Lo abbiamo scritto da tempo: i c.d. "falchi" del PdL, senza i soldini del Berluskaiser, non vanno da nessuna parte. Non hanno i soldi neanche per affittarsi una sede di quattro locali più cesso, o di pubblicare un giornaletto in ciclostile. Figuriamoci se hanno i soldi per fare una campagna, o per comprarsi qualche parlamentare... Ora questa mia tesi, che sembrava bislacca, è certificata da una persona al di sopra di ogni sospetto: il responsabile elettorale del PdL. Tafanus
Abrignani: "88 milioni di debiti, senza Silvio falliamo"
Su Forza Italia l'allarme del responsabile elettorale del Pdl: un motivo in più per continuare a credere in Berlusconi (Fonte: Repubblica.it)
Ignazio Abrignani
Forza Italia deve ancora
prendere il largo, ma in stiva c'è già un carico di debiti da 88,2
milioni di euro. Lo dicono i libri contabili di fine 2012, lo
documentava ieri un'inchiesta di Libero. Il "senatore Silvio
Berlusconi" ha rilasciato fideiussioni a copertura di spese e debiti
della vecchia creatura per 102 milioni di euro.
Insomma, tutta
la baracca, tanto per cambiare, si regge sul suo portafogli.
Conclusione: se il Cavaliere decidesse di ritirarsi dalla scena (e
ritirare le garanzie), l'esposizione ricadrebbe per intero sulle spalle
di Alfano o Fitto o coloro che ne raccoglierebbero l'eredità politica.
"Un motivo in più, non certo il primo e l'unico, per continuare a
credere nella leadership di Silvio Berlusconi" spiega con schiettezza
Ignazio Abrignani. Deputato, responsabile elettorale del Pdl, adesso è
organico ai "lealisti" che si contrappongono ad Alfano e ai governativi
giurando fedeltà al capo.
Dunque si scopre che ad essere bad company, almeno sul piano finanziario, è Forza Italia e non il Pdl?
"Dove sta il mistero? I libri contabili dei partiti sono pubblici. Un disavanzo c'è, è vero".
Anche consistente, si parla di 90 milioni.
"Sì, più o meno quella cifra lì".
Chi paga?
"È
tutto coperto dalle fideiussioni del presidente Berlusconi. Ma va
detto che il partito sta lavorando a un meccanismo che porti
all'autonomia finanziaria, predisponendo forme di autogestione
territoriale, con fund raising, affidato ai coordinatori locali e a
tutti i parlamentari".
D'accordo, in futuro. E adesso che il finanziamento pubblico sarà cancellato?
"Dovremo
trovare altre forme di sostegno. Tutti i partiti, non solo noi.
Evitando possibilmente di demonizzare chi dona soldi ai partiti, da
considerare non furfanti in cerca di tornaconto, ma salvatori della
democrazia. Come avviene nel mondo anglosassone, per esempio. Dove tutto
è retto dalla finanza privata".
Altro che affrancarvi. Dipendete e dipenderete sempre da lui. Dove andreste senza le "garanzie" del leader?
"Noi non vogliamo prescindere da Berlusconi e non per i soldi, ma per il consenso che lui e solo lui può garantirci".
Consenso, cioè voti, che poi portano altro rimborso elettorale.
"Ecco, appunto, una cosa tira anche l'altra".
Insomma, passare dal Pdl a Forza Italia potrebbe non essere così conveniente. Sarà per questo che l'operazione tarda a partire?
"Sicuramente
oggi il Pdl gode di rimborsi elettorali, Forza Italia no. Ma sappiamo
che in questa fase la volontà di Berlusconi sarà determinante. Per cui,
se lui vorrà
ritornare a Forza Italia si troveranno i modi e i mezzi perché quel partito abbia un futuro e una solidità".
Che mezzi? I debiti non si cancellano.
"Per
esempio, sappiamo che il Pdl dovrà ricevere circa 50 milioni di euro
di rimborso elettorale. Ecco, i debiti di Forza Italia sono il doppio,
ma intanto sarebbero dimezzati col passaggio. Poi, se il presidente ha
deciso così, si farà