Qualche anno fa il nostro sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla famiglia mise in guardia gli italiani dichiarando che nel nostro Parlamento, noto covo di sovversivi comunisti inclini alle tossicodipendenze quando non, quel che è peggio, alla legalizzazione delle stesse, "c'è la cocaina". Oggi invece denuncia che dal pericolo droga non sarebbe immune nemmeno Piazza Affari, altro celeberrimo assembramento di fattoni i quali, a dire di Giovanardi, tra una canna un tiro e un buco gestiscono i sudati risparmi delle oneste famiglie del Belpaese.
Ma c'è di più. Il nostro stimato sottosegretario ci erudisce in materia di crisi finanziaria affermando addirittura l'esistenza di "studi seri che collegano il crack di New York all'abuso di droga". La crisi economica che devasta la nostra società sarebbe dunque, in pratica, causata o concausata dalla coca, quella senza la cannuccia per intendersi.
E come allettante rimedio per uscire dalla impasse economica la proposta dell'onorevole Giovanardi è la seguente: "dopo piloti, autisti, funzionari pubblici, chirurghi, poliziotti e carabinieri, è assolutamente auspicabile che siano rapidamente effettuati controlli antidroga anche a Piazza Affari". Il tutto, nella testa del sottosegretario, con l'auspicio che ciò si realizzi "in collaborazione con Borsa Italiana".
Dichiarazioni epocali.
Cari marxisti e cari ebrei, siete stati per decenni accusati ingiustamente. Tornatevene tranquilli ai vostri lobbistici pasti sacrificali a base di bambini: con la crisi finanziaria non c'entrate un bel niente. La colpa, con buona pace di Borsa Italiana, è dei drogati.
Parola di Giovanardi.
Il quale, in un modo o nell'altro, evidentemente è uno che se ne intende.