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I draghi dell’alba di primavera →
di Margaret Weis e Tracy Hickman
Voto: 9 (su 10)
E io perché sono diverso? si chiese Sturm. Ma egli conosceva la risposta e il borbottio del nano gli faceva da contrappunto. Era diverso a causa del nano, del kender, del mezzelfo. Gli avevano insegnato a guardare il mondo con altri occhi. Occhi a mandorla, occhietti piccini e anche occhi a clessidra. I Cavalieri come Derek vedevano il mondo senza sfumature, in bianco e nero. Sturm aveva visto il mondo in tutti i suoi splendidi colori luminosi, in tutto il suo piatto grigiore.
L’esercito della Regina delle Tenebre avanza conquistando sempre più terre. I nostri vedono il loro compito farsi sempre più difficile, e, affrontando una delusione dopo l’altra, si ritroveranno alla fine a doversi separare, lasciandosi con la macabra predizione di Raistlin: «E’ destino che alcuni di noi non si incontrino di nuovo in questo mondo!»
Ed ecco che con questo secondo libro sono arrivata a dare le 5 stelline a questa saga! Ma non avevo dubbi che mi avrebbe preso sempre di più! :) Questo romanzo, poi, a differenza dell’altro, mi ha coinvolta fin dalle prime righe! Inizia infatti con l’anteprima di una scena che vedremo più avanti, ovvero l’enigmatico addio di Raistlin che ho riportato nella trama. Fin da subito, insomma, si preannuncia quello che prevedevo: questo libro parla di notte e di inverno, non solo perché è ambientato in questa stagione, ma anche in senso metaforico, visto che i nostri vivono la loro ora più buia e sconfortante. E per di più la vivono separati, essendo costretti dagli eventi a dividersi più volte. Dev’essere un topos del fantasy questo della compagnia che si divide, oppure è un omaggio (perché non posso credere che sia un plagio!), di nuovo, a Tolkien? Gli echi de Il Signore degli Anelli sono ancora più massicci che nel libro precedente: oltre alla separazione della compagnia i sono, per esempio, i globi dei draghi, che tanto ricordano i Palantir.
Ma non mi lamento di questo, anche perché le originalità di questa saga sono comunque tante, e riguardano soprattutto i personaggi.
Tas continua ad essere il mio preferito! :) Sue alcune delle frasi più belle che ho riportato in basso. In più, in questo libro il suo ruolo diventa sempre più importante, e lo spensierato kender si troverà più di una volta a dover prendere drastiche decisioni e a fare i conti con la paura e il dolore, due malanni da cui di solito i kender sono immuni.
E poi c’è Raistlin. Lungi dal chiarire questo personaggio, gli autori che lo rendono ancora più enigmatico, e, per questo, non posso negarlo, ancora più affascinante! Lo vediamo acquistare sempre più potere, ma contemporaneamente scopriamo ogni tanto qualcosa di lui che non ci aspetteremmo. Per esempio nonostante i suoi modi scontrosi e prepotenti, i suoi compagni, e il fratello in particolare, sembrano stargli veramente a cuore. E nonostante la sua sete di potere, un paio di volte lo vediamo rimpiangere, anche se solo per qualche attimo, quello che ha sacrificato in nome della magia:
«Le cose non potranno essere più le stesse tra di noi, non è vero?» chiese, calmo, il mezzelfo.
Raistlin lo fissò per un istante e Tanis colse un fugace lampo di rimpianto negli occhi del mago, un desiderio di fiducia e amicizia e di ritorno ai giorni della loro gioventù.
«No,» sussurrò Raistlin. «Ma questo è il prezzo che io ho pagato.»
