Dopo la cocente sconfitta nella bolgia del Sánchez-Pizjuán la tifoseria del Villarreal è spaccata: la maggior parte, come al solito, riesce ad apprezzare la grande annata dei ragazzi di Marcelino che stanno dimostrando di essere la principale candidata per una quarta piazza insperata fino a pochi mesi fa; mentre un'altra fazione inizia a temere che la zona Champions League sfugga di mano sul più bello, inneggiando al fallimento (o presunto tale) che rovinerebbe quanto di buono fatto vedere nella prima parte di stagione. Entrambe le posizioni sono senz'altro ragionevoli perché il Submarino amarillo sta sì disputando una stagione sopra ogni più rosea aspettativa, ma è altrettanto vero che perdere un vantaggio a due cifre in poco più di due mesi sarebbe una dimostrazione di fragilità mentale imperdonabile. Già, perché nel giro di quindici giorni il Villarreal si è ritrovato da +11 a +5 sul Siviglia, anzi la distanza dal quinto posto ora dista quattro punti e mezzo, considerando lo scontro diretto a sfavore.
Bisogna dirlo: la sconfitta a Siviglia ci può stare, il vero guaio è stato buttare al vento i tre punti domenica scorsa quando non si è saputo capitalizzare contro una neopromossa come il Las Palmas, in grado di raggranellare quattro punti nella doppia sfida con il Sottomarino giallo. E adesso l'umore a Miralcamp si è completamente ribaltato: il Siviglia rincorre con il fiato sul collo e l' Athletic Bilbao gli corre dietro; ai numerosi infortuni ( Musacchio, Jaume Costa, Jonathan dos Santos e Samu García) si sono aggiunti Bailly, che ha abbandonato il campo all'intervallo, e Areola, che invece ha riscontrato un dolore al ginocchio sinistro e potrebbe far presumere problemi al legamento; inoltre la squadra ha mostrato gravi problemi difensivi subendo quattro gol, gli stessi che aveva incassato nelle precedenti undici giornate di campionato. Lo stesso Marcelino ha parlato di come i meccanismi non abbiano funzionato " sia in fase di transizione difensiva e sia a palla coperta" e considerando la presenza di un impacciato Bonera e di due giocatori fuori ruolo a sinistra ( Bailly, che è un centrale, nel primo tempo e Rukavina, che è un terzino destro, nel secondo) la cosa sorprende fino a un certo punto.
Per rialzare la testa, ma soprattutto il morale, servirà innanzitutto trovare il biglietto per i quarti di finale di Europa League, obiettivo più che alla portata della squadra. Il due a zero dell'andata è un ombrello abbastanza grande da evitare spiacevoli sorprese anche con un undici raffazzonato, come già successo in passato quando con rotazioni molto larghe Marcelino ha saputo strappare punti sia al Santiago Bernabéu ( l'anno scorso) che al Vicente Calderón ( quest'anno). E in questo senso il ruolo dell'allenatore in questa fase della stagione sarà fondamentale. Lo stesso uomo che ha chiesto ai tifosi di sostenere i giocatori appena otto giorni fa, nella conferenza post-partita al Sánchez-Pizjuán si è calamitato tutte le responsabilità dichiarando chiaramente che " il colpevole è l'allenatore perché è suo compito saper trasmettere ai giocatori dove può essere pericoloso l'avversario e come contrastarlo". Dovrà essere lui a scuotere la squadra e ridarle la fiducia in sé stessa che sembra aver perso ultimamente, soprattutto in Liga dove non vince già da tre turni nei quali ha raccolto la miseria di un punto.
E il calendario non sarà clemente: già da questo fine settimana si riprenderà con la visita della capolista, il Barcellona, e il digiuno di successi rischia seriamente di protrarsi (e il distacco dalle inseguitrici di contrarsi ulteriormente). Quanto meno il Siviglia dovrà vedersela con il Real Madrid, ma a sole sei lunghezze bisogna tenere in conto anche il ritorno dell' Athletic Bilbao. D'altronde una volta archiviata la sfida con agli azulgrana il Villarreal sul suo cammino avrà sole tre sfide casalinghe e ben cinque trasferte tra cui quelle delicate al Santiago Bernabéu e al Mestalla. In quest'ottica i tre punti persi col Las Palmas pesano ancora di più: in caso di vittoria due domenica fa l'attuale +5 sul quinto posto sarebbe stato un rassicurante +8. Senza voler dimenticare la campagna europea che sta per entrare nel vivo: in caso di qualificazione il Villarreal si ritroverebbe ad appena quattro gare da un'eventuale finale, e porre priorità tra campionato ed Europa League diverrebbe complicato. Adesso come non mai le idee e la tranquillità dell'allenatore faranno la differenza, e Marcelino, una volta per tutte, è chiamato a dimostrare di che pasta è fatto. Perché se nelle due precedenti stagioni la squadra era praticamente fuori da qualsiasi testa a testa già in primavera, adesso che potrebbe essere necessario lottare su ogni pallone fino a fine anno si vedrà la stoffa del leader.
I due mesi di fuoco di Marcelino ultima modifica: da