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I draghi di romagna

Da Teoderica
I DRAGHI DI ROMAGNALa Romagna ha visto fiorire racconti sulla figura del drago. Le leggende sono diverse, c' è chi vuole ricondurle al ricordo di animali reali che un tempo erano sulla terra, e chi vi riconduce un dato simbolico legato a dissodamenti e bonifiche di territori impaludati, dove il drago che rappresenta la natura incolta viene poi ucciso. L' uccisore del drago è prima identificato con un cavaliere valoroso, poi con la cristianizzazione diventa un monaco e poi un santo: San Giorgio.
A Imola, cittadina romagnola, la leggenda vuole che il monaco Basilio nel 1063 liberasse la città da un drago che terrorizzava gli abitanti, legandolo col cosidetto " velo della Madonna", una reliquia che si conserva nella chiesa di Santa Maria in Regula ( in romagnolo il drago è chiamato anche "regul").
Un' altra leggenda vuole che a Forlì, capoluogo di Romagna, S Mercuriale riducesse in mansuetudine un drago facendolo precipitare in un pozzo.
A S. Pancrazio piccolo paese , pare agisse un drago ferocissimo. La tradizione narra che questo drago detto " e bison" attaccasse persone, rapisse bambini per mangiarli ed ucidesse pecore e mucche. Questo "bison" era ghiotto di latte. Gli abitanti erano disperati, cercarono di ucciderlo, ma non vi riuscirono. La gente chiese allora aiuto ad un giovane che per via di un' ingiusta condanna era stato condannato a morte; gli si prometteva la grazia se avesse ucciso la bestia. Questo cavaliere di nome Ghilardo, riuscì ad attirare il drago con un mastello di latte e quando il drago venne a berlo gli recise la testa con la spada.
( dal settimanale Qui, pagina della cultura di Eraldo Baldini)
immagine di Teoderica

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