Infine, davvero non me lo sarei mai aspettato, ma proprio Raist è l’unico ad aver veramente amato la vita da artisti girovaghi che i nostri hanno condotto per un po’ per racimolare soldi!! :)
Ancora non abbiamo scoperto cos’è che successo durante la Prova di Raistlin. Oltre alla sua forza e alla sua salute deve aver ceduto qualcos’altro, qualcosa di cui è proibito parlare, sia a lui che a Caramon. Mi verrebbe da dire: che sia forse la fiducia del prossimo? Un po’ come per Cassandra, Raistlin è destinato a non essere mai creduto, nonostante dia sempre più spesso prova della sua lealtà. Ma sarebbe un po’ troppo scontato! :)
Nuovi personaggi si aggiungono (più o meno) alla compagnia (se ancora si può chiamare così, ora che è divisa!), e anche tra questi già ce ne sono alcuni che mi piacciono parecchio! Per esempio incontriamo Silvara (che scopriamo essere nientepopodimenoche un drago d’argento, nonché la sorella della donna/drago amata da Huma!) e finalmente conosciamo Kitiara, che, come immaginavo, lavora per la Regina delle Tenebre come Padrone dei draghi. E poi, per mia somma e immensa gioia, ritorna Fizban!!! :D
Purtroppo ho da fare però una grossa grossissima critica a questo libro, e riguarda la traduzione e, in generale, la revisione, o come si chiama quel lavoro che pare per i fantasy non esista che dovrebbe consistere nel rivedere il testo e correggere errori e refusi vari. Di palesi errori di traduzioni in realtà ne ho trovati soltanto un paio, ma non posso non dare comunque la colpa alle traduttrici dei molti errori orrori di questo romanzo visto che nel primo, che aveva un traduttore diverso, non c’erano. Ora, in realtà, non so se sia tutte colpa loro, magari semplicemente il primo era stato corretto e il secondo no. Ma se voi mi scrivete ogni singola volta “pò” al posto di “po’”, evidentemente, revisione o no, voi proprio non conoscete l’italiano! O meglio, non voglio essere troppo cattiva: non conoscete l’uso dell’apostrofo! Visto che la maggior parte degli obbrobri che mi hanno fatto veramente inorridire derivavano da un errato uso di questa tanto simpatica virgoletta in apice.
Mi danno veramente fastidio queste cose, perché purtroppo, anche quando sono presa dalla trama, le noto comunque quasi sempre, e un po’ mi rovinano il piacere della lettura! :(
Altra nota dolente è che il film d’animazione tratto dal primo romanzo della saga che ho visto di recente mi ha spoilerato (maledetto lui!) veramente della grossa!! Infatti una delle rivelazioni che fa alla fine nei libri ancora non c’è stata! :(
Va bè, lasciamo perdere, e torniamo a questo romanzo qui, che si chiude, come ogni buon secondo capitolo, con tante questioni lasciate in sospeso. E ci lascia comunque, nonostante tutto, con la speranza dell’alba e della primavera. Come ho già avuto modo di dire nella scorsa recensione, mi piacciono moltissimo questi titoli riferiti alle stagioni e ai momenti della giornata. L’altra volta però non avevo pensato che il titolo si riferiva anche, giustamente, ai draghi. Infatti i draghi del crepuscolo d’autunno sono i draghi rossi, come il sole al tramonto. I draghi della notte d’inverno sono invece blu scuro, il colore solitamente associato al cielo notturno (anche se in realtà è nero). E allora come saranno i draghi dell’alba di primavera? Rosa? ;) Forse, più probabilmente, dorati o argentati… spero! ;)
NOTA TECNICA CHE NON HA NULLA A CHE VEDERE CON IL LIBRO: sto provando un nuovo script per coprire gli spoiler. Mi piace molto perché lo trovo più facile da leggere rispetto all’evidenziazione delle strisce colorate. Voi che dite? :)
SECONDA NOTA CHE NON C’ENTRA NIENTE COL LIBRO: questo è il millesimo post pubblicato su questo blog!! :D Auguri a noi!!
Dammi 4 parole
Stavolta sono cinque stelline!Tasslehoff Burrfoot for presidentL’alba sembra ancora lontanaScheda del libro
Autore: Margaret Weis e Tracy Hickman
Saga: Le Cronache di DragonLance, 2
Titolo originale: Dragonlance Chronicles – Dragons of Winter Night
Anno prima pubblicazione: 1985
Casa Editrice: Armenia
Traduzione: Costanza Galbarti e Maria Merlo
Pagine: 286
sito ufficiale degli autori: Margaret Weis Productions e Tracy Hickman | Official Weblob
aNobii: LINK
goodreads: LINK
Ho deciso di leggere questo libro dopo averne sentito parlare QUI.
