Il giochino ai due riesce sempre. Rimestano nella putrefazione del loro repertorio, incuranti delle più elementari regole della deontologia, buttano giù la solita banalizzazione di una tragedia come la Shoah (già di per sé banalizzata dagli eccessi di memoria), si attirano addosso l’indignazione dei tanti che stanno sempre dalla parte della ragione, per ottenere visibilità e recitare credibilmente la parte degli incompresi e dei perseguitati. In più, si attirano le simpatie antisemite (uno vale uno) e rivitalizzano il loro elettorato più cazzone. Bisognerebbe che tutti facessero come la Merkel, la principale chiamata in causa dalla stupidaggine di Berlusconi, che si è limitata a far trapelare un lapidario: affermazioni talmente assurde da non meritare il commento del governo tedesco. Strategie che si assomigliano in modo sempre più imbarazzante, quelle dei due capocomici della politica italiana, e negli aspetti più deteriori, strumentalizzando qualsiasi cosa pur di ottenere un po’ di consenso. Purtroppo per loro, si dovranno pestare i piedi a vicenda per accapparrarsi quel tipo di consenso. Berlusconi l’ha capito: contro la diaspora del voto moderato verso Renzi non può farci nulla. Da botte a tutti, ma risparmia il premier, conscio che, attaccandolo, non farebbe altro che aumentare l’entità della fuoriuscita. Grillo, invece, continua a mordere i polpacci al Pd, disinteressandosi completamente del suo vero antagonista. Continuando così, Berlusconi può davvero sperare nel controsorpasso nei suoi confronti.