L'ospedale di MSF a Maaret al-Numan. (GHAITH OMRAN/AFP/Getty Images)
Nella mattina di lunedì 15 febbraio due diversi ospedali siriani sono stati bombardati: uno si trovava a Azaz, una città a nord di Aleppo, vicino al confine con la Siria, mentre l’altro si trovava a Maaret al-Numan, nella provincia di Idlib, 280 chilometri a nord di Damasco. Secondo l’Osservatorio per i diritti umani siriano – un’organizzazione vicina ai ribelli – nel bombardamento all’ospedale di Azaz sono morte almeno dieci persone, tra cui tre bambini e una donna incinta, e ne sono rimaste ferite più di trenta. Il primo ministro turco Ahmet Davutoğlu ha detto che a colpire l’ospedale sono stati dei missili lanciati da un aereo russo. Abu Thaer al-Halabi, un portavoce dei ribelli ad Aleppo, ha detto ad Al Jazeera che una parte dell’autostrada lungo la quale sono trasportati gli aiuti umanitari nella regione è stata distrutta.
L’ospedale a Maaret al-Numan era gestito da Medici Senza Frontiere, che ha confermato che la struttura è stata distrutta. Mego Terzian, presidente di MSF Francia, ha detto che nell’attacco sono morte almeno sette persone, tra dipendenti e pazienti, e che otto dipendenti sono ancora dispersi. Ha anche detto che il responsabile dell’attacco è o il governo siriano o la Russia. MSF ha scritto su Twitter che l’ospedale è stato colpito da almeno due serie di bombardamenti, a pochi minuti l’uno dall’altro, e che «questo sembra un attacco deliberato contro una struttura ospedaliera, e lo condanniamo nella maniera più dura possibile». L’ospedale, ha detto MSF, aveva 30 posti letto, 54 dipendenti, due sale operatorie e una sala d’emergenza: la sua distruzione secondo MSF «lascia 40000 persone senza cure mediche in una zona in cui sono in corso conflitti».
Lunedì l’agenzia di stampa russa Interfax ha scritto, citando alcuni funzionari del ministero degli Esteri russo, che la Russia intende continuare i bombardamenti intorno ad Aleppo nonostante l’accordo raggiunto con gli Stati Uniti la scorsa settimana per interromperli.
The hospital was hit four times in two series of at least two attacks within a few minutes of each other #MSF pic.twitter.com/HGFxdWK96S— أطباء بلا حدود سوريا (@MSF_Syria) 15 Febbraio 2016
Negli scorsi giorni il segretario di Stato americano John Kerry aveva chiesto ai combattenti curdi dell’Unità di Protezione Popolar (YPG) di fermare la propria avanzata nella zona di Azaz, e alla Turchia di interrompere i bombardamenti nella regione, concentrandosi sul combattere il nemico comune in Siria, cioè l’ISIS. Un portavoce del ministero degli Esteri turco ha detto di essere “scioccato” dai commenti di Kerry, aggiungendo che la Turchia «non ha bisogno di alcun permesso per combattere il terrorismo»: la Turchia considera l’YPG un gruppo affiliato al PKK, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, considerata dal governo turco un’organizzazione terroristica. L’YPG recentemente ha conquistato del territorio intorno ad Azaz combattendo contro i ribelli siriani: la Turchia ha detto che intende impedire all’YPG di conquistare anche Azaz.
Fonte: Il Post