Sfide: La Sfida infinita (o quasi)… quarta edizione!, La Sfida Nascosta 2011, Sfida “Dammi 4 Parole”, LA SFIDA DELLE STAGIONI – continua (nel 2011), Sfida Fantasyosa 2011 e Sfida dei SERIAL READERS 2011.Segnalibri: quello a destra è quello che ho usato durante la lettura, ed è stato realizzato da yama30; l’ho scelto perché, come per il libro precedente, rappresenta la stagione citata nel titolo! :) Invece il segnalibro in alto a sinistra, dedicato al libro, è mio!Un po’ di frasi
«Il Martello di Kharas!». L’annuncio riecheggiò accompagnato da un grido di trionfo nella grande Sala del Re dei nani di montagna. Le voci tonanti e profonde dei nani si frammischiarono, nelle acclamazioni e nello strepito, alle grida più acute degli umani quando, allo spalancarsi del portone della sala, entrò Elistan, col chierico di Paladine.
[incipit]
Lui [Tanis] possiede tutte le doti che ogni buon capo, a quanto si dice, deve avere. E’ veloce nei pensieri, intelligente, creativo. Ma la maggior parte di noi possiede queste doti – chi più chi meno. Perché sono gli altri allora a seguire Tanis? Sturm è di sangue nobile, cavaliere di un ordine le cui radici affondano nei tempi antichi. Perché ubbidisce ad un mezzelfo bastardo? E Riverwind? Lui diffida di tutti quelli che non sono umani e metà di quelli che lo sono. Eppure lui e Goldmoon seguirebbero Tanis nell’Abisso e al ritorno. Perché? [...]
Tanis presta ascolto ai suoi sentimenti. Non li sopprime, come fa il cavaliere e non li nasconde, come l’uomo delle Pianure. Tanis ha capito che a volte un capo deve pensare con il cuore e non con la testa.
Raistlin
E lui pianse, quando i draghi uccisero tutta quella gente. Non ho mai visto un adulto piangere prima d’ora. Persino quando vennero i draghi e ci costrinsero a scappare dalle nostre case, noi non piangemmo. Penso, forse, che ci eravamo dimenticati come si fa.
Alhana Starbreeze
«Secondo la legge dei kender, se esiste una legge dei kender, è come se tutti fossero padroni di tutto.» Ciò era verissimo. L’atteggiamento disinvolto e distratto dei kender nei confronti degli averi altri si estendeva anche alle loro stesse proprietà. Non c’era niente che restasse troppo a lungo nella casa di un kender, a meno che non fosse inchiodato al pavimento. C’era sicuramente qualche vicino di casa che entrava, girava per le stanze, ammirava un determinato oggetto e, distrattamente, se ne usciva infilandoselo in tasca. Tra i kender un cimelio di famiglia era, per definizione, ciò che restava in una casa per più di tre settimane.
«Fizban!» Tasslehoff riuscì finalmente a sbottare tutto d’un colpo.
«Dove?» Il vecchio si guardò attorno. Sollevando il bastone, frugò l’oscurità con occhi impauriti. A un tratto sembrò ricordare qualcosa. Si girò di nuovo su se stesso e poi chiese a Tas, in un bisbiglio, «ma, sei sicuro di avere visto questo Fizban? Non era morto?»
«Io pensavo che fosse morto…» disse Tas, senza riuscire a credere ai suoi occhi.
«E allora non dovrebbe andare in giro a spaventare la gente!» affermò il vecchio arrabbiandosi. «Gliene dirò quattro. Ehi tu!» gridò.
Tas allungò una mano tremante e tirò la manica delle veste del vecchio. «Io… io non sono sicuro, m-ma credo che Fizban sei tu.»
«No, davvero?», disse il vecchio, trasecolando. «Mi sentivo un po’ giù di corda questa mattina, ma non credevo fosse così grave.»
- Lo sai che moriremo tutti quanti.
- L’hai detto quando abbiamo lottato contro il drago nero a Xak Tsaroth. E poi
hai detto la stessa cosa a Thorbardin, e poi nella barca…
- Questa volta moriremo! A costo di ammazzarti di persona!
Flint e Tas
Ringrazia il cielo che riusciamo ancora a provare pietà e orrore per la morte di un nemico. Il giorno in cui non ci importerà più niente dei nostri nemici sarà il giorno in cui perderemo questa battaglia.
Laurana
Lontano, sotto di loro, a Silvanesti, le rigogliose foglie verdi di un lussureggiante albero spiccavano contro il cielo in splendido contrasto con la nera desolazione della foresta tutt’attorno. I suoi rami ondeggiavano nel vento dell’inverno intonando una dolce musica mentre si stendevano a proteggere la tomba di Lorac dalle tenebre e dall’asprezza dell’inverno, in attesa della primavera.
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