I "fantasmi" di Facebook

Da Zonwu

Non bastano più fantasmi che popolano castelli e vecchi ruderi, poltergeist, demoni dell'oltretomba e morti che sussurrano. Il regno del paranormale sembra essersi spostato nel mondo della tecnologia.
Sto scherzando: in realtà, il problema dei "fantasmi di Facebook" è qualcosa di reale, per nulla paranormale ed in certi casi per nulla gradevole.
Immaginate la sorpresa di Courtney Purvin quando il mese scorso ha ricevuto una richiesta di amicizia da parte di un vecchio amico di famiglia, che ha suonato il piano durante il suo matrimonio quattro anni prima, ma deceduto lo scorso aprile.
"Mi ha spaventato un po'" ha affermato Courtney. "Era come se fosse tornato dalla morte".
C'è un dato di fatto, per nulla paranormale: Facebook è in grado di tenere traccia di compleanni, anniversari e incontri tra amici, ma in caso di morte il profilo di un utente rimane attivo per un certo periodo di tempo.
Questo ha portato ad alcuni casi curiosi. "E' un argomento molto delicato" spiega Meredith Chin, portavoce di Facebook "e, di certo, vedere apparire amici morti può essere doloroso". E data la mole di utenti gestiti dall'applicazione, circa 500 milioni, "non saremo mai in gradi di stare al passo".
Se inizialmente Facebook era utilizzato per lo più da giovani, ora copre anche la fascia degli ultra sessantenni (nel maggio scorso erano 6,5 milioni, tre volte i più rispetto al maggio 2009). Ed in questa fascia di età, è più facile che si verifichino casi di morte di utenti.
La storia di Courtney Purvin non è l'unica che evoca "fantasmi" telematici. Tamu Twonsend, 37 anni di Montreal, dice di ricevere regolarmente richieste da parte di amici morti. "A volte è confortante vedere i loro volti apparire. Ma ad un certo punto non è per nulla rassicurante. Il servizio ti chiede di riconnetterti con qualcuno di 'impossibile'. Se è qualcuno scomparso da poco tempo, fa soffrire".
Inizialmente, l'approccio di Facebook nei confronti di persone scomparse era la cancellazione istantanea dell'account. Ma successivamente si è deciso di mantenere attivi i profili, dando la possibilità di convertirli in pagine di tributo che tuttavia non appaiono nei risultati della ricerca utenti.
Questo è possibile compilando un modulo che fornisca prove della morte a Facebook, come un link all'obitorio o una notizia relativa al decesso. Informazioni che lo staff di Facebook provvederà a valutare per convertire il profilo interessato in un memoriale, in modo tale che parenti ed amici possano commentare e commemorare il caro estinto.
Ma l'opzione non è molto pubblicizzata, per cui molti profili di utenti rimangono attivi e non convertiti in pagine di tributo. Questi utenti deceduti continuano ad apparire sulle pagine degli iscritti come suggerimenti di amici, proprio come se fossero ancora in vita ed attivi.
Il problema sta diventando abbastanza scomodo per alcune persone, soprattutto per chi ha avuto un lutto recente. Chin propone che si possa cercare nei profili frasi come "mi mancherai" o "riposa in pace" per poter poi effettuare una scansione umana del profilo, e verificare se l'utente è in vita o meno.
Questo approccio non sarebbe esente da problemi e scherzi di pessimo gusto. Com'è accaduto a Simon Thulbourn, un ingegnere software tedesco che è stato dato per morto nell'Ottobre 2009 per un errore.
Un suo amico ha trovato una notizia che dava per deceduto Thulbourn, senza tuttavia verificarla. Si trattava infatti di un omonimo, ma lo scambio di persona venne notato dopo che la notizia fu sottoposta al modulo di Facebook per verificare il decesso di un utente.
E i problemi non finiscono qui: il processo di "memorializzazione" non accetta nuovi amici dopo che il profilo è stato trasformato in pagina di tributo. Nel caso i parenti non fossero già tra gli amici del defunto, non sarebbe possibile scambiare fotografie e commenti con chi già rientrava nella lista prima del decesso.
Facebook quindi si trova a dover affrontare anche questa sfida, che vorrebbe volentieri evitare di gestire vista la difficoltà della questione. Ma tutti muoiono, e prima o poi anche Facebook dovrà gestire a fondo il decesso di un utente.
As Facebook Users Die, Ghosts Reach Out


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