo alle spalle una forte tradizione di valori possa rappresentare non più una politica immobile e passiva, una politica servile e connivente, ma una forza politica con una classe dirigente sana che si impegni sia per il territorio sia per tutte quelle questioni di carattere nazionale che oggi purtroppo hanno gravi ripercussioni anche nelle amministrazioni locali. Non è con l’astensionismo che si risolvono i problemi, non mi stancherò mai di ripeterlo, ma con la possibilità di mettere altri alla prova, e anche se in questo momento c’è enorme disaffezione e grande risentimento, tutti si devono ribellare mandando a casa chi ha sbagliato.

Ci sono dei punti irrinunciabili? E a quali fasce sociali rivolgete il vostro interesse?

Sicuramente per noi è fondamentale ritrovare dei meccanismi che mirino ad una equa redistribuzione della ricchezza, partendo da chi produce fino a chi non ha possibilità di essere autonomo, guardando l’interesse collettivo in una società dove invece in nome del dio denaro tutto viene concesso e tutto è tollerato. Mi riferisco anche alle piccole e medie imprese, i professionisti, tutti quegli autonomi che oggi subiscono la crisi, e che rappresentavano il famoso ceto medio (quasi ormai scomparso) fino alla parte più vulnerabile della società che oggi è invece rappresentata dai giovani, dai disoccupati, dai precari e da tutti coloro che di questa ricchezza prodotta dovrebbero beneficiare. E’ tutto il sistema che và riformato a partire dal ripretendere con forza quella preferenza nazionale che oggi crea enormi disequilibri. Continuando di questo passo rischiamo di vedere la scomparsa della nostra identità nazionale, perseguendo politiche di benevola accoglienza che prosciugano le minime risorse rimaste e creano enormi contrasti sociali, creano insofferenza nella popolazione italiana che, a tutti i livelli, si sente messa costantemente in secondo piano rispetto agli stranieri. E questo è un altro grave problema!

E secondo te con la gestione dell’euro da parte della finanza europea sarà possibile raggiungere questi obiettivi?

Penso davvero che non sia possibile, con l’entrata nell’area euro le famiglie italiane e le imprese hanno perso il 50% della loro capacità di spesa, tariffe raddoppiate, carburanti arrivati a prezzi ormai insostenibili, enti locali che con fare vampiresco contribuiscono a prosciugare i risparmi delle famiglie e la capacità di investimento delle imprese che se non chiudono, ormai lavorano solo per sopravvivere.

Da più parti, più o meno autorevoli, è stato richiesto il ritorno alla lira, può essere una soluzione? quale è il vostro pensiero in merito?

Abbiamo proposto la doppia circolazione delle monete, la Lira per il mercato interno e l’Euro per le transazioni finanziarie internazionali, e consentire inoltre alla Banca d’Italia , nazionalizzata ovviamente, di stampare moneta.

Secondo voi la Merkel acconsentirebbe?

Crediamo sia imperativo ritornare alla sovranità nazionale in campo economico e monetario, senza accettare regole costrittive indicate da Bruxelles, senza i veti dalla Germania, senza lo spauracchio del debito pubblico attorno cui oggi dobbiamo far ruotare tutta la nostra esistenza. Dobbiamo rientrare del debito e per farlo dobbiamo pagare 140 miliardi di euro per entrare nell’ESM (il nuovo Fondo Salva Stati) che non avrà neanche la capacità di garantire la tutela degli Stati membri. Si vogliono portare alcuni Stati europei, rei di forte indebitamento, a perdere la propria identità a vantaggio di altri che rispondono maggiormente ai poteri economico finanziari mondiali.

A proposito di sovranità nazionale, avete recentemente presentato un opuscolo con le idee guida per raggiungere questo obiettivo, puoi darci maggiori dettagli?

E’ vero lo abbiamo chiamato “le 10 battaglie per la sovranità” e sarà sicuramente la guida e lo stimolo per la nostra azione politica in ambito territoriale, e se vuoi magari in una prossima occasione entreremo nei dettagli di ogni singolo provvedimento proposto.

Capito, ti stai prenotando per una nuova intervista…

Penso che le buone idee per avere valenza debbano essere portate a conoscenza di un pubblico più vasto possibile, quindi Goodmorningumbria perché no?

Ultima domanda, in Europa si sta diffondendo il convincimento che alcuni Stati non reggeranno l’impatto delle regole tedesche sull’economia, e non si escludono provvedimenti clamorosi che possono mettere a rischio la moneta…

Sappiamo, dagli avvertimenti che arrivano dal Fondo Monetario Internazionale, che c’è timore che l’Euro cosi come è gestito non arriverà al mese di agosto, tant’è che alcuni stati membri si stanno attrezzando per ristampare la propria moneta nazionale, a Bruxelles stanno facendo di tutto, anche la stessa Germania sta subendo un forte contrasto interno, più penalizzati sono comunque senza dubbio i paesi dell’area mediterranea a forte rischio, paesi che subiscono maggiormente le pressioni Europee tese a creare diseguaglianze tra il NORD e SUD EUROPA, purtroppo a causa delle debolezze della politica interna ed internazionale.

 



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