Titolo: I due volti di Nuova Delhi
Autore: Annarita Tranfici
Editore: Lettere Animate Edizioni
Collana: I Brevissimi
Pagine: 12
Ebook: € 0,80
Data di pubblicazione: 22 gennaio 2015
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TRAMA
Mani che si sfiorano e baci casti incapaci di nascondersi da sguardi perfidi e pericolosi. Desideri pressanti nel petto, spie di sentimenti a cui non è concesso veder brillare la luce del sole. Un fiore puro esposto alle intemperie, facile preda della gelosia e dell'invidia di cuori malati. Una storia la cui dolcezza si perde in un pomeriggio come tanti che svela i volti di una Nuova Delhi con due anime; un lembo di terra in cui la sacralità confina con la perversione, in cui moralità e amoralità si intrecciano lasciando all'anima che si muove in questo teatro, tanta amarezza e rassegnazione.
Il racconto breve di Annarita Tranfici ha aperto in me un vero conflitto. Ammetto, vista la sua brevità, di essermi stupita di averlo accettato (come sapete di solito evito i racconti), così, complice una memoria non proprio meravigliosa, sono andata a scartabellare le mail che ci siamo scambiate e a rileggere gli appunti che avevo preso (si, miei cari autori, siete tutti schedati! No scherzo, ma quando accetto un libro di solito butto giù due righe su cosa mi ha colpito e perché ho accettato. Visto? Le mie manie organizzative servono!). Mi aveva incuriosito l'ambientazione.
Finita la lettura, come dicevo, si è aperto in meno un vero e proprio dissidio interiore. La storia che queste poche pagine propongono non è facile da digerire, ma contemporaneamente è uno di quei racconti che deve essere letto perché pone l'accento su una situazione sociale e culturale aberrante, che vede le donne di qualunque età come oggetto, qualcosa da possedere e usare. Il mio problema è stato questo: come posso valutare una storia così? Come, dopo aver letto di Kajal e Kirian, posso dare un voto, per altro camuffato da simpatici gufetti? Ammetto che per la prima volta da che ho aperto il blog sono stata tentata di fare un passo indietro e di non dare voti. Poi però ho pensato che non fosse giusto, nei vostri confronti e di quelli dell'autrice.
Il racconto di Annarita, come da titolo, ci mostra in modo semplice e diretto le due facce di una città tanto bella quanto difficile. Nuova Delhi, ma l'India in generale, è il paese delle contraddizioni, sacro e profano, ricchezza e povertà, alti e bassi, amore e violenza. Qui, in un mondo grande e caotico nasce l'amore di Kajal e Kirian, un amore puro, appena accennato, fatto di sguardi e sorrisi. Si prova subito simpatia per questi due ragazzini che cercano di conoscersi. Mi è piaciuta la delicatezza con cui si incontrano, con cui si guardano e si parlano. Il finale però spezza e lacera questo idillio (e anche il cuore del lettore) nella maniera più brutale e spaventosa. E' una parte forte, difficile da affrontare.
Secondo me è un racconto che va letto con i giusti accorgimenti, sapendo che si va incontro ad una storia bella ma terribile.
La cosa che più mi ha lasciato l'amaro in bocca è stato abbandonare così questi due personaggi, non sapere cosa ne è stato di loro.
Nella lettura ho notato tanta fretta e questo, lo sapete, mi disturba ogni volta. Ovviamnete è un racconto, deve essere breve, però qualche pagina in più mi avrebbe fatto piacere.
In conclusione, si, no, forse? Per me è un ni. Mi ha convinto la storia, mi sono innamorata dei personaggi ma non ci posso fare niente, ho bisogno di più spazio, di più pagine, più righe che mi raccontino la storia nella sua totalità. Un plauso va dato all'autrice per aver affrontato in maniera delicata ma anche decisa, senza nascondersi dietro ad un dito, un argomento tanto difficile e che purtroppo ancora oggi spesso viene rilegato nei servizi di fondo dei Tg o nei trafiletti dei giornali.
Voto
Alla prossima