Alle spalle del Pincio, vicino a Villa Borghese, ci sono i resti di una costruzione conosciuta col nome di Muro Torto.
Volute dall’imperatore Aureliano, queste massicce mura non avevano un compito difensivo, bensì servivano a impedire che improvvise frane dai colli circostanti rovesciassero fango e macerie sulle ville dei patrizi romani che abitavano in zona.
Tre famiglie in particolare beneficiarono della protezione del muro: gli Anicii, gli Acilii e i Pinci. Da quest’ultimi prese poi il nome la collina e anche il relativo splendido parco romano.
Fin dai primissimi tempi dopo la sua costruzione il Muro Torto iniziò a generare storie inquietanti che lo riguardavano.
La villa dei Domizi, che sorgeva tra l’attuale piazza del Popolo e via Margutta, accolse le ceneri dell’imperatore Nerone, che faceva parte proprio di quella gens. Il sovrano folle venne seppellito nel mausoleo situato nel giardino della villa. Nel 1099 Papa Pasquale II ordinò la costruzione di una cappella votiva in quella zona. Lo scopo di tale edificio era noto a tutti: esorcizzare il fantasma di Nerone, che da decenni spaventava i passanti, materializzandosi di notte nei dintorni del luogo di sepoltura del sepolcro.
Negli anni successivi – dal Medioevo fino a inizio ’800 – nel terreno antistante il Muro venivano seppelliti i ladri, i giustiziati, le prostitute di infima estrazione sociale e anche gli attori e i saltimbanchi, relativamente al periodo in cui professare questi mestieri era proibito. Nel 1825 vennero inumati anche i corpi di alcuni carbonari ghigliottinati dal boia pontificio. Quest’abbondante e prolungata dose di violenza e disgrazie procurò alle mura il soprannome di Muro Malo, e non solo. Gli avvistamenti di fantasmi in quella zona di Roma sono abbondanti, e abbastanza truculenti. Si tratta ovviamente degli spiriti inquieti di tutti i poveracci giustiziati e quindi sepolti all’ombra del mefitico muro.
Si dice che alcuni di questi fantasmi siano però in cerca di redenzione postuma. Chi ha il coraggio di guardarli in faccia potrà dunque ricevere dei numeri vincenti al Lotto. Una diceria popolare, si capisce. Eppure non è certo impossibile imbattersi in qualche cercatore di fantasmi, ansioso di guadagnarsi i tanto sospirati numeri “magici”.
Non è finita qui. Le energie negative che permeano l’area sembrano aggrapparsi come sudari addosso a quelle persone che nutrono propositi autodistruttivi. Ne sono la prova i resti, ora a malapena visibili, di una rete metallica fatta installare dalle autorità negli anni ’30, quando il Muro Torto era diventato la meta fissa degli aspiranti suicidi che desideravano ammazzarsi buttandosi nei giardini del Pincio.
Infine, e questa è una leggenda metropolitana apparentemente suffragata da diverse testimonianze nel corso degli anni, la strada che costeggia il muraglione sarebbe spesso caratterizzata da incidenti misteriosi di auto e motorini che transitano in loco, specialmente di notte. Più di una persona coinvolta in questi episodi ha parlato di motori spenti all’improvviso e senza alcun motivo apparente. Una casistica che ricorda le altre relative a luoghi infestati da presenze spettrali.
La cosa più inquietante è però forse un’altra, molto più terrena: è probabile che, scavando nel parco di Villa Borghese, si possano trovare resti umani. In passato la zona è stata utilizzata talmente tanto come area di sepoltura che non è da escludere che le fosse del Muro Torto abbiano sconfinato nelle immediate vicinanze.
La prossima volta che passeggerete da quelle parti, magari in una bella giornata soleggiata, provate a pensarci.
(articolo originariamente pubblicato su Knife Magazine)
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