"I due fratelli" / Angolo del Griot

C’erano una volta due fratelli, dei quali uno si chiamava “E’qualcuno che dà a qualcuno” e l’altro “E Dio che dà a qualcuno”.

Entrambi,un bel giorno, dal loro villaggio africano si recano nella città più vicina, per andare alla corte del re e fermarvisi alcuni giorni  allo scopo di ricevere ordini da eseguire come accadeva periodicamente  e, a turno, agli abitanti di quello strano Paese.

Il primo, che ha portato con sé, con previdenza, del filo, appena giunge è subito indirizzato ad andare a tessere insieme ad altri nell’officina di corte, dove lavorano da sempre tantissimi altri tessitori come lui.

L’altro, invece,che è giunto  a corte a mani vuote,  è consigliato dai saggi del re di andare piuttosto semplicemente a sedersi sotto un mango e attendere.

Quando il primo fratello ha completato tutto il suo lavoro e realizzato con il filo magari un magnifico pagno, divide ogni giorno, e senza mai esitare, il suo pasto,quel pasto che il re gli fa pervenire, con suo fratello.

E quest’ultimo, meraviglia delle meraviglie, ogni volta trova al fondo della ciotola dell’oro, che subito intasca.

Quando prima di congedarli, trascorsi i giorni stabiliti, il re chiede ai due fratelli l’esito della  permanenza, sempre però secondo il loro parere, il primo racconta ciò che ha realmente fatto e di cui si sente soddisfatto, il secondo mostra l’oro trovato al fondo della ciotola.

Per quanto ai nostri occhi la “cosa” possa apparire strana, da quel giorno in avanti scompare per sempre, in quella città e in quel Paese, il nome “E’ qualcuno che dà a qualcuno”.

Perché, al suo posto, ha ragion d’essere, secondo quel re, soltanto "E’ Dio che dà a qualcuno”.

Perché che ci piaccia o meno, come  anche un tempo sostenevano gli antenati, la morale è che tutto, da sempre,  viene all’uomo da Dio.

    A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)