5 MAGGIO – Non fatevi ingannare dal titolo perché non parliamo del famoso cartone animato e nemmeno della sua trasposizione sul grande schermo ma di un simpatico accostamento utilizzato per dare voce alle prossime semifinali di Champion’s League. La pluridecennale storia del pallone racconta che alla fine restano in piedi solo i migliori, pertanto, guardando i nomi degli invitati che siederanno al tavolo della sfida, diventa difficile pensarla diversamente. Tuttavia, se per Bayern Monaco, Real Madrid e Barcellona non si tratta certo di una novità, diverso è, invece, il discorso per la Juventus, che torna ad assaporare il dolce profumo di una semifinale europea dopo ben 12 anni di assenza. Entrambe le doppie sfide lasciano la porta aperta a qualsiasi risultato, tanto che diventa oggettivamente difficile individuare chi, sotto il cielo di Berlino, avrà l’onore di alzare tra le mani la fatidica “coppa dalle grandi orecchie”. Nonostante il pronostico tutt’altro che facile proviamo, comunque, a studiare un po’ più da vicino le squadre in campo, nel tentativo di capirci qualcosina in più.
Partiamo proprio dal Barcellona, secondo l’opinione di molti principale “indiziato” al successo finale. I blaugrana, dopo un avvio di stagione piuttosto stentato, coinciso con l’arrivo sulla panchina dell’ex allenatore della Roma Luis Enrique, sembrano aver finalmente ingranato la marcia giusta. Lo schema di gioco adottato dal tecnico asturiano è l’abituale 4-3-3, in parte figlio dei trionfi targati Guardiola, dove l’unica ma sostanziale variante è data dalla presenza di un trio d’attacco delle meraviglie, composto oltre che dal solito Leo Messi, dal brasiliano Neymar e dall’uruguaiano Suarez. Una “triade” offensiva decisamente letale – i tre in questa stagione hanno già superato le cento realizzazioni – in grado di “abbattere” qualsiasi retroguardia avversaria. In sintesi una squadra che rispetto agli anni precedenti, privilegia meno il famoso “tiki-taka” a favore di un gioco basato su precise e rapide verticalizzazioni atte a sfruttare al meglio la velocità di Neymar e l’implacabilità sotto porta di Suarez. Degni avversari degli spagnoli, saranno in questa prima semifinale i tedeschi del Bayern Monaco, condotti in panchina, ironia della sorte, dall’ex Pep Guardiola, l’uomo che ha riempito di trofei la bacheca catalana più di qualsiasi altro suo predecessore. I bavaresi schierano un interessante 4-2-3-1, volto ad esaltare le accelerazioni dei vari Ribery, Robben e Goetze e la proverbiale capacità realizzativa di Lewandoski. Il match, però, presenta per i campioni di Germania qualche handicap di troppo visto che si vedranno costretti a rinunciare a Robben – per lui stagione già finita – e, forse, a “convivere” con un Lewandosky a mezzo servizio, vista la frattura del setto nasale rimediata dal forte centravanti polacco nel precedente turno di Bundesliga. Comunque nessun dramma perché, visto l’ampio organico a disposizione, Guardiola saprà sicuramente trovare valide soluzioni alternative in grado di mettere in difficoltà i quotati avversari.
Nell’altra semifinale spazio, invece, ad una cosiddetta “sfida d’altri tempi” tra Juventus e Real Madrid. I “galacticos”, condotti dall’ex Carletto Ancelotti, arrivano all’appuntamento piuttosto “incerottati” viste le assenze certe di Modric e Benzema e la condizione fisica non proprio al top di Cristiano Ronaldo e Bale. Il tecnico italiano, come Guardiola, privilegia il 4-2-3-1, schema tattico in grado di esaltare la devastante velocità proprio di Cristiano Ronaldo e Bale e la vena realizzativa di Benzema, purtroppo assente. L’attuale stato di forma degli spagnoli, protagonisti peraltro di un andamento in campionato piuttosto altalenante, non consentono ad Ancelotti, però, di dormire sonni tranquilli. Gli spagnoli, di contro, si troveranno di fronte una Juventus più agguerrita che mai, visto che i bianconeri si riaffacciano ad una semifinale continentale dopo quella vinta del 2003, proprio contro i “blancos”. Tatticamente, per i neo campioni d’Italia si possono ipotizzare diverse soluzioni visto che Allegri passa rapidamente dal 4-3-3 al 3-5-2 al 4-3-1-2 a seconda delle situazioni, cercando sempre e comunque di sfruttare la vena realizzativa di Tevez e Morata. Nel caso della Juventus, credo sia doveroso riconoscere giusti meriti al tecnico Massimiliano Allegri, il quale, arrivato “last minute” in sostituzione del dimissionario Antonio Conte, nonostante il forte scetticismo generale, “rischia” di fare ancora meglio del suo illustre predecessore. A guardare la cabala, tuttavia, non c’è da stare molto allegri – perdonate il gioco di parole – visto che nel 2003, proprio dopo aver eliminato in semifinale il Real, i bianconeri furono sconfitti nella finale di Manchester dal Milan.
In estrema sintesi, quindi, ci troviamo di fronte a due doppie sfide di altissimo livello, capaci sicuramente di regalare a tutti gli appassionati di calcio emozioni a non finire. A voler tentare di indovinare chi si porterà a casa il trofeo verrebbe da dire Barcellona, tuttavia, come recita un vecchio detto, il pallone è rotondo e non si può mai sapere come va’ a finire. Il bello del calcio, se vogliamo, è tutto qua….
Enrico Brigi
twitter @enrico_brigi
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