I due volti di gennaio
Creato il 23 settembre 2014 da Veripaccheri
I due volti di gennaio
di Hossein Amini
con Viggo Mortensen, Oscar Isaac, Kirsten Dunst
Gran Bretagna, Usa, Francia, 2014
durata, 97'
In
"The Sheltering Sky", il romanzo di Paul Bowles portato sullo schermo
da Bernardo Bertolucci con il titolo "Il the nel deserto" la storia
di un uomo e una donna in fuga da se stessi e dal proprio paese diventava la
metafora di una trasformazione radicale e definitva che interessava la realtà
ma anche l'anima di quei personaggi. In quel caso il viaggio di Port e Kit, pur
mantendendo intatte le caratteristiche di fascino ed esotismo derivate dal
contatto con un mondo sconosciuto e lontano si definiva soprattutto attraverso
la prevalenza della dimensione esistenziale dei protagonisti, chiamati a
incarnare lo smarrimento di un'umanità che stava per lasciare il passo alla
follia delle persecuzioni e della guerra. Un percorso narrativo che in parte
segue anche Hossein Amini, quando, portando sullo schermo il romanzo di
Patricia Highsmith "Le due facce di Gennaio", ci racconta la storia
di una coppia di belli e dannati costretti a fare i conti con le ostilità di un
destino che si presenta sotto le forme poliziesche dell’investigatore privato
che ha scoperto le attività truffaldine di Chester MacFarland, costretto alla
fuga per evitare di finire nelle mani della polizia. Ad accompagnarne il tentativo di depistaggio la moglie
Colette, bella e disinvolta, e Raydall Keener, studente americano, ambiguo e
spregiudicato che decide di aiutarli a scappare dalle grinfie dei loro inseguitori.
Una
similitudine,
quella con il libro dello scrittore americano, che nel film di Amini
si deve
confrontare con la volontà del regista di trasformare i deragliamenti
psicologici dei personaggi, e le loro sotterranee ossessioni, in un
gioco di specchi che
alimenta inganni e seduzioni. Così, se lo scenario principale è
sicuramente criminale, "I due volti di gennaio" sulla scia di un film
come "Il talento di Mr Rypley" - anch'esso derivato da un romanzo della
Highsmith - mette in moto una dialettica in cui eros e thanatos si danno
continuamente il cambio, spostando il
film dal giallo al melò a
secondo dei momenti. In questo modo il film di Hosseini, pur nei limiti
di una sceneggiatura che non riesce a tenere testa ai cambi d'umore dei
suoi personaggi, rimanendo il più delle volte sulla superficie delle
loro personalità, riesce a mettere in campo una varietà di toni ed una
serie di colpi di scena che riescono a tenere desta l'attenzione dello
spettatore.
A
salire in cattedra sono soprattutto gli
attori maschili, Viggo Mortensen e Oscar Isaac (Inside Llewyn Davis) , a
cui spetta il compito più
difficile, e cioè quello di mettere in scena l'alternarsi di attrazione e
repulsione che caratterizza il loro rapporto. Certamente siamo
lontani dalle pulsioni omo erotiche di “Ripley”, ma ciò non toglie che
anche
qui come nel film di Minghella, molto si debba alla particolarità del
sodalizio
maschile. Tenendo conto che la fine è meno nota di quello che si può
prevedere, e che
almeno un paio di cambi di direzione possono prendere in contropiede,
arriviamo
a dire che “I due volti di Gennaio” finisce per farsi perdonare la poca
credibilità di alcuni snodi narrativi.
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