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I doni della befana : l'arte di sciogliere i nodi

Creato il 06 gennaio 2012 da Colorefiore @AmoreeDintorni

I DONI DELLA BEFANA : L'ARTE DI SCIOGLIERE I NODIL’arte di sciogliere i nodiIl gelo ricopre di cristalli di brina la naturaaddormentata, la neve scende lenta e leggera a imbiancare i boschi e ivillaggi, e nelle case la fiamma del focolare arde crepitante, calda eluminosa. Sono i Dodici Giorni dopo Natale, e la vecchia Befana visita insegreto tutte le abitazioni, lasciando i suoi doni e la sua Fortuna a coloroche hanno ben filato e che hanno mantenuto limpida e pulita la propria anima,maledicendo invece le cattive filatrici e coloro che vivono nel sudiciume dellapigrizia e degli stati d'essere oscuri.
Secondo le antiche leggende, la Befana, chiamataprincipalmente Frau Holle/Holda oppure Berchta/Berta, amava donare alle buonelavoratrici matasse di filo d’oro lucente e benediva i loro filatoi, finendotalvolta di filare il lino al loro posto, mentre esse giacevano addormentate.Se però la cara vecchina non era soddisfatta di ciò chevedeva, soprattutto quando visitava le dimore delle lavoratrici negligenti escontrose, spesso si infuriava, faceva a pezzi i filatoi e si divertiva adingarbugliare, ad annodare e a sporcare il lino già di per sé mal filato.Il filo che Berchta osservava, e giudicava, e talvoltaaiutava a filare, naturalmente non era un semplice filo di lana o di lino, mail Filo del Destino, che giorno per giorno ogni donna filava per sé, rendendololuminoso e pulito grazie all’armonia a e all’amore coltivati e accresciuti,oppure opaco, sporco e pieno di nodi, a causa dei cattivi stati d’animo,dell’invidia, della cattiveria o semplicemente dell’inerzia.Si potrebbe pensare, però, che laddove l’anziana Signoratrovasse fanciulle laboriose ma un pochino maldestre, che facilmente annodavanoil proprio filo senza volerlo, ella si sedesse accanto al fuso, e con le suemani rugose insegnasse a tali giovani filatrici come filare meglio, sciogliendoi nodi e lisciando il filo della loro vita.L’arte di sciogliere i nodi è forse uno degli insegnamentiche la cara Berchta potrebbe donare alle sue amate protette, per aiutarle adessere più libere, più leggere e armoniose, e per far sì che il loro percorsosia un poco più semplice, liscio e chiaro.
È più che certo che per sciogliere certi nodi profondioccorra molto tempo e molto lavoro, perché si deve comprendere come tali nodisi siano formati e poi, piano piano, si deve scioglierli con grande pazienza eattenzione. Ed è pur vero che certi nodi che ci ostiniamo a voler sciogliere inrealtà non sono nodi nostri, e dobbiamo imparare a gettarli dietro le spallelasciando che a scioglierli siano coloro che li hanno formati, ovvero coloro acui veramente appartengono.Infatti, nessuno può e deve sciogliere nodi che non sianopropri, e ognuno ha i suoi nodi.
Per aiutarci a sciogliere certi nodi, o a gettarci dietro lespalle quelli che non sono nostri, non lo sono mai stati né mai lo saranno, sipuò compiere un piccolo gesto significativo, che fa uso della magiadell’analogia praticata sin da tempi lontanissimi.Durante i Dodici Giorni dopo il Solstizio d’Inverno, o dopoNatale, quando tradizionalmente la Befana fa visita alle case e giudica ilfilato delle donne, si può prendere un filo di lana, di lino o di cotone e,concentrandosi su ciò che si percepisce come nodo profondo, o sui motivi percui ci si sente “annodati”, oppure ancora sul nodo non proprio che si vuoleabbandonare, bisogna annodarlo, più e più volte, in un punto solo o in piùpunti a seconda di ciò che ci si sente.Se il nodo ci appartiene, occorrerà poi scioglierlolentamente, passo dopo passo, al lume di una candela bianca. Magari questogesto richiederà tempo, ma mano a mano che il filo si scioglierà, anche ilnostro nodo profondo ne risentirà e il suo scioglimento sarà chiamato, attiratoe facilitato.Se invece il nodo non ci appartiene, oppure riguarda legami,rapporti o situazioni esterne alla nostra interiorità dei quali vogliamoliberarci una volta per tutte, allora esso non andrà sciolto, poiché non ènostro compito scioglierlo, ma al contrario andrà bruciato sulla fiamma dellacandela. Se rimarrà della cenere, si potrà gettarla via nell’acqua corrente,che laverà ogni residuo di ciò che un tempo era un nodo, ma che ora non esistepiù – né per noi è mai esistito.Laddove i nodi sono stati sciolti, è facile che il filorimarrà un pochino arricciato, a ricordare la prova che si ha affrontato esuperato, forse con qualche piccola cicatrice com’è giusto che sia, ma questonon farà che renderci più forti e più accorti nel non ripetere gli stessierrori, e nel non tornare ad annodarsi il filo per le stesse ragioni già“sciolte”.La cara vecchina dalle vesti lise osserverà sorridente,magari guidando le nostre mani verso la risoluzione migliore, e per onorare lasua presenza e dimostrarle l’affetto che proviamo per Lei, lasceremo bruciarela candela bianca fino a quando si esaurirà da sola…Forse a quel lume Lei potrà vedere meglio il nostro operato,e riempire di dolcezze e benedizioni i giorni dell’anno avvenire.                                     I DONI DELLA BEFANA : L'ARTE DI SCIOGLIERE I NODI  

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