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I DUE FUORICLASSE #matteorenzi #beppegrillo #parlamento europeo

Creato il 03 luglio 2014 da Albertomax @albertomassazza

grillo renziPer usare un’espressione tanto cara ai pentastellati, nel suo discorso d’insediamento del semestre di presidenza italiano, Renzi ha aperto il Parlamento Europeo come una scatoletta di tonno. La sua posizione europeista alternativa, inflessibile sulla necessità di rendere più elastica l’interpretazione dei vincoli, rischia di raccogliere consensi trasversali ben oltre il recinto del PSE, esercitando fascino su larghe fette del PPE e dei Liberal-Democratici europei, fino agli euroscettici meno radicali. Un discorso che scopre il fianco all’ironia, in particolare il passaggio sul selfie, dal profilo intellettuale modesto, ma efficacissimo dal punto di vista comunicativo, sia nella forma (pratica, innovativa, chiara e semplice; unico neo, il tentativo un po’ goffo di dargli un po’ di spessore culturale, per giunta non richiesto dall’occasione) che nel contenuto (essenziale; di rottura, ma nella continuità dei valori).

Un discorso, c’è da scommetterci, che darà molto da pensare ad Angela Merkel, soprattutto sulla necessità di  spuntare le ali ai falchi del rigore della sua area di appartenenza; falchi, per altro, già stanati e impallinati a dovere dal premier italiano, nel polemico botta e risposta successivo al discorso. Attendendo di poter giudicare sulla reale efficacia della sua politica, Renzi si è comunque consacrato in Europa come un vero fuoriclasse dell’oratoria e della dialettica. Ma sarebbe ingiusto affermare che il suo esecutivo finora si sia limitato al dire: togliere le ragnatele dalla comunicazione politica, è fare; muovere le acque stagnanti del riformismo italiano, è fare; aprire il Parlamento Europeo come una scatoletta, è fare. Che questo fare porti o meno dei benefici è un altro discorso e non ci sarà bisogno di molto tempo per saperlo.

Malinconicamente, intanto, si è consumato l’ennesimo tentativo di Beppe Grillo di prendere di petto lo strapotere comunicativo di Renzi. Prevedendo l’eco mediatica del discorso di insediamento, ha tentato di disinnescarla con una conferenza stampa personale, nella vana speranza di proiettare un po’ d’ombra su Renzi. Ma non ha ottenuto altro che un po’ di curiosità dei giornalisti europei, sempre interessati alle nostre pittoresche espressioni politiche, esportando a Strasburgo l’abituale circo mediatico che si manifesta in Italia ad ogni apparizione del guru pentastellato. Nonostante i millantati appuntamenti con Merkel, Junker, Van Rompuy e Schulz, l’incursione europea di Grillo si è dimostrata di estrema marginalità politica. Un’ulteriore dimostrazione di come il leader del M5stelle sia sempre di più un fuori classe della politica: fuori da ogni decisione che conta, in Italia come in Europa, e presto, quando i suoi attivisti si renderanno conto che non è più in grado di attrarre consenso, anche dal movimento da lui stesso creato.



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